L’anno sta finendo.
E’ il momento dei résumé. C’è una grande
confusione sotto i cieli.
In Libia si contrappongono, per interposta
persona, cioè sulla pelle dei libici, la Turchia schierata a favore
dell’inconsistente governo di al Serraj, in teoria legittimato dall’ONU,
e l’Egitto che opera attraverso il generale tagliagole Aftar che ne è
una propaggine.
infosannio.wordpress.com - Il Fatto Quotidiano (Massimo
Fini)
Su questo scacchiere sono presenti anche 800 contractor
russi, cioè mercenari, che portano il nome vagamente sinistro di Wagner,
sinistro perché, a torto o ragione, il grande musicista tedesco è
considerato un precursore del nazismo.
Evidentemente i russi, come gli
americani, non sono più disposti a rischiare direttamente la propria
pelle.
Ma dovrebbero studiarsi un po’ di storia. L’Impero romano, che
con i suoi formidabili legionari e la sua logistica aveva conquistato
tutto il mondo conosciuto, crollò quando i Romani, divenuti molto simili
a quelli di oggi, non ne vollero più sapere di combattere, affidando la
propria difesa a mercenari germanici, Visigoti, Ostrogoti, Vandali, che
per qualche tempo cancellarono Roma dalla faccia della Storia (la
popolazione di Roma si ridusse a 37.000 abitanti).
In Siria la Turchia, con l’appoggio russo, stermina i curdi che
sarebbero i soli legittimati ad abitare quella regione che non a caso si
chiama Kurdistan.
Per la Turchia i curdi sono una storica spina nel
fianco perché in Turchia vivono 15 milioni di curdi e il timore, anzi il
terrore, dell’ex Stato ottomano è che si uniscano alle enclave curde in
Siria, in Iraq e in Iran. Quindi Erdogan e i suoi predecessori hanno
risolto la questione in modo molto semplice dando ai curdi la patente di
terroristi (Ocalan insegna). In quanto agli americani sono lì, a
supporto della Turchia e della Siria di Assad, col pretesto di
combattere l’Isis. Ma come l’Isis non doveva essere stato spazzato via
dalla faccia della terra dopo la presa di Raqqa e Mosul? Invece i
guerriglieri del Califfato fondato da Al Baghdadi sono ancora presenti
in Medio Oriente e soprattutto altrove. E’ dei giorni scorsi il
devastante attacco a Mogadiscio (più di 70 morti e altrettanti feriti)
da parte degli Shabaab che al Califfato hanno giurato fedeltà. In Yemen
l’Iran e l’Arabia Saudita, appoggiata dagli americani, si combattono
mietendo un numero incalcolabile di vittime locali, incalcolabile
perché, come in Afghanistan, non è stato mai calcolato.
L’Europa disunita, e al suo interno l’Italia, non è presente in
nessuno di questi scacchieri, non fa che predicare impossibili soluzioni
diplomatiche, anche per la Libia che è di nostro stretto interesse, per
quanto sia del tutto evidente che ciò che conta è solo la forza
militare.
Ma questo caos, che fa rimpiangere i tempi della guerra fredda, non
è, al di là di tutte le apparenze, la questione principale almeno per i
paesi occidentali o occidentalizzati. Il vero dittatore del mondo è il
mercato (“il più freddo di tutti i mostri” per parafrasare ancora una
volta Nietzsche) o per essere più precisi “i mercati”. Ogni mattina che
accendiamo la tv non sentiamo parlare che dei “mercati” e delle loro
inderogabili esigenze. Con queste entità metafisiche noi ci dialoghiamo:
“i mercati ci chiedono”, “il progetto non è piaciuto ai mercati“,
“sembra che la proposta abbia avuto l’approvazione dei mercati”. Ma
mentre un dittatore o un autocrate può essere sempre abbattuto con il
nostro fucilino a tappo, contro i “mercati” non c’è nulla da fare. Sono
un’entità metafisica che non si sa dove stia, un nuovo Dio che vive in
un suo empireo irraggiungibile, tirargli contro è come sparare al vento
quel “vento che tutto sa” come canta Alessandro Mannarino. Insomma siamo
ancora e sempre a quella concretissima astrazione che si chiama denaro,
che determina le vite di noi tutti, di cui abbiamo parlato riprendendo
Lutero in Denaro. “Sterco del demonio” che viene da almeno due
secoli e mezzo fa e che ha dato il via, insieme ad altri fattori, alla
civiltà moderna, quella che stiamo vivendo. Parlarne qui ci porterebbe
troppo lontano. Leggete.
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mercoledì 1 gennaio 2020
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