È stato il mese di maggio più caldo che mai, con temperature che in Russia hanno toccato i 29 gradi. Intanto il permafrost in Canada indietreggia di 1 metro al giorno. I livelli complessivi di ghiacci sono quasi ai minimi storici. L’Artico non ce la fa più e tutto sta cambiando senza che nessuno davvero sappia cosa questo significhi.
Occorre davvero fermarsi a riflettere su questi numeri perché fanno paura.
Le informazioni sul permafrost in Canada arrivano da un gruppo ricercatori dell’Università di Edinburgo che hanno usato dei droni per monitorare i ghiacci della regione artica. Quello che hanno rilevato è che il permafrost si disintegra a un tasso di sei volte superiore a quanto considerato normale.
Il permafrost è il terreno che resta congelato perennemente. Tipicamente funziona da stoccatore naturale di CO2. Ma quando si scioglie o si disintegra, cadendo in mare, iniziano i problemi, perché questo terreno contiene il doppio della CO2 presente in atmosfera, e dunque amplifica i meccanismi dei cambiamenti climatici. Oltre a rilasciare CO2 il permafrost rilascia anche metano, un altro gas serra. E il ciclo continua. La perdita di ghiaccio fa sì che le ondate di caldo siano più intense perché i venti polari sono meno forti come riporta l’Arctic Report Card.
Intanto i livelli di CO2 sono ai massimi storici: 416ppm, e continuano a crescre. È terrificante se ci si pensa bene oltre a non far presagire niente di buono.
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