In Italia e non solo circola l’idea che le crisi bancarie e finanziarie siano il banale esito di malfattori che vendono “titoli spazzatura” a una clientela inconsapevole e poi, come direbbe Woody Allen, prendono i soldi e scappano.
rifondazione.it Emiliano Brancaccio
In quest’ottica tutto si riduce a una questione di poche mele marce, per cui basterà toglierle di mezzo per tutelare un sistema altrimenti sano. Questa visione è ingenua e pericolosa.
Basti notare che nella stragrande maggioranza dei casi i disastri avvengono nel pieno rispetto della legge.
Il motivo è che, di solito, quelli che oggi chiamiamo “titoli spazzatura”, nel momento in cui venivano venduti a “vedove e orfani” erano valutati bene dal mercato, dalle agenzie, dai professionisti della finanza.
Il problema allora non sono quattro mele marce in un sistema altrimenti sano. Il problema, per dirla con Shakespeare, è che è difficile scegliere in mezzo alle mele marce. Il problema è il sistema.
Indottrinati dal liberismo finanziario, abbiamo per anni creduto che il sistema bancario e finanziario, liberato da lacci e lacciuoli, avrebbe valutato correttamente i titoli e i rendimenti futuri, e ci avrebbe resi tutti un po’ più ricchi.
Nonostante i cumuli di evidenze contrarie, non abbiamo ancora nemmeno iniziato una vera critica a questo indottrinamento.
Americo Mancini intervista l’economista Emiliano Brancaccio dell’Università del Sannio.
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