“L’esercito sta là, 250 uomini senza poteri di
polizia giudiziaria, stanno a fare gli spaventapasseri e davanti ci sono
le carcasse di auto rubate e poi bruciate, i frigoriferi, il rame, gli
scarti tessili e quelli di pellame, tutto bruciato”.
infosannio.wordpress.com/ (di Sarah Buono)
Si intitola La
terra dei ciechi la puntata di Report, in onda stasera, dedicata
all’area tra Napoli e Caserta dove vivono circa 3 milioni di persone.
Novanta paesi che abitualmente respirano i fumi degli incendi di
rifiuti: un veleno continuo. Nell’ultimo anno i roghi sono aumentati del
30%, un’emergenza che non si ferma: durante i mesi estivi la redazione
di Report ha ricevuto decine e decine di nuove segnalazioni.
Nel
servizio, Bernardo Iovene mostra come nulla sia cambiato nonostante “il
commissario, i droni, l’esercito, la cabina di regia e il patto
d’azione”. Nel 2013 il Ministero dell’Interno, la regione Campania,
prefetture e altri enti siglano il “patto per la terra dei fuochi”.
Una task force inutile, al punto che cinque anni dopo viene varato il
“piano di azione per il contrasto dei roghi dei rifiuti” a cui
aderiscono sette diversi Ministeri coordinati da due cabine di regia.
“Per le forze in campo sembra un piano di guerra e ci siamo chiesti
allora chi la stia vincendo questa guerra” sottolinea il conduttore
Sigfrido Ranucci. La risposta è poco consolante come testimoniano i
diversi attivisti del territorio intervistati: Angelo Ferrillo, la
“sentinella integerrima”, Giovanni Papadimitri del comitato Basta roghi o
Biagio D’Alessandro che documenta ogni incendio. Decine e decine di
video pubblicati, decine di segnalazioni con ora e luogo. Iovene
prosegue: “La corruzione nella pubblica amministrazione è l’altra causa
della devastazione di questi territori. La polizia municipale è quella
più esposta, ad Arzano in provincia di Napoli ci sono 9 vigili urbani
sospesi tra ufficiali e sottoufficiali”. Arzano è un comune sciolto per
mafia due volte in tre anni: in pieno centro i rifiuti bruciano ovunque,
vengono sequestrate strade intere ma non basta. In questo territorio
dimenticato se piove è una fortuna, perché l’alternativa è respirare
fumi tossici.
Una legge regionale del 2013 ha stanziato 7 milioni di euro per i
comuni che presentavano progetti per la video sorveglianza e
riqualificazione ma dopo sei anni sono stati spesi in tutto 3 milioni,
solo 34 comuni dei 90 della terra dei fuochi si sono presentati. “Per i
sindaci sono inutili? O preferiscono gli occhi chiusi? È la fotografia
di una patologia, quei rifiuti sono in gran parte di un’economia
illegale, piccoli artigiani, tessili, carrozzieri, meccanici che
lavorano in nero. E che in nero pagano la filiera attrezzata a smaltire
le loro scorie. Se non contrasti l’economia a monte fa i rifiuti
illegali a valle” chiosa Ranucci. Esistono oltre 3500 siti di rifiuti
abbandonati e bruciati, a nord di Napoli segnalati per la maggior parte
da cittadini. Tutti segnalano ma nessuno rimuove. “Festeggiamo dieci
anni da quando è stata decretata per legge la fine dell’emergenza, ve ne
siete accorti?” domanda sarcasticamente Domenico Airoma, procuratore
aggiunto tribunale Napoli Nord. Report non risparmia critiche nemmeno al
ministro dell’Ambiente Sergio Costa, accusato di non mettere in pratica
i proclami del passato.
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lunedì 23 dicembre 2019
Rifiuti & Ambiente e niente da fare. La Terra dei Fuochi brucia sempre di più
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