martedì 25 febbraio 2020

Una comunità ostaggio del Narciso

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Mi rivolgo ai miei 25 lettori. Sappiamo tutti che l’Italia ha ben altre e più alte preoccupazioni ma un pensiero voglio dedicarlo a un noto personaggio politico che da tempo bazzica all’interno e nei pressi della mia comunità. Prima di parlare di lui leggete il breve ritratto di un altro personaggio politico nazionale, dal profilo simile, scritto da una brava giornalista, Daniela Ranieri: “Propensione narcisistica a vedere il mondo come un’arena nella quale esercitare potere e ricercare la gloria personale; zelo messianico e convinzione di essere chiamati a grandi azioni; istrionismo; disprezzo degli avversari e di chi lavora secondo prassi consolidate; eccessiva autostima sconfinante col senso di onnipotenza; perdita del senso della realtà e isolamento; tendenza a parlare di sé in terza persona; irrequietezza, incoscienza, impulsività”. A chi vi fa pensare? Presumo molti di voi hanno compreso benissimo a chi si riferisce la giornalista, ma tornando al nostro personaggio, aggiungiamoci pure una libbra di tracotanza, eccesso, superbia, orgoglio o prevaricazione, più una smisurata ambizione, che non guasta mai, già accertata ai tempi in cui gli riuscì di mettersi a capo della propria comunità avendo vinto solo le elezioni. È inutile fare. Nomi, i miei 25 lettori sanno bene di chi parlo. D’altronde non si sta svelando il terzo segreto di Fatima se aggiungiamo che il soggetto in questione non ha alcuna visione politica: è sé stesso la sua visione politica. Dando per scontato che il soggetto politico non è un virus e non agisce sulla base di secondi fini e che non abbia bisogno di stipendi (come s’è premurato di informarci qualche lustro fa), allora deve esserci un impulso interiore che lo sospinge sempre verso il centro della scena. E come si può definire questo segnale – che alcuni esperti chiamano disturbo della personalità -, se non in una parola che ne riassuma la teoria, la prassi e lo stile, se non Narciso?
Il Nostro è un Narciso, che si muove da Narciso, si veste da Narciso, parla da Narciso, pensa da Narciso. È Narciso per statuto mitologico e movenze; ha una sua camminata, un suo modo di fare, un misto di imperizia e spavalderia. Dopo quasi un decennio di nebbia qualcuno parla sui social finalmente nel suo caso di delirio narcisistico; e narcisismo è, è l’adorazione di sé. Egli si sente adorato dal popolo di cui voleva essere guida illuminata, una specie di condottiero-principe rinascimentale. Insieme ai soliti 4 o 5 adepti, è convinto di conservare ancora un consenso stratosferico da sbattere in faccia a chi non ha apprezzato la sua reggenza salvifica. È una proiezione egotica, la stessa che gli impedisce oggi di guardare in faccia la realtà. Non gli è mai importato nulla della propria comunità (stanti le note vicende ferroviarie). Gli importa di finire nei trend topic del giorno, incutere timore per le sue mosse imprevedibili, tenere sotto scacco la comunità “traditrice”. In queste ore qualcuno sui social invoca Platone e la verità. No, la vera tendenza del nostro personaggio è da ricercare nell’”impulso di Erostrato”, quell’Erostrato di Efeso che appiccò il fuoco al tempio di Artemide solo per il desiderio di passare alla storia. In questi anni, in modo scaltro, il Narciso ha portato alla sua comunità lo storytelling fondato sulla “bellezza”, un dispositivo mutuato dal marketing con cui si crea consenso offrendo una versione persuasiva, seduttiva e falsa della realtà; per molti iniziati è stato lo sbloccatore, quello che non si fa fermare dalle minoranze e dai “ricatti dei rompicoglioni”. A dire dei quattro inservienti che gli danno ancora retta, sta alla vecchia e stantia politica strapaesana come la telefonia mobile sta a quella fissa. Di certo – aggiungo io – dalla vecchia politica ha avuto a disposizione un contratto che può parlare senza limiti.
Non sono un esperto della materia, motivo per cui non mi azzardo a fare diagnosi, ma è evidente che la dimensione psicologica di chi parliamo, travalica quella politica. Oggi, purtroppo per lui e dopo le magre figure degli ultimi giorni, il Narciso è solo intriso di rancore. Lo abbiamo visto all’opera in queste anni. Lo abbiamo conosciuto come persona. Lo abbiamo osservato come politico. E ne abbiamo tratto le conclusioni. Conclusioni che non fanno altro che confermare la corretta opinione che molti suoi concittadini si son fatti di lui. Punto e a capo.
Raffaele Pengue
Ass. Noi Cittadini per Il Sud

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