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sabato 30 giugno 2018
Petizione a valanga: no al bavaglio al web imposto dall’Ue
http://www.libreidee.org
Ferma lo strumento della censura – #SalvaInternet. Internet, come sapete, è in pericolo! Il Parlamento Europeo sta attualmente progettando di rendere più severa la legge sul diritto d’autore, che limiterebbe in modo massiccio la vostra libertà su Internet. Cosa ci si può aspettare? Tra luglio e settembre il Parlamento Europeo deciderà in merito a una nuova riforma del diritto d’autore. Ciò potrebbe modificare radicalmente le leggi sul diritto d’autore in tutta l’Ue. Invece di sostenere gli autori come originariamente previsto, tale riforma potrebbe alla fine ritorcersi contro e imporre loro un onere. In particolare, gli articoli 11 e 13 della riforma comporterebbero enormi restrizioni, non solo per i consumatori. Anche gli autori stessi ne risentirebbero in virtù di questi nuovi regolamenti. Copyright Aggiuntivo: l’articolo 11 della proposta della Commissione Europea si concentra principalmente sul diritto d’autore accessorio dei fornitori di informazioni. Diritti di stampa più specifici proteggeranno i contenuti di questi fornitori e richiederanno una licenza acquistata per poter essere utilizzata da altri. Sono interessati soprattutto i grandi portali di notizie e le pagine degli aggregatori, poiché i testi citati potrebbero essere visti come una violazione del diritto d’autore ai sensi di queste nuove leggi.
Il problema è semplice: una gran parte dei fornitori di notizie su Internet sono finanziati attraverso le visualizzazioni che ricevono sulle pagine e dal guadagno pubblicitario conseguente, un guadagno generato dagli utenti che visitano il loro sitotramite link esterni. Se una piattaforma non è disposta o in grado di pagare queste tasse di licenza, perderebbe quelle visualizzazioni di pagina. La legge proposta, originariamente pensata per supportare questi fornitori, ora toglierà i loro mezzi di esistenza. Il filtro usato: l’attuazione dell’articolo 13 comporta un filtraggio totale in tempo reale di tutti i contenuti che saranno caricati su Internet: ogni pacchetto di dati caricato su internet viene scansionato automaticamente da un algoritmo potenzialmente soggetto a errori. Questo è paragonabile all’algoritmo implementato da YouTube, che spesso cancella erroneamente contenuti non protetti dalle leggi sul copyright.
Di Maio: niente bavaglio al web, l’Italia si opporrà all’Ue
http://www.libreidee.org
Sono contento che dopo anni di battaglie oggi ci sia un consenso pressoché unanime nell’affermare che lo sviluppo di Internet, della banda larga, l’accesso alla Rete per tutti e la velocità con cui i cittadini possono operare sul web, sia diventata una cosa scontata. Direi uno dei diritti inalienabili dei cittadini. Tuttavia, ancora oggi e lo voglio dire in questa occasione, la Rete sta correndo un grave pericolo. E il pericolo arriva direttamente dall’Europa e si chiama riforma del copyright. La scorsa settimana è passata una linea che maturava dopo almeno due anni di contrattazioni. Una linea controversa, proposta inizialmente dalla Commissione Europea, che riporta due articoli che potrebbero mettere il bavaglio alla Rete così come noi oggi la conosciamo. Il primo prevede un diritto per gli editori, i grandi editori di giornali, di autorizzare o bloccare l’utilizzo digitale delle loro pubblicazioni introducendo anche una nuova remunerazione per l’editore, la cosiddetta link tax. In poche parole quando noi condividiamo un articolo ed escono quelle tre o quattro righe al di sotto del link, ecco quelle tre o quattro righe verrebbero tassate. Dicono pure che sia un modo per migliorare la qualità dell’informazione.
L’Europa dovrebbe puntare sulla cultura e sull’istruzione, per fare in modo che i suoi cittadini capiscano cos’è una fake news; invece preferisce inondare di nuove tasse perfino le tre righe che escono quando condividiamo un articolo o un’informazione in generale. Il secondo articolo è perfino più pericoloso del primo, perché impone alle società che danno accesso a grandi quantità di dati di adottare misure per controllare ex ante tutti i contenuti caricati dagli utenti. Praticamente, qualunque cosa venga caricata che abbia anche solo una parvenza di ledere il diritto d’autore, e con questo mi riferisco a qualsiasi immagine per esempio, e sottolineo qualsiasi, potrebbe essere bloccata da una piattaforma privata. Praticamente deleghiamo a delle multinazionali – e neanche loro credo lo vogliano – che spesso nemmeno sono europee, il potere di decidere cosa debba essere o meno pubblicato. Cosa è giusto o sbagliato. Cosa i cittadini devono sapere e cosa non devono sapere. Se non è un bavaglio questo ditemi voi cos’è un bavaglio. E pensiamo anche alle piccole e medie imprese di questo settore, che non avranno mai la potenza economica per affidarsi ad un algoritmo che decide cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Spagna: Campamento Dignidad per un reddito di base incondizionato
http://www.bin-italia.org/
Nella regione dell’Estremadura i “Campi della dignità” (Campamento Dignidad) hanno chiesto l’introduzione di un reddito di base come “diritto di cittadinanza”, e che soddisfi anche le caratteristiche di “individualità, incondizionatezza e sufficiente” per vivere.
In un comunicato stampa, i promotori hanno affermato che “il reddito di inserimento in Estremadura non è una soluzione, ma parte del problema”, considerando che “queste prestazioni sono date in quantità minime e perpetuano la povertà e il clientelismo “. Così, “con la prospettiva della preparazione o della modifica da parte dell’Assemblea di Extremadura di un nuovo regolamento” su questo tema, i collettivi del Campamento Dignidad hanno evidenziato “l’obiettivo” volto ad “ottenere l’introduzione di un reddito di base, individuale e incondizionato”.
Classe dirigente. Barilla, Corallo e Margherita Agnelli: i tesori dei vip d’Italia sono all'estero
L'erede insoddisfatta di casa Fiat ha una società da 1,5 miliardi alle isole Vergini. La dinastia industriale di Parma preferisce Hong Kong. E il re delle slot machine nasconde oltre 42 milioni di euro a Dubai mai sequestrati nonostante l’arresto. Da Panama le nuove carte sui conti segreti dei ricchi.
L'Espresso Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti
La lite familiare più ricca della storia d’Italia si era chiusa in Cassazione, nel 2015, con un verdetto chiaro: Margherita Agnelli,
l’erede insoddisfatta di casa Fiat, non ha ottenuto un soldo in più di
quello che aveva già incassato nel 2004, un anno dopo la morte del
padre. Anni di processi però non hanno svelato il dato di fondo: a
quanto ammontava l’eredità di Gianni Agnelli e quanto aveva ricevuto
esattamente la figlia Margherita? L’unica cifra conosciuta, all’inizio,
era un bonifico bancario di 109 milioni. Poi un avvocato svizzero,
vistosi accusare di aver preteso una parcella esagerata, ha replicato
che Margherita avrebbe ottenuto beni per un valore complessivo di 1.166
milioni. Ora, per la prima volta, è lei stessa a quantificare il suo
tesoro ereditario, che supera ogni precedente stima: un miliardo e
mezzo.Libri. Un moderno panopticon: Internet e la società dell’ignoranza.
La pervasività della razionalità scientifica e tecnologica tipica di un mondo iperconnesso come il nostro pone rilevanti conseguenze in termini di effetti maladattativi e fa emergere con urgenza la questione del rapporto tra individui e conoscenza. In particolare, occorre domandarsi se sia la conoscenza a dovere/potere assumere, attraverso il concetto di “counteractive cultural niche”, un ruolo di freno nei confronti del dilagare esclusivo e privo di regole della tecnologia, o se, invece, si debba mirare alla costituzione di una “società dell’ignoranza” in cui il residuo ineliminabile di non conoscenza venga rivalutato positivamente come vera e propria risorsa da coltivare con consapevolezza.
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L. Magnani, Conoscenza come dovere. Moralità distribuita in un mondo tecnologico, Associated International Academic Publishers, Pavia 2005.
N. N. Taleb, Il Cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Il Saggiatore, Milano 2007.
«Il soggetto della libertà e quello della sottomissione si sono invertiti;
le cose sono libere, ed è l'uomo a non esserlo più».
le cose sono libere, ed è l'uomo a non esserlo più».
Günther Anders[1]
«La portata, gli obiettivi e le conseguenze dell'azione determinati
dalla tecnologia moderna sono cosi nuovi che l'etica precedente
non è più in grado di abbracciarli. Oggi, il coro dell'Antigone sulle
portentose capacità dell'uomo dovrebbe essere letto in modo differente;
e la sua ammonizione all'individuo perché rispetti le leggi della terra
non sarebbe più sufficiente».
Hans Jonas[2]
«La portata, gli obiettivi e le conseguenze dell'azione determinati
dalla tecnologia moderna sono cosi nuovi che l'etica precedente
non è più in grado di abbracciarli. Oggi, il coro dell'Antigone sulle
portentose capacità dell'uomo dovrebbe essere letto in modo differente;
e la sua ammonizione all'individuo perché rispetti le leggi della terra
non sarebbe più sufficiente».
Hans Jonas[2]
Migranti & UE. Quello che non ho: il Consiglio Ue fissa solo principi sui migranti, senza concretezza nè soldi.
No di Italia, Francia e Spagna ai nuovi centri chiusi per migranti. Per l'Africa solo 500mln. L'11 luglio vertice informale ministri Interni a Innsbruck.
In sostanza: Parigi insiste a dire che i nuovi centri chiusi per i migranti, gestiti dall'Ue, non nasceranno sul proprio territorio ma solo nei paesi frontalieri come Italia, Spagna, Grecia, Malta. Poco dopo si smarca anche Madrid, che si aggiunge ai no extra-Ue di Libia, Algeria e Tunisia. E poi langue il Trust fund per l'Africa, il fondo per bloccare sul nascere l'immigrazione in Ue, punto cruciale della trattativa italiana. Ci sono solo i 500 milioni di bilancio comunitario già promessi in precedenza: mancano i contributi degli Stati per arrivare al totale previsto di un 1 miliardo e 200 milioni di euro.
Migranti, naufragio al largo della Libia. Unhcr: “100 morti, un’ora in mare prima che arrivassero aiuti”. Tra loro 3 bambini.
Scuola, la chiamata è stata un flop. Giusto eliminarla, ma non basta.
“Con l’accordo sindacale, già dal
prossimo anno scolastico si elimina l’istituto della cosiddetta chiamata
diretta dei docenti. In attesa dell’intervento legislativo di
definitiva abrogazione, che è mia intenzione proporre nel primo
provvedimento utile, con l’accordo sindacale di oggi si dà attuazione a
una precisa previsione del contratto del governo del cambiamento,
sostituendo la chiamata diretta, connotata da eccessiva discrezionalità e
da profili di inefficienza, con criteri trasparenti e obiettivi di
mobilità ed assegnazione dei docenti dagli uffici territoriali agli
istituti scolastici”, così il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti.
Marina Boscaino Insegnante
Senza colpo ferire e – soprattutto – a costo zero, ecco l’annuncio del neo ministro leghista: chiamata diretta cancellata. Abbattuto uno dei provvedimenti più odiosi della ancora per molti inemendabile “Buona Scuola” (la legge 107/15). Di cosa si tratta? L’accordo prevede che gli insegnanti che per l’anno scolastico 2018/19 abbiano ottenuto il trasferimento su ambito territoriale, possano effettuare il passaggio da ambito a scuola senza la chiamata diretta (una sorta di scelta discrezionale da parte dei dirigenti scolastici), ma in base ai punteggi dei trasferimenti stessi, ferme restando le precedenze previste dall’art. 13 del Ccnl Mobilità. La procedura riguarderà, con le stesse modalità, anche i docenti che saranno assunti in ruolo a partire dal 1° settembre 2018.
venerdì 29 giugno 2018
La crisi e la povertà: sono i giovani a pagare il conto
I
minorenni e i giovani fino ai 34 anni costituiscono quasi la metà —
2.320.000 — di tutti coloro che si trovano in povertà assoluta in
Italia. È un dato ormai strutturale.
repubblica CHIARA SARACENO
L’aumento della povertà assoluta avvenuto dal 2005, e in particolare dalla crisi del 2008, è fortemente concentrato tra i più giovani. In un Paese in cui ci si lamenta che non nascono abbastanza bambini, una percentuale altissima delle giovani generazioni non ha abbastanza da vivere. E se qualche giovane si azzarda a formare una famiglia prima dei 35 anni, corre seri rischi di povertà per sé e per i suoi famigliari.
Sarà anche vero che c’è la ripresa. Ma non ha ancora toccato le aree e i gruppi più svantaggiati, facendo anzi aumentare i divari tra Centro-Nord e Mezzogiorno, tra giovani e anziani, tra famiglie senza figli o con un solo figlio e famiglie con più figli, oltre che tra famiglie giovani e famiglie di anziani. È un fenomeno che non riguarda gli stranieri, che pure presentano tassi di povertà quasi cinque volte più elevati rispetto agli italiani e corrispondono a un quinto di tutti i poveri assoluti.
Dentro l’aumento della povertà c’è il boom dei working poor.
La povertà cresce ma non sembra essere una priorità dell’agenda politica. L’Istat
ha pubblicato i dati sulla povertà nel nostro paese che confermano
l’aumento assoluto e percentuale di poveri e persone a rischio. I dati sulla povertà assoluta (quelli maggiormente amplificati dai mass media) ci dicono che le
persone che vivono in povertà assoluta in Italia superano i 5 milioni
nel 2017.
E’ il valore più alto registrato dall’Istat dall’inizio delle
serie storiche, nel 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate
in 1 milione e 778mila e vi vivono 5 milioni e 58 mila individui.
Ma dovrebbero essere i dati sull’aumento della povertà relativa a preoccupare ancora di più.
La povertà relativa è
infatti un parametro che esprime la difficoltà nel reperire i beni e
servizi, riferita a persone o ad aree geografiche, in rapporto al
livello economico medio di vita dell’ambiente o della nazione. Questo
livello è calcolato attraverso il consumo pro-capite o il reddito medio,
cioè il valore medio del reddito per abitante, quindi, la quantità di
denaro di cui ogni cittadino può disporre in media ogni anno e fa
riferimento a una soglia convenzionale adottata internazionalmente che
considera povera una famiglia di due persone adulte con un consumo
inferiore a quello medio pro-capite nazionale. Per una famiglia di due
componenti è pari alla spesa media per persona nel paese, che nel 2017 è
risultata pari a 1.085,22 euro al mese.
giovedì 28 giugno 2018
Pubblicato il Libro Bianco sulle droghe, torna la repressione
Fonte: il manifestoAutore: Stefano Anastasia e Franco Corleone
«Si pensava a qualcosa di meglio», avrebbe detto Sergio Endrigo, del tempo che ci tocca di vivere.
Questo Libro Bianco sulla politica delle droghe, il nono, viene pubblicato alla conclusione di un lungo ciclo che ha visto protagonisti e vicende assai contrastanti, dalla approvazione della legge Fini-Giovanardi al dominio di Giovanni Serpelloni sul Dipartimento antidroga, dalla cancellazione della legge iperproibizionista e punitiva da parte della Corte Costituzionale a timide modifiche legislative.
mercoledì 27 giugno 2018
La pioggia di miliardi europei che l’Italia spreca. E che Di Maio sogna di usare per il reddito di cittadinanza
C’è una risoluzione approvata dal Parlamento europeo che impegna la Commissione Ue ad attivarsi affinché il 20% del Fondo sociale europeo venga destinato ai progetti di sostegno al salario minimo e al reinserimento nel mondo del lavoro.
it.businessinsider.com Marco Cimminella Giuliano Balestreri
Tradotto: 24 dei 121 miliardi in dotazione dal Fse dovrebbero essere utilizzati per riformare il mercato del lavoro del Vecchio continente.
La quota per l’Italia è pari a 3,4 miliardi di euro, ma il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, spera di mettere le mani su una fetta ancora più grande perché “nessuno in Europa – dicono fonti vicine ai 5 Stelle – sta lavorando al reddito di cittadinanza così come lo intendiamo noi”.
D’altra parte la riforma dei 5 Stelle punta sui centri per l’impiego e sull’obbligo alla formazione insieme alla ricerca attiva di un’occupazione attraverso il portale unico del lavoro.
Insomma c’è l’idea di replicare un modello che all’estero già esiste: “In Italia – spiegava a Business Insider Italia la senatrice Nunzia Catalfo, prima firmataria della proposta di legge – ci sono 9mila persone che lavorano nei servizi per l’impiego; in Francia e Germania sono decine di migliaia”.
it.businessinsider.com Marco Cimminella Giuliano Balestreri
Tradotto: 24 dei 121 miliardi in dotazione dal Fse dovrebbero essere utilizzati per riformare il mercato del lavoro del Vecchio continente.
La quota per l’Italia è pari a 3,4 miliardi di euro, ma il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, spera di mettere le mani su una fetta ancora più grande perché “nessuno in Europa – dicono fonti vicine ai 5 Stelle – sta lavorando al reddito di cittadinanza così come lo intendiamo noi”.
D’altra parte la riforma dei 5 Stelle punta sui centri per l’impiego e sull’obbligo alla formazione insieme alla ricerca attiva di un’occupazione attraverso il portale unico del lavoro.
Insomma c’è l’idea di replicare un modello che all’estero già esiste: “In Italia – spiegava a Business Insider Italia la senatrice Nunzia Catalfo, prima firmataria della proposta di legge – ci sono 9mila persone che lavorano nei servizi per l’impiego; in Francia e Germania sono decine di migliaia”.
Migranti & la Pacchia. Latina, inferno dei centri migranti privati Il gestore intercettato: per farli mangiare ‘spendo 1,6 euro al giorno, pranzo e cena’.
F.Q. Marco Pasciuti
“Un euro e 66 centesimi a testa, pranzo e cena”. Per ospitare i richiedenti asilo nelle sue strutture. A fronte dei 35 che la Prefettura garantiva alla onlus per ogni migrante ospitato. E’ solo la porta dell’inferno spalancato dall’inchiesta della Procura di Latina sulla gestione di alcuni Cas, Centri di accoglienza straordinaria, di Fondi, nel sud pontino. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano ha portato all’arresto di 6 persone, tra cui i gestori di due onlus, La Ginestra e L’Azalea, che gestivano diverse strutture di accoglienza nel piccolo centro laziale. I reati ipotizzati nei confronti dei presunti responsabili sono, a vario titolo, falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture, maltrattamenti.
Lunghissima la lista delle irregolarità emerse dagli accertamenti effettuati dagli uomini della squadra mobile di Latina e quelli del Commissariato di Fondi. Rasenta il grottesco la condotta del presidente de L’Azalea, Luigi Pannozzo, che era riuscito a farsi assegnare la convenzione per 20 migranti fornendo nella richiesta un indirizzo cui non corrispondeva alcuna struttura di accoglienza: nell’appartamento in via Vespasiano Gonzaga 35, in pieno centro storico a Fondi, infatti, abitava la sua nonna materna e al pian terreno c’era il suo studio legale.
martedì 26 giugno 2018
Il licenziamento di Lavinia Cassaro: un pericoloso precedente
La
destituzione dall’incarico dell’insegnante è un atto gravissimo. Le
motivazioni dell’atto chiariscono che l’istituzione scolastica non ha
giudicato il contenuto del suo lavoro, ma la presunta “immoralità” del
suo comportamento nella vita privata
Ma poi, è davvero un reddito di cittadinanza?
collettivo militant
Nel tentativo quasi disperato di recuperare almeno in parte il centro della scena politica e di conteneree in questo modo la visibilità mediatica di Salvini, Luigi Di Maio sta cercando di rimettere in agenda i temi più cari ai cinque stelle. Tra questi su tutti, il Reddito di Cittadinanza, un misura di contrasto alla povertà che nelle intenzioni del leader pentastellato dovrebbe iniziare a prendere forma già da quest’anno. Intervenendo al congresso della Uil il ministro del lavoro ha provato a spiegare meglio i contorni della sua proposta: un assegno di 780 euro (per i single) che può salire fino a 2340 euro (per le famiglie molto numerose) destinato ai circa 9 milioni di cittadini che versano in condizioni di povertà assoluta e relativa, un reddito che sarebbe però subordinato allo svolgimento di 32 ore mensili di lavori “socialmente utili” per il comune di residenza e condizionato dalla disponibilità da parte del beneficiario ad accettare i lavori offerti dai Centri per l’Impiego (con un massimo di 3 rifiuti in 2 anni).
Austerità & Barbarie: migranti e lavoratori sono sulla stessa barca.
La campagna elettorale di M5S e Lega è stata caratterizzata, almeno a
parole, da posizioni fortemente critiche verso l’austerità imposta dai
trattati europei. I risultati delle elezioni ci hanno consegnato un
governo egemonizzato da queste due formazioni politiche. Ma che cosa
resta dei bellicosi propositi sbandierati nei mesi precedenti le
elezioni e nei concitati giorni della formazione del nuovo Governo?
Per avere un indizio, dobbiamo porci un’ulteriore domanda: per quale ragione Salvini ed il suo codazzo urlante hanno dedicato le ultime settimane a riempire giornali e notiziari con sparate sempre più agghiaccianti, dal rifiuto di accogliere nei porti italiani un barcone con 629 dannati della terra alla proposta di indire un censimento su base etnica di rom, sinti e camminanti, da espellere in un secondo momento non si sa verso dove dato che sono nella pressoché totalità cittadini comunitari? C’è di mezzo sicuramente il razzismo, così come la volontà di continuare la campagna elettorale facendo leva sui più bassi istinti dell’elettorato di riferimento. Ma c’è, soprattutto, anche altro: la Lega ed i 5Stelle hanno un enorme bisogno di creare una cortina di fumo, dietro alla quale nascondersi e nascondere il loro immediato ritorno all’ovile del dogma dell’austerità europea, abbinato alle prime tracce di una politica economica smaccatamente dalla parte di una piccolissima minoranza di ricchi e privilegiati. Proviamo ad andare con ordine. Possiamo anche tralasciare gli aspetti più tristi e clowneschi, come il solerte Savona che dal suo buen retiro al Ministero degli Affari Europei abiura ogni cosa che possa avere detto o pensato (o che gli possa essere stata attribuita) affermando a gran voce che “L’euro non solo ha aspetti positivi, ma è anche indispensabile. Non so come dirvelo, non voglio l’uscita dalla moneta unica e non esiste nessun piano B”.
Classe dirigente. Cave, l’affare delle concessioni: “Affittate per 27 milioni, rendono un miliardo”. L’indagine a Napoli: acqua contaminata per incendi sul Vesuvio
Profitti garantiti e costi bassi per i gestori che spesso si traducono
in devastazioni. Un’inchiesta della Procura di Napoli: “Danni
incalcolabili nell’ecosistema del vulcano”.
... ora i cinque imprenditori sono tutti agli arresti domiciliari accusati di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale...
...Per capire la pacchia basta leggere nella proroga dell’autorizzazione regionale quanto i gestori hanno pagato al Comune: 2 mila euro.
F.Q. Nello Trocchia
Una pacchia, questa sì vera e senza fine. Profitti garantiti, costi bassi e, non di rado, devastazioni ambientali che restano in carico alla collettività.
I gestori delle cave, in Italia, hanno vita facile con pochi controlli, guadagni enormi e senza lasciare niente allo Stato. Come succede a Comiziano, in provincia di Napoli, dove, secondo l’accusa della Procura, c’è stata la compromissione dell’acqua di falda. Una storia che si inserisce in un quadro nazionale dove gli impatti ambientali sono alti mentre restano bassi i ricavi per lo Stato.
Come dimostra l’ultimo rapporto sulle cave realizzato da Legambiente: “Le entrate degli enti pubblici dovute all’applicazione dei canoni sono ridicole – si legge nel dossier, aggiornato al 2017 – in confronto ai guadagni del settore. Il totale nazionale di tutte le concessioni pagate nelle regioni, per sabbia e ghiaia, arriva nel 2015 a 27,4 milioni di euro (…). Cifre ridicole rispetto ad oltre un miliardo di euro l’anno ricavato dai cavatori dalla vendita, un dato che rimane sbalorditivo e che ha visto un aumento medio dei prezzi dovuto principalmente alla minore quantità di materiale estratto e quindi disponibile sul mercato”.
Insomma le attività estrattive “mangiano” il territorio, mutano il paesaggio, ma a guadagnarci sono solo i privati.
... ora i cinque imprenditori sono tutti agli arresti domiciliari accusati di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale...
...Per capire la pacchia basta leggere nella proroga dell’autorizzazione regionale quanto i gestori hanno pagato al Comune: 2 mila euro.
F.Q. Nello Trocchia
Una pacchia, questa sì vera e senza fine. Profitti garantiti, costi bassi e, non di rado, devastazioni ambientali che restano in carico alla collettività.
I gestori delle cave, in Italia, hanno vita facile con pochi controlli, guadagni enormi e senza lasciare niente allo Stato. Come succede a Comiziano, in provincia di Napoli, dove, secondo l’accusa della Procura, c’è stata la compromissione dell’acqua di falda. Una storia che si inserisce in un quadro nazionale dove gli impatti ambientali sono alti mentre restano bassi i ricavi per lo Stato.
Come dimostra l’ultimo rapporto sulle cave realizzato da Legambiente: “Le entrate degli enti pubblici dovute all’applicazione dei canoni sono ridicole – si legge nel dossier, aggiornato al 2017 – in confronto ai guadagni del settore. Il totale nazionale di tutte le concessioni pagate nelle regioni, per sabbia e ghiaia, arriva nel 2015 a 27,4 milioni di euro (…). Cifre ridicole rispetto ad oltre un miliardo di euro l’anno ricavato dai cavatori dalla vendita, un dato che rimane sbalorditivo e che ha visto un aumento medio dei prezzi dovuto principalmente alla minore quantità di materiale estratto e quindi disponibile sul mercato”.
Insomma le attività estrattive “mangiano” il territorio, mutano il paesaggio, ma a guadagnarci sono solo i privati.
Migranti, arrestati sei gestori di centri Cas a Latina: truffa, frode e maltrattamenti.
Sono accusati a vario titolo di falso, truffa aggravata, frode nelle pubbliche forniture e maltrattamenti.
AIDS. «Io, 16 anni, sono sieropositiva. Ma non sapevo neppure cosa fosse il virus dell'Hiv».
Il racconto di una ragazza che, facendo esami di routine prima di un intervento, ha scoperto di aver contratto il virus. E che ora racconta: «Molti della mia generazione pensano che questo problema non esista più».
L'Espresso Elena Testi
Al suo fianco una psicologa. La porta sigillata, niente deve fuoriuscire
all’esterno. È una storia che vuole raccontare protetta da quattro mura
bianche e una scrivania, dove a volte si appoggia, guardando il suo
interlocutore negli occhi. Ci vuole un filo di voce per tornare indietro
e togliere dalla mente l’attimo in cui all’ospedale le dissero: «Hai il virus dell’Hiv».
Ci pensa e poi ci pensa di nuovo, fino a rompere l’imbarazzo con un:
«Io non sapevo neanche cosa fosse questo virus dell’Hiv, mi è piombato
tutto addosso».Sedici anni e mezzo e una data fissata nel calendario, quella in cui sarebbe dovuta andare in un centro specializzato per effettuare un’operazione. La data slitta di tre mesi, ma nel frattempo una complicazione rischia di ucciderla. Viene ricoverata d’urgenza e preparata per l’intervento tempestivo che le salverà la vita. Ma prima di entrare in sala operatoria la dottoressa procede con le analisi, obbligatorie in queste casi. Ed è dagli esami che si scopre che ha contratto il virus dell’Hiv.
«Siamo una generazione poco preparata, ci sono molti adolescenti che non sanno bene neanche come si usa un profilattico». Mentre lo dice sembra arrabbiata. E poi: «In molti pensano che l’Hiv non esista più, cioè sai che esiste, ma che è una cosa così».
Cannabis. Usa, approvato il primo farmaco a base di cannabis.
PRESTO i pazienti affetti da alcune forme di epilessia potranno beneficiare di un farmaco a base di cannabis. Si tratta di Epidiolex,
un antiepilettico che ha soddisfatto i requisiti della Food and Drug
Administration (Fda), l'ente governativo che si occupa della
regolamentazione dei farmaci negli Stati Uniti. Sarà disponibile a
partire dal prossimo autunno, un'alternativa per tutte quelle persone
che non hanno risposto bene ai trattamenti mirati al controllo delle
convulsioni.
repubblica.it
IL FARMACO APPROVATO
Il medicinale rappresenta la "prima formulazione farmaceutica di cannabidiolo altamente purificato a base vegetale (Cbd), un cannabinoide privo dell'alta associazione con la marijuana e il primo di una nuova categoria di farmaci antiepilettici", hanno spiegato dalla GW Pharmaceuticals, la società biofarmaceutica che produce Epidiolex, con sede nel Regno Unito.
Sarà utilizzato per il trattamento di due tipi di sindromi epilettiche: la sindrome di Dravet, una rara disfunzione genetica che colpisce il cervello, e la sindrome di Gastaut, che comporta convulsioni sin dalla prima infanzia.
Il farmaco sarà utilizzato per il trattamento di due gravi epilessie ad esordio infantile: la sindrome di Dravet, una rara malattia genetica che colpisce il cervello e che inizia nel primo anno di vita, e la sindrome di Lennox-Gastaut, un'altra forma di epilessia, che di solito esordisce tra i 3 e i 5 anni di età.
repubblica.it
IL FARMACO APPROVATO
Il medicinale rappresenta la "prima formulazione farmaceutica di cannabidiolo altamente purificato a base vegetale (Cbd), un cannabinoide privo dell'alta associazione con la marijuana e il primo di una nuova categoria di farmaci antiepilettici", hanno spiegato dalla GW Pharmaceuticals, la società biofarmaceutica che produce Epidiolex, con sede nel Regno Unito.
Sarà utilizzato per il trattamento di due tipi di sindromi epilettiche: la sindrome di Dravet, una rara disfunzione genetica che colpisce il cervello, e la sindrome di Gastaut, che comporta convulsioni sin dalla prima infanzia.
Il farmaco sarà utilizzato per il trattamento di due gravi epilessie ad esordio infantile: la sindrome di Dravet, una rara malattia genetica che colpisce il cervello e che inizia nel primo anno di vita, e la sindrome di Lennox-Gastaut, un'altra forma di epilessia, che di solito esordisce tra i 3 e i 5 anni di età.
lunedì 25 giugno 2018
Elezioni turche: Erdoğan centra il doppio obiettivo
http://enricocampofreda.blogspot.com/
Bottino completo su politiche e presidenziali per Recep Tayyip
Erdoğan che ancora una volta si fa padrone della Turchia col consenso
dell’urna. Registra il duplice successo alle politiche col partito-regime
(l’Akp), che da tempo ne segue ed esegue pedissequamente ogni respiro e con il
42.4%, può tranquillamente governare, vista anche la tenuta dell’alleato
nazionalista (Mhp) confermatosi all’11.4%.
Roma. Oz-Officine Zero è sotto sgombero
contropiano Officine Zero
Incontro pubblico mercoledì 27 giugno
E’ stata emessa l’ingiunzione di sgombero a carico di Officine Zero, multifactory innestatasi, in seguito a un processo di rigenerazione urbana condotto dal basso, all’interno della ex-RSI , le officine di riparazione treni notte in zona Portonaccio a Roma.Cos’è Shodan, il motore di ricerca per server, router e webcam
http://www.fastweb.it
Google è noto a tutti come il miglior motore di ricerca esistente. Ma per scavare tra i miliardi di dispositivi IoT si deve far ricorso a Shodan
In un'associazione mentale, all'espressione "motore di ricerca" non può che corrispondere la parola "Google". Quanto meno nel mondo occidentale, la creatura di Larry Page e Sergey Brin è sinonimo di motore di ricerca e, non a caso è ormai da anni il sito web che genera il maggior traffico a livello mondiale. Big G, però, non è un unicuum: le alternative a Google sono innumerevoli e, in un modo o nell'altro, riescono a rosicchiare piccole fette di mercato al gigante di Mountain View.
Spesso ciò accade anche grazie alla diversificazione: alcuni sviluppatori preferiscono creare dei motori di ricerca che funzionano su nicchie (motori di ricerca per immagini, ad esempio), andando così a coprire delle aree tematiche che Google ignora o preferisce non coprire. Un esempio è dato da Shodan, definito dal suo stesso ideatore "Il motore di ricerca più spaventoso al mondo". Al di là delle definizioni, Shodan si interessa al mondo dell'Internet of Things e alla galassia di dispositivi smart connessi tra di loro grazie alla Rete.
Google è noto a tutti come il miglior motore di ricerca esistente. Ma per scavare tra i miliardi di dispositivi IoT si deve far ricorso a Shodan
In un'associazione mentale, all'espressione "motore di ricerca" non può che corrispondere la parola "Google". Quanto meno nel mondo occidentale, la creatura di Larry Page e Sergey Brin è sinonimo di motore di ricerca e, non a caso è ormai da anni il sito web che genera il maggior traffico a livello mondiale. Big G, però, non è un unicuum: le alternative a Google sono innumerevoli e, in un modo o nell'altro, riescono a rosicchiare piccole fette di mercato al gigante di Mountain View.
Spesso ciò accade anche grazie alla diversificazione: alcuni sviluppatori preferiscono creare dei motori di ricerca che funzionano su nicchie (motori di ricerca per immagini, ad esempio), andando così a coprire delle aree tematiche che Google ignora o preferisce non coprire. Un esempio è dato da Shodan, definito dal suo stesso ideatore "Il motore di ricerca più spaventoso al mondo". Al di là delle definizioni, Shodan si interessa al mondo dell'Internet of Things e alla galassia di dispositivi smart connessi tra di loro grazie alla Rete.
Che cos'è Shodan
In un web dove la profilazione degli utenti avviene anche a loro insaputa, l’uso di Tor può permettere di navigare in anomiato – e con maggiore tranquillità
https://www.wired.it
Tor alla ribalta: il browser per la navigazione ”protetta” sulla Rete ha messo in piedi una campagna di comunicazione per sensibilizzare l’utenza sulla potenza dell’anonimato online. Senza bisogno di essere hacker né delinquenti con necessità di nascondere qualche scheletro nell’armadio, Tor può rivelarsi per tutti un comodo strumento per mantenere elevati standard di privacy quando si naviga sulla Rete.
Tor è un software che nasconde la sorgente e la destinazione del traffico e previene qualunque tipo di controllo esterno. Esiste da molti anni, e ha raggiunto una ottima stabilità, diventando in assoluto uno dei migliori tool salva-privacy di questo momento. Ed è gratuito.
Tor alla ribalta: il browser per la navigazione ”protetta” sulla Rete ha messo in piedi una campagna di comunicazione per sensibilizzare l’utenza sulla potenza dell’anonimato online. Senza bisogno di essere hacker né delinquenti con necessità di nascondere qualche scheletro nell’armadio, Tor può rivelarsi per tutti un comodo strumento per mantenere elevati standard di privacy quando si naviga sulla Rete.
Tor è un software che nasconde la sorgente e la destinazione del traffico e previene qualunque tipo di controllo esterno. Esiste da molti anni, e ha raggiunto una ottima stabilità, diventando in assoluto uno dei migliori tool salva-privacy di questo momento. Ed è gratuito.
Lifeline, ong chiederà accoglienza alla Francia: “Siamo stati rifiutati da Germania, Olanda e Italia”
https://www.ilfattoquotidiano.it
L’odissea della nave Lifeline continua. “Siamo stati rifiutati da Germania, Olanda, Italia … oggi chiederemo alla Francia di accoglierci” dice Axel Steier,
portavoce della ong, alla radio francese RTL. L’imbarcazione ospita a
bordo 350 migranti ed è in attesa della possibilità di attraccare. Non in Italia, né a Malta dopo le feroci polemiche tra i due governi e dopo il disconoscimento da parte de L’Aja che ha ufficialmente fatto sapere che la nave non batte bandiera olandese anche se nell’elenco ufficiale Imo risulta registrata nei Paesi Bassi. “Se non abbiamo risposta – ha detto Steier – lasceremo Malta per andare verso il nord … Spagna o Francia“. Madrid ha già accolto i migranti della Aquarius e sembrava possibile che il governo del neo premier Pedro Sanchez potesse bissare l’operazione di solidarietà. Una situazione di stallo per Lifeline – che ieri aveva invitato Matteo Salvini a visitare la barca – il giorno dopo il vertice a 16 di Bruxelles da cui non è venuta fuori nessuna sintesi scritta, ma segnali di distensione dopo gli attacchi e i botta e risposta dei giorni scorsi.
Segnali che sono durati davvero poco. “Non è certo il signor Salvini (oggi in missione in Libia, ndr) a poter dare lezioni alla Francia” ha detto la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “La generosità della Francia – ha continuato – non può essere rimessa in discussione da nessuno e non è certo il signor Salvini che chiude i suoi porti (…) che aveva incoraggiato Sos Méditerranée a prendere dei migranti per poi rifiutarli (…) a dare lezioni alla Francia. L’Europa non si riassume in uomini che parlano forte in assenza di forza”. A una domanda sulla nave dell’ong tedesca la ministra ha ribadito il principio di accoglienza nel porto più vicino. “È il diritto internazionale – ha concluso – non possiamo sostituirlo con la legge della giungla“.
Segnali che sono durati davvero poco. “Non è certo il signor Salvini (oggi in missione in Libia, ndr) a poter dare lezioni alla Francia” ha detto la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “La generosità della Francia – ha continuato – non può essere rimessa in discussione da nessuno e non è certo il signor Salvini che chiude i suoi porti (…) che aveva incoraggiato Sos Méditerranée a prendere dei migranti per poi rifiutarli (…) a dare lezioni alla Francia. L’Europa non si riassume in uomini che parlano forte in assenza di forza”. A una domanda sulla nave dell’ong tedesca la ministra ha ribadito il principio di accoglienza nel porto più vicino. “È il diritto internazionale – ha concluso – non possiamo sostituirlo con la legge della giungla“.
Golpe europeo contro la libertà del web, l’Italia si opponga
http://www.libreidee.org
Il diavolo non è poi brutto come lo si dipinge? In compenso, l’Unione Europea è peggio: come un monarca dispotico, ordina che sia imbavagliato il bambino che si è permesso di gridare che “il re è nudo”. Così, esercitando un arbitrio che ha la forza grottesca di un sopruso arcaico, Bruxelles prova a spegnere le antenne del popolo, quelle che i cittadini-elettori hanno ascoltato per poi decidere da chi farsi governare. E’ pensabile, una Brexit senza il web? E’ immaginabile una vittoria di Trump senza i social media? E una sconfitta di Renzi senza Facebook? Un governo “gialloverde” senza la Rete? No, appunto. Ed è per questo che il potere centrale del nuovo Sacro Romano Impero – con i suoi complici principali, i grandi media – sta preparando la spallata finale alla libertà di Internet: il divieto di far circolare idee, parole e immagini – tramite link, come finora si è fatto – sotto minaccia di violazione del copyright. Un bavaglio medievale, universale, bloccando alla fonte ogni notizia tramite filtri sulle piattaforme di distribuzione, cominciando da Google e Facebook. In pratica: la fine del web come l’abbiamo conosciuto, fondato sulla libera circolazione (immediata) di segnalazioni, opinioni, fatti e analisi, contenuti normalmente oscurati da giornali e televisioni.
Il diavolo non è poi brutto come lo si dipinge? In compenso, l’Unione Europea è peggio: come un monarca dispotico, ordina che sia imbavagliato il bambino che si è permesso di gridare che “il re è nudo”. Così, esercitando un arbitrio che ha la forza grottesca di un sopruso arcaico, Bruxelles prova a spegnere le antenne del popolo, quelle che i cittadini-elettori hanno ascoltato per poi decidere da chi farsi governare. E’ pensabile, una Brexit senza il web? E’ immaginabile una vittoria di Trump senza i social media? E una sconfitta di Renzi senza Facebook? Un governo “gialloverde” senza la Rete? No, appunto. Ed è per questo che il potere centrale del nuovo Sacro Romano Impero – con i suoi complici principali, i grandi media – sta preparando la spallata finale alla libertà di Internet: il divieto di far circolare idee, parole e immagini – tramite link, come finora si è fatto – sotto minaccia di violazione del copyright. Un bavaglio medievale, universale, bloccando alla fonte ogni notizia tramite filtri sulle piattaforme di distribuzione, cominciando da Google e Facebook. In pratica: la fine del web come l’abbiamo conosciuto, fondato sulla libera circolazione (immediata) di segnalazioni, opinioni, fatti e analisi, contenuti normalmente oscurati da giornali e televisioni.
Il lavoro in galera
http://contropiano.org/
La ministra della funzione pubblica Bongiorno, che ha come massimo lustro della sua carriera l’assoluzione per prescrizione di Andreotti, ha proposto la schedatura dei dipendenti pubblici, con impronte digitali e biometriche. Come i rom e i sinti, che devono essere censiti perché rubacchiano, i pubblici devono essere controllati come in un carcere, perché tra di essi si annidano i furbetti del cartellino.
È la società del sospetto del sopruso e della ferocia che mette tutto il lavoro in galera, senza distinzioni tra padrone pubblico e padrone privato.
La maestra Flavia Cassaro di Torino, che dopo essere stata sottoposta alle cure degli idranti e delle cariche della polizia ha inveito contro di essa, è stata licenziata. Da tutte le scuole del Regno verrebbe da dire.
L’operaio Mimmo Mignano, che insieme a altri quattro compagni ha protestato contro i suicidi dei lavoratori FIAT emarginati e bullizzati dall’azienda, ha visto il licenziamento confermato dalla Cassazione. E ora padrone e giudici vogliono indietro gli stipendi che gli operai hanno ricevuto.
La ferocia quotidiana del potere non colpisce solo poveri e migranti, ma sempre di più anche quel mondo del lavoro che una volta aveva diritti e potere. Anzi si può tranquillamente affermare che la violenza economica e di stato contro gli ultimi, costituisce solo la leva per colpire i penultimi.
DuckDuckGo: cos'è e perché sempre più utenti lo utilizzano
https://www.ridble.com
Quando sentiamo parlare di motori di ricerca la prima cosa che ci viene in mente è ovviamente Google. Il colosso del Web ha ormai da anni monopolizzato il settore, soffocando in una stretta fatale competitor ormai in perenne crisi com’è l’esempio di Yahoo!. Per quanto ad oggi quello dei motori di ricerca possa sembrare un settore “sterile” nei confronti della nascita di nuovi attori commerciali, l’esempio di DuckDuckGo può provare sostanzialmente il contrario. Per chi non lo conoscesse, DuckDuckGo è il nome di quel motore di ricerca lanciato nel 2008 e tutt’ora in fase di crescita, che negli ultimi anni sta sempre più facendo parlare di sé grazie alle proprie caratteristiche peculiari e alla propria utenza, in costante crescita.
Quando sentiamo parlare di motori di ricerca la prima cosa che ci viene in mente è ovviamente Google. Il colosso del Web ha ormai da anni monopolizzato il settore, soffocando in una stretta fatale competitor ormai in perenne crisi com’è l’esempio di Yahoo!. Per quanto ad oggi quello dei motori di ricerca possa sembrare un settore “sterile” nei confronti della nascita di nuovi attori commerciali, l’esempio di DuckDuckGo può provare sostanzialmente il contrario. Per chi non lo conoscesse, DuckDuckGo è il nome di quel motore di ricerca lanciato nel 2008 e tutt’ora in fase di crescita, che negli ultimi anni sta sempre più facendo parlare di sé grazie alle proprie caratteristiche peculiari e alla propria utenza, in costante crescita.
DuckDuckGo non traccia in alcun modo le attività dell’utente durante la navigazioneLa domanda fondamentale che tutti voi vi starete ponendo, a questo punto, è: perché sempre più utenti stanno scegliendo di utilizzare DuckDuckGo? La risposta è semplice. Oltre a presentare una serie di funzionalità più o meno piacevoli, DuckDuckGo offre la peculiarità di non tracciare l’attività dell’utente, in alcun modo.
Opposizione e costruzione: i prossimi passi di Potere al Popolo!
“Lì dove cresce il pericolo cresce anche ciò che salva”, diceva il poeta tedesco Hölderlin.
Potere al Popolo
È
un verso perfetto per inquadrare questo momento storico. Perché, che il
pericolo cresca, è sotto gli occhi di tutte e tutti: in Europa come in
Italia, dove il governo Lega/5 Stelle sta giocando un gioco
pericolosissimo. Non potendo dare risposte ai problemi degli italiani su
lavoro, casa, servizi, il governo spinge sul razzismo, trova dei nemici
fra i più deboli, scarica la rabbia delle persone sui rifugiati, sui
rom, sui gay… Salvini, diventato il vero centro di questo governo,
occupa lo spazio mediatico e incoraggia la parte peggiore del paese a
uscire allo scoperto: da qui l’aumento di aggressioni contro i migranti,
il diffondersi di allucinanti discorsi di odio…
In questo modo Salvini copre l’operato del Ministro dell’Economia Tria, che proprio in queste ore chiarisce che non c’è spazio per il reddito di cittadinanza, l’abolizione della Fornero e nemmeno per la Flat Tax. Si rispetteranno i parametri europei, non si toccheranno i patrimoni dei ricchi. Si annunciano piuttosto ulteriori tagli alla spesa sociale, un bel condono fiscale per fare cassa e la famosa riforma del codice degli appalti nella speranza che si sblocchino un po’ di lavori pubblici, per realizzare opere inutili e dannose, anche al rischio di rendere più semplici i fenomeni corruttivi.
In questo modo Salvini copre l’operato del Ministro dell’Economia Tria, che proprio in queste ore chiarisce che non c’è spazio per il reddito di cittadinanza, l’abolizione della Fornero e nemmeno per la Flat Tax. Si rispetteranno i parametri europei, non si toccheranno i patrimoni dei ricchi. Si annunciano piuttosto ulteriori tagli alla spesa sociale, un bel condono fiscale per fare cassa e la famosa riforma del codice degli appalti nella speranza che si sblocchino un po’ di lavori pubblici, per realizzare opere inutili e dannose, anche al rischio di rendere più semplici i fenomeni corruttivi.
domenica 24 giugno 2018
Il nuovo sistema del lavoro gratuito secondo Luigi Di Maio
Workfare all’italiana. Gli scenari che si
preparano e le molte incognite che gravano su una riforma epocale che
avrà bisogno di anni per essere realizzata. E nel frattempo cosa si farà
per i lavoratori poveri, precari e disoccupati?
Roma non avrà bisogno delle pecore per tosare l’erba dei parchi quando i beneficiari del presunto «reddito di cittadinanza», in realtà un sussidio minimo condizionato al reinserimento lavorativo, saranno obbligati a lavorare otto ore gratis ogni settimana per i comuni di residenza. Tra le attività di «pubblica utilità» a cui ieri ha alluso il ministro del lavoro Luigi Di Maio al congresso della Uil, potranno esserci anche quelle di giardinaggio. Attualmente ci sono 16 detenuti che svolgono questo lavoro nei parchi della Capitale.
Roma non avrà bisogno delle pecore per tosare l’erba dei parchi quando i beneficiari del presunto «reddito di cittadinanza», in realtà un sussidio minimo condizionato al reinserimento lavorativo, saranno obbligati a lavorare otto ore gratis ogni settimana per i comuni di residenza. Tra le attività di «pubblica utilità» a cui ieri ha alluso il ministro del lavoro Luigi Di Maio al congresso della Uil, potranno esserci anche quelle di giardinaggio. Attualmente ci sono 16 detenuti che svolgono questo lavoro nei parchi della Capitale.
Così l’Ue prepara il bavaglio al web: fine dei link e dei social
http://www.libreidee.org/
Vietato postare contenuti altrui, vietato far circolare link e idee. In altre parole: sarà svuotato e sterilizzato il web, stando ai “muggiti” che salgono dall’Unione Europea, cioè dalla roccaforte burocratica dove i governi – ridotti a passacarte delle grandi lobby – assistono con terrore all’insorgenza democratica che, in tutta Europa, i media mainstream chiamano “populismo”. «Addio meme, addio upload libero di foto e filmini sul web», scrive Emanuele Bonini sulla “Stampa”. «Il Parlamento Europeo è pronto alla stretta su Internet in nome dei diritti d’autore». La commissione giuridica, infatti, ha appena approvato le proposte di modifica della legislazione comunitaria sui copyright, «dando il proprio benestare a norme che aprono la strada a possibili future tasse per la pubblicazione di link di articoli di giornale e a filtri che blocchino, sulle grandi piattaforme, contenuti audio-visivi in tutto o in parte protetti da diritti». Sarebbe, tecnicamente, la fine del web come lo consciamo oggi, fondato sulla circolazione illimitata di notizie, analisi e idee. La questione è controversa, scrive la “Stampa”: per il legislatore europeo c’è «l’esigenza di tutelare i diritti intellettuali», mentre per l’internauta «una mossa di questo tipo rappresenta un restringimento delle maglie della rete». Un vero e proprio bavaglio.
Vietato postare contenuti altrui, vietato far circolare link e idee. In altre parole: sarà svuotato e sterilizzato il web, stando ai “muggiti” che salgono dall’Unione Europea, cioè dalla roccaforte burocratica dove i governi – ridotti a passacarte delle grandi lobby – assistono con terrore all’insorgenza democratica che, in tutta Europa, i media mainstream chiamano “populismo”. «Addio meme, addio upload libero di foto e filmini sul web», scrive Emanuele Bonini sulla “Stampa”. «Il Parlamento Europeo è pronto alla stretta su Internet in nome dei diritti d’autore». La commissione giuridica, infatti, ha appena approvato le proposte di modifica della legislazione comunitaria sui copyright, «dando il proprio benestare a norme che aprono la strada a possibili future tasse per la pubblicazione di link di articoli di giornale e a filtri che blocchino, sulle grandi piattaforme, contenuti audio-visivi in tutto o in parte protetti da diritti». Sarebbe, tecnicamente, la fine del web come lo consciamo oggi, fondato sulla circolazione illimitata di notizie, analisi e idee. La questione è controversa, scrive la “Stampa”: per il legislatore europeo c’è «l’esigenza di tutelare i diritti intellettuali», mentre per l’internauta «una mossa di questo tipo rappresenta un restringimento delle maglie della rete». Un vero e proprio bavaglio.
Potere al Popolo: al fianco di Demirtas e dell’HDP alle elezioni in Turchia
http://contropiano.org/
Contro il regime autoritario di Erdogan
Contro il regime autoritario di Erdogan
Domani
24 giugno si terranno le elezioni politiche anticipate in Turchia. Il
presidente Erdogan ha indetto per la prima volta nella storia del paese
elezioni congiunte per il Parlamento e la presidenza della Repubblica,
con l’obiettivo di ottenere una vittoria schiacciante che gli consenta
di stabilizzare il sistema presidenziale e il regime autoritario e
repressivo che ha imposto alla Turchia, soprattutto dopo il tentato
golpe del 2016.
È
vergognoso il silenzio dell’Italia e dell’Unione Europea su queste
elezioni. Nonostante il suo carattere violentemente autoritario,
nonostante calpesti ogni idea di stato di diritto e di rispetto dei
diritti umani, la Turchia di Erdogan continua ad essere un partner
politico, militare e commerciale dell’Ue, che ha già versato al governo
turco 6 miliardi per bloccare i flussi migratori.
Nel frattempo le "persone per bene" si voltano dall'altra parte. Migranti, altre 1000 persone alla deriva. Le Ong: “Noi esclusi da Guardia costiera italiana. Ci hanno detto: ‘Non servite'”.
Ci sono mille migranti alla deriva nel Mediterraneo a bordo di sette barconi in acque libiche. Il coordinamento dei soccorsi è stato assunto dalla Guardia costiera di Tripoli, dopo la prima segnalazione di emergenza fornita da quella italiana. Il Centro di coordinamento della Guardia costiera di Roma, infatti, una volta ricevuta l’allerta, ha avvisato tutte le navi in transito in quella zona, con un messaggio circolare e contemporaneamente ha avvisato i libici della situazione in corso nella propria zona di ricerca e soccorso.
Ma attorno alla segnalazione di emergenza lanciata dall’Italia si è creato un caso, perché la Ong spagnola Proactiva Open Arms, la cui nave si trova a 65 miglia dai barconi, accusa su Twitter: “Alle 12.40 abbiamo risposto alle 7 chiamate della Guardia costiera di Roma rivolte a tutte le navi per il salvataggio in acque internazionali di 1.000 persone alla deriva. Risposta: ‘Non abbiamo bisogno del vostro aiuto“.
Poco fa, sempre sui social, l’organizzazione non governatica iberica ha scritto ancora: “Circa 1.000 persone alla deriva. La Guardia costiera di Roma lancia un avviso a tutte le imbarcazioni della zona e quando chiediamo istruzioni, ci rispondono: ‘Non siete necessari’. Se non vogliono barche che vadano in soccorso, cosa vogliono?”.
Poco dopo è arrivata la risposta di Matteo Salvini, sempre su Twitter: “1.000 immigrati sui barconi davanti alla Libia? Lasciamo che le Autorità libiche facciano il loro lavoro di salvataggio, recupero e ritorno in patria, come stanno ben facendo da tempo, senza che le navi delle voraci Ong disturbino o facciano danni – ha scritto il vicepremier – Sappiano comunque questi signori che i porti italiani sono e saranno chiusi a chi aiuta i trafficanti di esseri umani”.
Il tribalismo di Stato sta tornando. E bisogna fare attenzione.
In 1984, il capolavoro distopico di George Orwell,
il sistema si impadronisce del linguaggio e spoglia la lingua delle
espressioni più poetiche trasformandola in un codice sempre più povero
di vocaboli, una sequenza di slogan.
Loretta Napoleoni Economista
In politica il linguaggio è fondamentale, è il ponte attraverso il quale fluisce la volontà popolare.
Almeno questo è ciò che succede in democrazia.
Nei “regimi” succede il contrario, il linguaggio scorre al contrario, è il sistema che decide cosa dire e come dirlo e il popolo assorbe, come una spugna, tutte le fandonie che gli vengono servite.
Chi esporta troppo acciaio negli Stati Uniti mette a repentaglio la sicurezza nazionale; i migranti succhiano risorse che altrimenti verrebbero spese per gli italiani; il governo ungherese temendo un’epidemia di omosessualità proibisce la rappresentazione di Billy Elliot.
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