http://www.controlacrisi.org
Stato di allerta a Camp Darby, la base militare Usa tra Livorno e Pisa,
dove è scattato il piano di difesa straordinario per far fronte ad
eventuali minacce terroristiche in seguito all'uccisione del generale
iraniano Soleimani. Munizioni, ordigni e materiale bellico sono pronti
ad essere inviati in previsione dei venti di guerra che soffiano in
Medio Oriente e Arci, Anpi e Cgil chiamano alla mobilitazione per dire
basta al traffico di armi che transiteranno dal porto di Livorno per
raggiungere la base militare Usa. "Il generale Qassem Soleimani è
rimasto ucciso con altri 7 (i feriti sono almeno 12 soldati iracheni
oltre a diversi civili) in un attacco con elicotteri e razzi
all'aeroporto di Baghdad per mano di Trump - dicono in un comunicato
Arci, Anpi e Cgil -. Adesso basta! Mentre ci dilettiamo a discutere se
Carola Rackete debba o meno indossare il reggiseno salvando gente in
mare, se quello del sindaco sia un lavoro o diletto, se il Papa abbia o
meno il diritto di irritarsi contro una maleducata, non vediamo che
abbiamo mostri in casa e mettiamo trappole per topolini". "Per Arci,
Anpi e Cgil - prosegue la nota - è fin troppo chiaro che non è, come
narrato dalle destre sovraniste, uno scenario lontano che riguarda
qualche minoranza o parti arretrate del mondo, fatti che comunque
meriterebbero aiuto e attenzione: i padroni della guerra stanno ancora
una volta mutando gli scenari mondiali.
L'abbiamo capito? O serve uno schemino?".
Nel
comunicato congiunto di Arci, Anpi e Cgil si spiega che “la guerra è il
fenomeno invisibile responsabile di fenomeni visibili, quali per
esempio le migrazioni, ma anche creatrice di logiche economiche in grado
di influenzare i mercati finanziari. Il potere e non la politica è
responsabile della distruzione della pace. Oggi, dopo l‟arrogante
attacco di Trump, ci avviamo verso uno scenario diverso, dove la
violenza della guerra non sarà più a bassa intensità, ma centro
economico fondamentale che potrebbe chiamare in causa altre superpotenze
interessate all‟Iraq e Iran, paesi certamente non rispettosi dei
diritti umani ma non per questo attaccabili secondo i ”capricci” delle
finanze statunitensi. La Nato prende silenziosamente le distanze, la
Cina in area di
accordi commerciali si attesta su un timido richiamo.
Trump rilancia cinicamente l‟economia statunitense, grazie al 60% del
PIL prodotto dall‟indotto bellico . La guerra vale 1800 miliardi di
dollari l‟anno, oltre il 2 per cento del Pil mondiale. Le imprese che
producono materiale bellico operano in regime di oligopolio con
fatturati superiori al PIL di stati anche sovranisti. Il 50% della
ricchezza mondiale è in mano a molto meno dell‟1% della popolazione.Le
spese militari nel modo di produzione capitalistico sostengono il
profitto e di
fronte a deflazione,disoccupazione, contrazione dei
consumi e sovrapproduzione, rappresentano un settore che permette
rendimenti assai elevati. La guerra serve a distruggere capitale in
eccesso per rilanciare nuovi cicli di crescita. Così affronta la crisi
il cinico mondo delle finanze mondiali.
“Il ruolo di Camp Darby, il
più grande deposito di mezzi militari e armamenti al di fuori degli Usa,
appare grave anche in questo scenario – concludono Arci, Anpi e Cgil -
Con Trump è ancora più evidente la gravità dell‟aver ceduta la sovranità
di un pezzo di territorio italiano, le cui attività sono classificate
comesegreto militare, impedendo anche la diffusione dei piani di
sicurezza per le popolazioni residenti nelle vicinanze. Livorno non può
restare muta mentre avvengono atti di una gravità irreparabile.
Chiamiamo istituzioni, cittadini/e lavoratori/trici a una grande
mobilitazione. Le armi verso il Medio Oriente e l‟Africa passano dal
nostro porto. Le mani dei nostri lavoratori/trici aiutano il traffico di
armi. Adesso è l‟ora di dire basta.
Nessun commento:
Posta un commento