(pressreader.com) – di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano
Festa grande tra i difensori della prescrizione modello Andreotti-B., che ha incenerito 2 milioni e rotti di processi negli ultimi 15 anni.
Ma anche un certo stupore. Breve riassunto delle puntate precedenti.
Elena Paciotti, presidente Anm: “Prevedendo che la prescrizione non
decorra oltre il primo grado, si eviterebbero le impugnazioni fatte solo
a questo scopo” (19.5.1998).
Mario Cicala, presidente Anm: “Dopo una sentenza di primo grado, non operi più la prescrizione” (17.5.1999).
Giuseppe Cascini, segretario Anm: “La prescrizione durante il processo non esiste in alcun paese al mondo. Finchè da noi sarà così breve, le parti avranno tutto l’interesse a far durare il processo il più possibile” (13.4.2011).
Rodolfo Sabelli, presidente Anm: “Il sistema di prescrizione non consente di arrivare a sentenza certa in tempi ragionevoli: va interrotta con l’esercizio dell’azione penale o con la sentenza di primo grado” (27.10.2012). “Bloccare la prescrizione all’esercizio dell’azione penale o tutt’al più alla sentenza di primo grado è un incentivo ai riti alternativi e un disincentivo alle impugnazioni strumentali” (2.12.2014).
Maurizio Carbone, segretario Anm: “Non chiediamo processi più lunghi aumentando la prescrizione, ma tempi certi sospendendola alla richiesta di rinvio a giudizio: da allora lo Stato ha interesse a punire quel reato” (6.2.2015).
Piercamillo Davigo, presidente Anm: “La prescrizione dopo il processo di primo grado è dissennata” (23.2.2017).
Francesco Minisci, presidente Anm: “Col ministro Bonafede siamo d’accordo che occorre fermare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado” (28.6.2018).
Luca Poniz, segretario Anm: “Non riesco a capire perché con la prescrizione bloccata alla sentenza di primo grado i processi dovrebbero durare un tempo indefinito. S’è sempre detto che la prescrizione può avere un uso strumentale: il fatto che ora la si sospenda dissuade ricorsi strumentali. Già questo è un intervento sui tempi del processo” (1.8.2019).
Che un magistrato – poniamo, Poniz – perda la memoria, può capitare.
Ma, mentre lo sventurato smentiva 20 anni di battaglie dell’Anm proprio quando finalmente c’è un ministro che le traduce in legge, nessun collega s’è alzato a contestarlo.
Il che fa temere una pandemia togata di massa.
La chiameremo Associazione Nazionale Smemorati.
Mario Cicala, presidente Anm: “Dopo una sentenza di primo grado, non operi più la prescrizione” (17.5.1999).
Giuseppe Cascini, segretario Anm: “La prescrizione durante il processo non esiste in alcun paese al mondo. Finchè da noi sarà così breve, le parti avranno tutto l’interesse a far durare il processo il più possibile” (13.4.2011).
Rodolfo Sabelli, presidente Anm: “Il sistema di prescrizione non consente di arrivare a sentenza certa in tempi ragionevoli: va interrotta con l’esercizio dell’azione penale o con la sentenza di primo grado” (27.10.2012). “Bloccare la prescrizione all’esercizio dell’azione penale o tutt’al più alla sentenza di primo grado è un incentivo ai riti alternativi e un disincentivo alle impugnazioni strumentali” (2.12.2014).
Maurizio Carbone, segretario Anm: “Non chiediamo processi più lunghi aumentando la prescrizione, ma tempi certi sospendendola alla richiesta di rinvio a giudizio: da allora lo Stato ha interesse a punire quel reato” (6.2.2015).
Piercamillo Davigo, presidente Anm: “La prescrizione dopo il processo di primo grado è dissennata” (23.2.2017).
Francesco Minisci, presidente Anm: “Col ministro Bonafede siamo d’accordo che occorre fermare la prescrizione dopo la sentenza di primo grado” (28.6.2018).
Luca Poniz, segretario Anm: “Non riesco a capire perché con la prescrizione bloccata alla sentenza di primo grado i processi dovrebbero durare un tempo indefinito. S’è sempre detto che la prescrizione può avere un uso strumentale: il fatto che ora la si sospenda dissuade ricorsi strumentali. Già questo è un intervento sui tempi del processo” (1.8.2019).
Che un magistrato – poniamo, Poniz – perda la memoria, può capitare.
Ma, mentre lo sventurato smentiva 20 anni di battaglie dell’Anm proprio quando finalmente c’è un ministro che le traduce in legge, nessun collega s’è alzato a contestarlo.
Il che fa temere una pandemia togata di massa.
La chiameremo Associazione Nazionale Smemorati.
Nessun commento:
Posta un commento