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– di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano – Sarà anche vero che gli
italiani danno il meglio di sé nelle emergenze. Ma stavolta gli italiani
che danno il meglio di sé nelle emergenze si vedono poco, impallati
come sono da quelli che danno il peggio di sé: migliaia, anzi milioni di
sedicenti virologi sbucano in ogni dove, ormai più numerosi dei
commissari tecnici della Nazionale di calcio. Utilissimi, fra l’altro,
per sopperire alla penuria di virologi certificati, visto che i pochi
esistenti sono sequestrati da giorni in tutti gli studi televisivi,
inclusi quelli del Segnale orario e di Protestantesimo, per parlare di
Coronavirus h 24. Io, che virologo non sono né mai sarò, lascio
volentieri a costoro il compito di spiegarmi chi è il vero paziente
zero, quando arriva il vaccino, perché l’Italia ha più morti e
contagiati degli altri Paesi europei, cos’avrebbe dovuto fare il governo
per averne di meno… Nel frattempo, da semplice spettatore preoccupato,
ho già visto cose che voi umani…
Ho visto un vero virologo, il borioso Burioni, brutalizzare una vera
virologa, la meno boriosa Gismondo (rea di avergli rotto il giocattolo
dell’allarmismo dicendo la verità, e cioè che ne ammazza più l’influenza
che il Coronavirus), chiamandola “la signora del Sacco”, precisando che
“signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle
dita”, ma non specificando quale sarebbe il grazioso e frullante
epiteto. Boriosa? Burina? Buriona?
Ho visto Burioni ordinare gli italiani di “non ascoltare i virologi della domenica”. E proprio nella giornata di domenica.
Ho visto tre infettivologi di chiara fame – Feltri, Sallusti e
Belpietro – discettare di coronavirus con la stessa enciclopedica
competenza con cui disquisivano di bunga bunga e Ruby nipote di Mubarak,
per giungere alla stessa conclusione: che anche il Coronavirus, come le
toghe, è rosso.
Ho visto rinviare il processo Ruby-ter perché il pm ha notato in
Tribunale un eccessivo assembramento di imputati (28, incluso B.),
avvocati (il doppio) e magistrati (tre giudici e un pm) “in contrasto
con la circolare della Corte d’appello sulle situazioni ambientali a
rischio di contagio” da mazzettavirus.
Ho visto Conte, tra una D’Urso e un Giletti, telefonare a Salvini e
trovare occupato perché quello stava chiacchierando con la Madonna di
Medjogorje, o chi per essa.
Ho visto, con rispetto parlando, Pietro Senaldi spiegare a Conte come
si fa il premier (“Conte inetto, Paese infetto”), ma minacciarsi
“pronto a collaborare” col governo, come se il virus non facesse già
abbastanza danni da solo.
Ho visto Renato Farina, in arte Betulla, titolare sulla prima di
Libero “Accogliamo tutti, anche il virus: si spalancano i porti per 274
migranti”, sorvolando che quelli giungevano dal Maghreb e non dalla
Cina, con una lievissima confusione non fra Stati, ma addirittura fra
continenti, che fa quasi rimpiangere i bei tempi in cui il nostro era il
ventriloquo di Pio Pompa, spione senz’altro al corrente della
differenza fra Asia e Africa.
Ho visto la giunta forzaleghista della Regione Liguria annullare per
sicurezza tutte le manifestazioni affollate da domenica sera e Salvini
presenziare domenica sera a Genova una manifestazione affollata da 1500
persone per accusare il governo di lesa sicurezza.
Ho visto Salvini sostenere che “il governo deve chiedere scusa agli
italiani perché l’Italia è il terzo Paese al mondo per contagi, davanti
persino al Giappone, che confina con la Cina” anche se è un arcipelago e
confina col mare.
Ho visto il governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana,
forse confuso dalle orecchie che gli fischiavano mentre Salvini
denunciava il record negativo di contagiati in Italia, quasi tutti in
Lombardia, annunciare di aver “individuato due persone che potrebbero
essere i pazienti zero”, senza peraltro escludere che i pazienti zero
possano essere pure una dozzina.
Ho visto il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, annullare il
Carnevale di Venezia appena in tempo per il Mercoledì delle Ceneri e
l’inizio della Quaresima.
Ho visto l’Innominabile, oscurato dall’epidemia e in astinenza da interviste, sciogliere Italia Viva e fondare Italia Virus.
Ho visto inviati dei giornali indaffaratissimi a domandare se per caso
qualcuno dei 222 infetti non percepisca il Reddito di cittadinanza.
Ho visto la Rai vietare ai suoi giornalisti di viaggiare da Milano a
Roma per non infettare i colleghi romani, anche se i primi casi di
infezione si sono registrati proprio a Roma.
Ho visto noti zozzoni perdere il vizio diffuso di andare allo stadio e acquistare quello più raro di lavarsi col sapone.
Ho visto cinesi tenersi alla larga dal Nord Italia per paura di beccarsi il virus cinese.
Ho visto nel Sud Italia i primi cartelli “Non si affitta ai settentrionali”.
Ho visto una deputata di Fratelli d’Italia entrare in aula con la mascherina per passare a Italia Viva senza vergognarsi troppo.
Ho visto parlamentari di centrodestra diventare “responsabili” di
centrosinistra a volto scoperto, senza mascherina e senza vergognarsi
affatto.
Ho visto parlamentari leghisti chiedere la chiusura delle Camere per migliorare lo score di presenze di Salvini.
Ho visto ignoti sciacalli citofonare alle vecchiette per svaligiare le loro case con la scusa dell’esame del tampone.
Ho visto un noto sciacallo citofonare random a tutti i lodigiani (prima di passare ai padovani): “Scusi, lei è paziente zero?”
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