Chi risponde della vita di Becky
Moses, uccisa stanotte a 26 anni dal fuoco nelle baracche di San
Ferdinando? Chi è che dopo riunioni su riunioni, pubbliche promesse e
nomine di commissari straordinari non ha mai mosso un dito né ha voluto
ascoltare le denunce e gli allarmi dell’Unione Sindacale di Base sulle terrificanti
condizioni nelle quali sono costretti a vivere migliaia di braccianti
per guadagnare pochi spiccioli raccogliendo arance? Quanto dovremo
attendere per avere verità e giustizia?
Perché
questo il Comitato lavoratori agricoli Usb chiede da sempre: verità e
giustizia, fin dai tempi dell’uccisione di Sekine Traore nella stessa
tendopoli di San Ferdinando. Verità e giustizia che si traducano in
riscatto sociale e lavorativo dei braccianti. E invece siamo qui, sabato
27 gennaio 2018, a piangere l’ennesima vittima di una strage silenziosa
che si consuma nell’indifferenza.
Becky
Moses era venuta dalla Nigeria in Italia inseguendo un futuro migliore,
come tante, come tanti. Qui, a San Ferdinando, la sua esistenza è stata
letteralmente incenerita dalle terribili condizioni nelle quali lei e
migliaia di altri migranti sono stati costretti a sopravvivere. Non sono
passati nemmeno sei mesi dall’incendio che il 2 luglio aveva già
devastato la tendopoli. Da allora tante promesse ma zero fatti.
Questa
mattina le fonti ufficiali stanno cercando di far passare la terribile e
offensiva versione che sì, la nuova baraccopoli era stata tollerata
nell’interesse degli stessi migranti.
Ebbene,
l’Unione Sindacale di Base, i braccianti che sotto la sua bandiera
hanno deciso di organizzarsi e lottare, gridano con quanta forza
possibile il loro NO alle mistificazioni di una politica, a tutti i
livelli, capace solo di produrre documenti privi di effetti concreti
sulla vita dei migranti. E anzi, se effetti ci sono stati, sono effetti
omicidi.
Il
Primo Maggio 2017 i braccianti di San Ferdinando, l’esercito della
manodopera a buon mercato, hanno marciato fino a Reggio Calabria per
reclamare verità e giustizia. Questa mattina gli abitanti della
tendopoli scampati al fuoco si sono riuniti e hanno deciso di tornare a
marciare lunedì 29 gennaio alle 9, nel nome di Becky Moses uccisa a San
Ferdinando dalle logiche disumane dello sfruttamento e del razzismo. La
manifestazione partirà alle 9 dalla tendopoli verso il comune di San
Ferdinando, dove braccianti e migranti chiederanno un confronto con il
prefetto di Reggio Calabria e con il commissario straordinario per
l’area di San Ferdinando.
Usb
rivolge un appello a tutte le realtà sociali e politiche territoriali
affinché condividano e sostengano la marcia, perché verità e giustizia
siano fatte, nel nome di Becky Moses.
Reggio Calabria 27 gennaio 2018
Unione Sindacale di Base
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