L’Iran ha avviato la propria rappresaglia contro gli Usa per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Alle 1:20 della notte tra martedì e mercoledì (intorno alla mezzanotte italiana) è partito un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil. L’operazione è stata battezzata ‘Soleimani Martire‘ ma, secondo diverse fonti Usa citate dalla Cnn, Teheran ha appositamente evitato di fare vittime e ha mandato un primo colpo ‘a vuoto‘. Il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif fa esplicito riferimento all’articolo 51 della Carta Onu e parla di “legittima difesa”. In giornata i presidenti di Russia e Turchia, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, hanno condannato l’operato degli Stati Uniti, definendo le operazioni militari “illecite e molto rischiose“. Nel pomeriggio, il presidente Usa Donald Trump ha parlato alla nazione, sottolineando la bontà dell’uccisione di Soleimani, annunciando nuove sanzioni all’Iran e prospettando un “nuovo accordo che faccia prosperare l’Iran”. Toni meno incendiari del solito, quindi, che come sottolineato dagli analisti statunitensi sembrano preannunciare un ammorbidimento della strategia militare.
Tornando alla rappresaglia iraniana contro gli Usa, il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza e gli uomini si sono rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi. “La loro sicurezza è la priorità assoluta”, ha dichiarato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sottolineando che “in questo momento è indispensabile agire con moderazione e prudenza“. Parole simili a quelle pronunciate dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: “In queste ore di tensione esprimo la mia sentita vicinanza a tutti i nostri soldati che svolgono con dedizione e professionalità la loro missione in Iraq e non solo. Faremo di tutto per tutelarli e per trovare soluzioni che impediscano una pericolosa spirale di conflittualità”. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Purtroppo è la storia che si ripete, invitiamo le parti alla responsabilità”.
Khamenei: “Schiaffo agli Usa, ma non è ancora abbastanza”
Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Nel frattempo Trump twittava: “Tutto va bene!“. A Washington si è riunito il consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono, Mark Esper. Intanto ha parlato la Guida suprema iraniana, l’ayataollah Ali Khamenei: “Attacco riuscito”, ha annunciato in un discorso trasmesso in diretta tv. L’Iran “ha dato uno schiaffo agli Stati Uniti, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Usa dovrebbe finire”. “Coloro che pensano che se facciamo un passo indietro i nostri problemi saranno risolti commettono un errore. Credono che non dovremmo far arrabbiare gli Stati Uniti, ma invece dovremmo lasciarli arrabbiare“, ha aggiunto la Guida Suprema.
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