martedì 25 febbraio 2020

Ho visto cose…

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(pressreader.com) – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano – Sarà anche vero che gli italiani danno il meglio di sé nelle emergenze. Ma stavolta gli italiani che danno il meglio di sé nelle emergenze si vedono poco, impallati come sono da quelli che danno il peggio di sé: migliaia, anzi milioni di sedicenti virologi sbucano in ogni dove, ormai più numerosi dei commissari tecnici della Nazionale di calcio. Utilissimi, fra l’altro, per sopperire alla penuria di virologi certificati, visto che i pochi esistenti sono sequestrati da giorni in tutti gli studi televisivi, inclusi quelli del Segnale orario e di Protestantesimo, per parlare di Coronavirus h 24. Io, che virologo non sono né mai sarò, lascio volentieri a costoro il compito di spiegarmi chi è il vero paziente zero, quando arriva il vaccino, perché l’Italia ha più morti e contagiati degli altri Paesi europei, cos’avrebbe dovuto fare il governo per averne di meno… Nel frattempo, da semplice spettatore preoccupato, ho già visto cose che voi umani…
Ho visto un vero virologo, il borioso Burioni, brutalizzare una vera virologa, la meno boriosa Gismondo (rea di avergli rotto il giocattolo dell’allarmismo dicendo la verità, e cioè che ne ammazza più l’influenza che il Coronavirus), chiamandola “la signora del Sacco”, precisando che “signora sostituisce un altro epiteto che mi stava frullando nelle dita”, ma non specificando quale sarebbe il grazioso e frullante epiteto. Boriosa? Burina? Buriona?
Ho visto Burioni ordinare gli italiani di “non ascoltare i virologi della domenica”. E proprio nella giornata di domenica.
Ho visto tre infettivologi di chiara fame – Feltri, Sallusti e Belpietro – discettare di coronavirus con la stessa enciclopedica competenza con cui disquisivano di bunga bunga e Ruby nipote di Mubarak, per giungere alla stessa conclusione: che anche il Coronavirus, come le toghe, è rosso.
Ho visto rinviare il processo Ruby-ter perché il pm ha notato in Tribunale un eccessivo assembramento di imputati (28, incluso B.), avvocati (il doppio) e magistrati (tre giudici e un pm) “in contrasto con la circolare della Corte d’appello sulle situazioni ambientali a rischio di contagio” da mazzettavirus.

Ho visto Conte, tra una D’Urso e un Giletti, telefonare a Salvini e trovare occupato perché quello stava chiacchierando con la Madonna di Medjogorje, o chi per essa.
Ho visto, con rispetto parlando, Pietro Senaldi spiegare a Conte come si fa il premier (“Conte inetto, Paese infetto”), ma minacciarsi “pronto a collaborare” col governo, come se il virus non facesse già abbastanza danni da solo.
Ho visto Renato Farina, in arte Betulla, titolare sulla prima di Libero “Accogliamo tutti, anche il virus: si spalancano i porti per 274 migranti”, sorvolando che quelli giungevano dal Maghreb e non dalla Cina, con una lievissima confusione non fra Stati, ma addirittura fra continenti, che fa quasi rimpiangere i bei tempi in cui il nostro era il ventriloquo di Pio Pompa, spione senz’altro al corrente della differenza fra Asia e Africa.
Ho visto la giunta forzaleghista della Regione Liguria annullare per sicurezza tutte le manifestazioni affollate da domenica sera e Salvini presenziare domenica sera a Genova una manifestazione affollata da 1500 persone per accusare il governo di lesa sicurezza.
Ho visto Salvini sostenere che “il governo deve chiedere scusa agli italiani perché l’Italia è il terzo Paese al mondo per contagi, davanti persino al Giappone, che confina con la Cina” anche se è un arcipelago e confina col mare.
Ho visto il governatore leghista della Lombardia, Attilio Fontana, forse confuso dalle orecchie che gli fischiavano mentre Salvini denunciava il record negativo di contagiati in Italia, quasi tutti in Lombardia, annunciare di aver “individuato due persone che potrebbero essere i pazienti zero”, senza peraltro escludere che i pazienti zero possano essere pure una dozzina.
Ho visto il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, annullare il Carnevale di Venezia appena in tempo per il Mercoledì delle Ceneri e l’inizio della Quaresima.
Ho visto l’Innominabile, oscurato dall’epidemia e in astinenza da interviste, sciogliere Italia Viva e fondare Italia Virus.
Ho visto inviati dei giornali indaffaratissimi a domandare se per caso qualcuno dei 222 infetti non percepisca il Reddito di cittadinanza.
Ho visto la Rai vietare ai suoi giornalisti di viaggiare da Milano a Roma per non infettare i colleghi romani, anche se i primi casi di infezione si sono registrati proprio a Roma.
Ho visto noti zozzoni perdere il vizio diffuso di andare allo stadio e acquistare quello più raro di lavarsi col sapone.
Ho visto cinesi tenersi alla larga dal Nord Italia per paura di beccarsi il virus cinese.
Ho visto nel Sud Italia i primi cartelli “Non si affitta ai settentrionali”.
Ho visto una deputata di Fratelli d’Italia entrare in aula con la mascherina per passare a Italia Viva senza vergognarsi troppo.
Ho visto parlamentari di centrodestra diventare “responsabili” di centrosinistra a volto scoperto, senza mascherina e senza vergognarsi affatto.
Ho visto parlamentari leghisti chiedere la chiusura delle Camere per migliorare lo score di presenze di Salvini.
Ho visto ignoti sciacalli citofonare alle vecchiette per svaligiare le loro case con la scusa dell’esame del tampone.
Ho visto un noto sciacallo citofonare random a tutti i lodigiani (prima di passare ai padovani): “Scusi, lei è paziente zero?”

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