Alcuni
lettori ci chiedono di premiare la balla più grande dell’anno. Mission
impossible: sono troppe, tutte enormi. Però, catalogandole, possiamo
premiare la campagna di stampa più demenziale e miserabile del 2019:
quella contro il Reddito di cittadinanza.
infosannio.wordpress.com(pressreader.com) di Marco Travaglio Il Fatto Quotidiano
Che sia partito fra mille
pasticci, con i centri per l’impiego da sistemare, i tanti navigator
ancora da assumere e formare, i molti poveri ancora da raggiungere, i
ritardi sugli stranieri, il software in odore di conflitto d’interessi e
i pochi posti di lavoro a disposizione, lo sappiamo e l’abbiamo
scritto.
Ma il risultato è comunque buono, soprattutto per un Paese
allergico ai cambiamenti come il nostro: 2,5 milioni di italiani che un
anno fa non avevano un euro in tasca (oltre la metà dei “poveri
assoluti”), da maggio-giugno ricevono in media 520 euro al mese.
Così
l’Italia, che fino a due anni fa era l’unico Paese europeo a non fare
pressoché nulla per i nullatenenti e solo nel 2018 aveva varato il
timidissimo Reddito d’inclusione (Rei: pochi spicci ad appena 900 mila
persone), da quest’anno ha invertito la rotta con la più robusta misura
anti-povertà mai adottata.
Naturalmente la cosa non è passata
inosservata: l’idea che i 5Stelle abbiano avuto una buona idea e che si
investano 5 miliardi pubblici su chi non ha niente, dopo averne gettati a
centinaia per chi ha e ruba di tutto e di più, ha letteralmente
sconvolto tutti i partiti.
Quelli di destra, dalla Lega a FI, da FdI a
Italia Viva. E pure quello che dovrebbe essere di sinistra: il Pd.
Ma la
vergogna delle vergogne sono i giornali (a parte il nostro e il
manifesto), che da un anno fanno il tiro al bersaglio sul Rdc come mai
avevano fatto per le decine di leggi vergogna di B.&Renzi e i
massacri sociali di Monti&Renzi.
All’inizio dicevano che non c’erano i soldi. Poi, siccome i soldi si
son trovati, han detto che non si sarebbe mai fatto: i Caf, le
cavallette, le piaghe d’Egitto. Poi, siccome si è fatto, han detto che
nessuno lo voleva e tutti facevano la fila per rifiutarlo. Poi, siccome
di file a Caf e Poste non se ne vedevano, han detto che c’era l’assalto a
Caf e Poste per prenderlo. Poi, siccome l’assalto non c’era, han detto
che era un flop. Poi, siccome i dati ufficiali parlano di 900 mila
domande familiari accolte pari a 2,5 beneficiari, han detto che sono
troppi. Poi, siccome s’è scoperto che 2 milioni ancora non lo prendono,
han detto che 2,5 milioni sono pochi. Poi, siccome la copertura in pochi
mesi è più alta di quella del Rei, han detto che i navigator sono in
ritardo. Poi, siccome a boicottarli sono le Regioni governate dagli
stessi partiti che li invocano, han detto che il Rdc serve al M5S per
comprare voti al Sud. Poi, siccome il M5S ha dimezzato i voti e le
richieste arrivano tanto dal Nord quanto dal Centro e dal Sud, han detto
che il Rdc è troppo alto, perché c’è chi lavora e guadagna altrettanto.
Poi, siccome i 5Stelle han detto che pagare un lavoratore 800 euro al
mese è una vergogna e han proposto il salario minimo, han detto che il
Rdc va ai falsi poveri e ai delinquenti e non ci sono controlli per
scoprirli. Poi, siccome il governo ha portato le pene fino a 6 anni per
quanti truffano col Rdc e Di Maio ha invitato i cittadini a denunciarli,
han detto che questi giustizialisti manettari vogliono spiare e
arrestare pure i poveri. Poi, siccome i controlli scoprono ogni giorno
delinquenti e finti poveri col Reddito, hanno detto che bisogna
abolirlo. Come se gli stessi delinquenti e finti poveri non fregassero
già lo Stato intascando indebitamente 80 euro, Rei, cassa integrazione,
sussidio di disoccupazione, pensione d’invalidità, sgravi e bonus ed
esenzioni famigliari, scolastici, sanitari e universitari, e usufruendo
di tutti i servizi pubblici senza pagare le tasse per finanziarli, senza
che nessuno si sia mai sognato di abolire il Welfare perché molti ne
abusano. Nel giro di un mese, il Corriere ha pubblicato ben due
“inchieste” a piena pagina degne del Giornale e di Libero, con un
florilegio di abusivi: “Chi guida Porsche, chi ha alberghi: ecco i
furbetti del reddito. Cantanti neomelodici, fotografi, imprenditori,
venditori ambulanti, negozianti, pasticceri, pregiudicati e lavoratori
in nero”. Ma tu pensa: non saranno mica gli stessi che evadono le tasse e
intascano indebitamente tutti gli altri strumenti di Welfare? E quando
mai si son fatte campagne per abolire pure quelli solo perché qualcuno
fa il furbo? “Per colpa di qualcuno, non si fa più credito a nessuno”
possono dirlo certi negozianti, non lo Stato. E il fatto che fiocchino
tante denunce non dimostra che il Reddito non funziona, ma che i
controlli funzionano. E aiutano a far emergere non solo i “furbetti del
Reddito”, ma anche un’altra fetta dell’economia nera che è la vera tara
dell’Italia. Ben protetta da chi s’indigna per il ladruncolo che ruba
500 euro al mese e tace sui ladroni che evadono 120 miliardi all’anno.
Infatti strillano contro le manette agli evasori e la
blocca-prescrizione.
Tra le mille balle “a grappolo” contro il Reddito, svetta quella
sparata da La Stampa il 3 novembre, nell’ansia di dimostrare che Di Maio
ha sistemato uno su tre degli elettori del suo collegio: “I delusi del
reddito di cittadinanza: ‘Stanchi di non avere nulla da fare’. A
Pomigliano d’Arco, il paese natale di Luigi Di Maio, su 39 mila abitanti
in 12 mila ricevono un sostegno economico”. Poi s’è scoperto che il
dato dei 12 mila percettori del Reddito citato dall’house organ di casa
Agnelli-Elkann non si riferisce alla sola Pomigliano, ma a tutti e sei i
comuni circostanti che fanno capo al Centro per l’Impiego di
Pomigliano: 208 mila abitanti in tutto, non solo i 39 mila di
Pomigliano. Dunque il Rdc non va al 33% della popolazione, ma ad appena
il 6%. A riprova del fatto che neppure la peggior politica riuscirà mai a
eguagliare la migliore informazione.
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