Il
Comune di Terni sta per cedere il 15% delle quote societarie della sua
partecipata, ASM Terni S.p.a. all'interno di SII S.c.p.a., gestore del
servizio idrico di Terni e provincia.
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Le motivazioni sarebbero
giustificate con la necessità di “adeguare l’assetto societario alle
disposizioni del D.Lgs. 175/2016, che all’art. 17 prevede che nelle
società miste la quota di partecipazione del soggetto privato non può
essere inferiore al 30%, e per evitare un aumento delle tariffe che si
ripercuoterebbe sulla collettività” e la “riduzione dei costi, con
particolare riferimento alle spese per il personale e per consulenze”.
Tale cessione potrebbe
andare a rafforzare una posizione di partecipazione privata già di
rilevanza in SII S.c.p.a, ovvero quella di Umbriadue Servizi Idrici
S.c.a.r.l. attualmente al 25% (e partecipata a maggioranza da ACEA
S.p.a.), portando il gestore ternano da controllo pubblico a controllo
privato!
Non riusciamo inoltre a
capire come si possano tenere basse le tariffe in un servizio come
quello idrico dove esse sono attualmente regolate dall'Autorità
nazionale.
Sicuramente riducendo “i costi.....spese per il
personale..........”, l'utile a fine esercizio sarà comunque di minor
portata per il socio pubblico a fronte di un aumento dello stesso per il
socio privato!
Se consideriamo poi che
questa deliberazione andrebbe a favorire “indirettamente” ACEA S.p.a.,
il voto di venerdì 27 dicembre in consiglio comunale potrebbe essere un
bel regalo di fine anno a questa multiutility romana che punta ad
accaparrarsi la gestione dell'acqua in tutto il meridione del nostro
Paese.
L'applicazione di questa
disposizione legislativa, contenuta come tante altre nel Decreto Madia,
di renziana emanazione, con il combinato disposto delle SCUSE per
evitare l'aumento delle tariffe e della riduzione dei costi, rappresenta
semplicemente il volere politico del comune umbro di diniegare la
volontà popolare espressa nel 2011 da 27 mln di italiani per la ripubblicizzazione della gestione dell'acqua e, in generale, dei
servizi pubblici locali, applicando un semplice principio liberista come
quello della revisione di spesa (pubblica).
Ci appelliamo quindi ai
consiglieri comunali ternani perché boccino questa cessione di quote a
scapito della cittadinanza, delle lavoratrici e dei lavoratori del SII e
a vantaggio del privato che ha fronte di cospicui ricavi potrebbe anche
non garantire gli adeguati investimenti nel servizio erogato.
Ci uniamo all'invito del
Comitato No Inceneritori di Terni a partecipare al Consiglio Comunale
di venerdì 27 gennaio e supportiamo la proposta lanciata dal Comitato
stesso per l'istituzione di una commissione di indagine che faccia luce
sul fronte degli investimenti fatti a fronte di opere pubbliche
realizzate e su interventi di manutenzione trascurati o non effettuati
sulla rete idrica.
Perché si scrive Acqua ma si legge Democrazia.
Roma, 26 Dicembre 2019.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
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