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Il calciatore turco-tedesco, Deniz Naki, ha subito un agguato ieri, quando qualcuno gli ha sparato contro sulla A4, nei pressi di Düren. Naki è ritenuto nemico dello Stato turco, per le sue critiche al governo di Erdogan.
9 / 1 / 2018
Deniz
Naki è un giocatore tedesco nato a Düren il 9 luglio 1989. Dopo aver
militato nelle giovanili del Bayer Leverkusen ha disputato tre
campionati con il St. Pauli per poi trasferirsi in Turchia. Attualmente
gioca con l’Amedspor nella terza divisione del campionato turco.
La squadra dell'Amedspor era balzata agli onori della cronaca per un tweet dedicato alle vittime del conflitto turco-curdo.
Il
2 febbraio del 2016, infatti, l’unità anti-terrorismo della polizia
turca ha fatto irruzione nella sede dell’Amedspor, sequestrando computer
e documenti dagli uffici del club.
Secondo
l'agenzia di stampa Kurdish Question la polizia ha proceduto in seguito
ad un tweet inneggiante al terrorismo, attribuito dalle forze
dell’ordine all’account della stessa società sportiva. Come ha invece
chiarito il dirigente Servet Erol, il tweet era stato diffuso da un
account che nulla ha a che vedere con quello ufficiale: un errore molto
grossolano, che ha indotto la dirigenza dell’Amedspor a credere che
quella della polizia sia stata un’operazione intimidatoria, più che di
indagine.
Il tweet in questione
dedicava l’incredibile vittoria contro il Bursaspor a chi combatte
nelle città di Şırnak e Diyarbakır e a tutto il popolo curdo.
La
tifoseria dell’Amedspor, durante una precedente partita di coppa,
giocata a Istanbul, aveva intonato canti a favore dei combattenti curdi e
contro le stragi di bambini. Dopo questa partita più di cinquanta
tifosi sono stati arrestati e alcune trasferte sono state vietate.
Le
sanzioni a seguito della partita non hanno riguardato solo i tifosi.
Infatti, il giocatore Deniz Naki è stato squalificato per 12 giornate
colpevole di aver pubblicato sui social un post che recitava: «Oggi
abbiamo ottenuto una vittoria davvero importante. Siamo usciti a testa
alta dal gioco violento dei nostri avversari. Siamo felici e orgogliosi
di essere un piccolo spiraglio di luce per il nostro popolo, in un
periodo così difficile. Come Amedspor non abbiamo abbassato la testa né
l’abbasseremo. Siamo entrati in campo con la fiducia nella libertà, e
abbiamo vinto. Perché noi abbiamo seminato i nostri germogli nella
libertà e nella speranza. Riteniamo doveroso ringraziare tutti i nostri
politici, artisti, intellettuali e la nostra gente che ci ha sostenuti, e
dedichiamo la vittoria a coloro che hanno perso la vita o sono stati
feriti durante la persecuzione che continua da più di cinquanta giorni
nelle nostre terre. Viva la libertà».
Naki
era già stato squalificato per 15 giornate nel 2015, perchè si era
tatuato la parola Azadi (Tradotto: “Libertà”) sull’avambraccio.
Per
il post scritto su Facebook, Naki è stato dapprima scagionato, ma dopo
sei mesi lo stesso giudice lo ha condannato dopo un processo farsa
durato 35 minuti per propaganda terroristica. Naki ha annunciato la
notizia attraverso la sua pagina Facebook: «Purtroppo è una decisione
inaspettata. Abbiamo il diritto di contestare questo verdetto, i miei
avvocati saranno in grado di farlo nel processo. Ringrazio umilmente il
mio club Amed SK, il St.Pauli e i suoi sostenitori».
A distanza di nove mesi si torna a parlare di Naki. Infatti ieri sera, intorno alle 23, il
calciatore tedesco si trovava sull'autostrada nei pressi di Düren
quando un furgone gli si è accostato. Da lì sono partiti diversi colpi
di pistola, due di questi hanno colpito la macchina di Naki, che non è
rimasto ferito ma sotto shock. Anche perché non è la prima volta che si
ritrova in una situazione di pericolo, più volte è stato minacciato di
morte e aggredito.
Deniz Naki
avrebbe potuto ambire a palcoscenici più presitigiosi, ma ha fatto una
scelta, quella di andare a giocare in Turchia e utilizzare il mondo del
calcio per far passare certi messaggi che altrimenti non avrebbero avuto
libera circolazione a causa del regime di Erdogan.
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