giovedì 25 gennaio 2018

Milano, deraglia treno dei pendolari: tre morti ‘Ha ceduto il binario, stava per essere cambiato’.

Le due carrozze centrali del convoglio sono uscite dai binari e si sono accasciate su un lato. Per oltre tre ore i soccorritori hanno lavorato per tirare fuori i passeggeri rimasti incastrati tra le lamiere. La procura ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo. Escluso il malfunzionamento degli scambi, segnalato un cedimento strutturale di 20 centimetri di binario, circa 2 chilometri più indietro. Sala: "Basta sogni sciocchi come il ponte sullo stretto". Legambiente: "Una delle linee peggiori". Cei: "Si parli di sicurezza".
Alle 6.57 il treno che “comincia a tremare come se ci fossero dei sassi sui binari”, poi l’impatto con un palo elettrico e le due carrozze centrali che si accasciano su un lato. Tre donne sono morte (tutte viaggiavano nella terza carrozza) e 46 passeggeri sono rimasti feriti (6 in codice rosso e 20 in codice giallo) per il deragliamento del treno regionale 10452 di Trenord a Seggiano di Pioltello, nel milanese. Si indaga sulle cause dell’incidente: l’ipotesi più accreditata è che il convoglio abbia percorso circa due chilometri con alcune ruote fuori dalle rotaie prima che una delle tre vetture impattasse un palo elettrico e si accartocciasse. “Quando ho sentito che il treno vibrava tanto, ho azionato subito il freno ma era già troppo tardi, era già fuori dai binari” sono state le prime parole del macchinista agli investigatori.

All’origine del disastro ci sarebbe un cedimento strutturale di 20 centimetri di binario, circa 2 chilometri più indietro rispetto al luogo del deragliamento. 

A bordo c’erano 350 persone, tra cui decine di pendolari che abitualmente dall’hinterland est si recano in città: per oltre tre ore i Vigili del fuoco hanno lavorato per estrarre i passeggeri rimasti incastrati tra le lamiere di uno dei vagoni e intorno alle 10.15 hanno annunciato di essere riusciti a liberare tutti i sopravvissuti. L’incidente sta provocando numerosi disagi alla circolazione ferroviaria fra Milano e Brescia e il traffico è sospeso dalle 7 su entrambe le linee (direttissima e lenta).
La dinamica: il binario che ha ceduto stava per essere sostituito – Secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, la rotaia che ha ceduto sulla linea Cremona-Milano stava per essere sostituita. In quel tratto erano in corso lavori di manutenzione. Lo prova una fotografia scattata esattamente nel punto in cui è avvenuto il cedimento, un paio di chilometri prima di quello in cui il treno si è poi scomposto. In quel punto manca un pezzo di rotaia lungo una ventina di centimetri e al di sotto del binario si nota un piccolo cedimento del terreno. Accanto, invece, il tratto di binario nuovo che avrebbe dovuto sostituire quello vecchio e per il quale erano in corso i lavori di manutenzione. Secondo una prima ricostruzione, la dinamica dovrebbe essere questa: la rotaia ha ceduto al passaggio delle prime carrozze, ma quelle che sono uscite dai binari sono state solo quelle centrali. Il treno ha continuato la sua corsa, ma le carrozze centrali avevano ormai le ruote fuori dal binario. Due chilometri dopo si sono intraversate e si è verificato il deragliamento vero e proprio. A distanza di ore dall’incidente, inquirenti e investigatori hanno trovato e sequestrato il pezzo di binario (23 centimetri di lunghezza) che si è staccato dalla rotaia. È stato trovato a una ventina di metri di distanza.
Stando alle indagini, la rottura è avvenuta sopra una giuntura del binario e un chilometro circa prima della stazione di Pioltello, dove il convoglio è transitato lasciando una scia di scintille. È quanto mostrerebbe il video di una telecamera di sorveglianza visionato nell’ambito delle indagini e nel quale si vede anche un uomo sulla banchina che si allontana spaventato. Indice, dicono gli inquirenti, che i vagoni stavano già procedendo sui sassi della massicciata e non più sulle rotaie. La terza e la quarta carrozza, sospinte dalla motrice, hanno divelto tre pali della luce per poi fermarsi contro un quarto palo in cemento che ha letteralmente piegato la quarta carrozza. Dal momento in cui le carrozze sono uscite dai binari al disastro sono passati circa una ventina di secondi. Nel frattempo è stata sequestrata la scatola nera del treno, così come i vagoni, l’intera area in cui è avvenuto il deragliamento, oltre a tutti i documenti che riguardano la manutenzione e i lavori su quel tratto di binari. Nell’inchiesta sarà decisiva una super consulenza affidata dai pm a due esperti ingegneri che si sono anche già occupati di disastri ferroviari. Gli accertamenti tecnici sono già cominciati.
L’inchiesta sulle cause dell’incidente – La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di disastro ferroviario colposo per cui è prevista una pena fino a 5 anni di carcere. In tal senso e per svolgere tutti gli accertamenti necessari, gli inquirenti nelle prossime ore iscriveranno, come atto dovuto, i responsabili legali e della sicurezza di Rete Ferroviaria Italiana nel registro degli indagati. Non è escluso, allo stato, che siano necessarie anche altre iscrizioni tecniche come quelle di alcuni responsabili di Trenord. Al momento il fascicolo è a carico di ignoti per disastro ferroviario colposo. Il treno, composto da motrice e quattro vagoni, era partito alle 5.32 da Cremona ed era diretto alla stazione di Milano Garibaldi. Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Leonardo Lesti, titolare dell’inchiesta insieme alla collega Maura Ripamonti, questa mattina si sono recati su luogo del disastro nelle campagne di Seggiano, poco distante dalla stazione di Pioltello, per un sopralluogo. La polizia giudiziaria quando ha segnalato il deragliamento alla procura ha parlato subito di un problema che si sarebbe verificato poco prima del deragliamento, probabilmmente due chilometri prima. I tecnici di Rete ferroviaria italiana hanno escluso qualsiasi malfunzionamento degli scambi della stazione di Pioltello. Al contrario, è risultato che i sistemi di sicurezza della rete hanno funzionato: i sensori posizionati sugli scambi hanno rilevato il passaggio anomalo di alcune vetture del treno ed hanno disposto a “via impedita” tutti i sistemi di segnalamento, bloccando di fatto la circolazione nell’area. Il treno è della società Trenord mentre dei binari è responsabile la Rete Ferroviaria Italia. Un’indagine interna è stata avviata anche da Trenord, Rfi e dal ministero dei Trasporti.

Le vittime e i feriti – Le tre donne che hanno perso la vita nell’incidente sono Giuseppina Pirri (39 anni, ragioniera, di Capralba) e Pierangela Tadini (51enne originaria di Caravaggio, ma residente a Vanzago di Milano), che viaggiava con la figlia Lucrezia, ferita nell’incidente ma non in pericolo di vita. La terza vittima è Ida Milanesi, 61 anni, anche lei originaria di Caravaggio (Bergamo), dirigente medico dello staff di radioterapia dell’istituto Neurologico Besta di Milano: la sua identificazione è arrivata in un secondo momento a causa delle condizioni del corpo. È “ricoverato in prognosi riservata” il ferito grave trasportato stamattina in codice rosso all’Istituto Humanitas di Rozzano. Ad aggiornare sulle sue condizioni è l’ospedale: il paziente, un uomo di 60 anni, è arrivato nel Pronto soccorso Eas (Emergenza di alta specialità) ed è stato operato. Il maggior numero di feriti è stato segnalato nella terza vettura. I feriti meno gravi sono stati portati nella palestra di Pioltello. Subito dopo l’incidente le strutture ospedaliere della zona si sono allertata: l’ospedale San Gerardo di Monza ha fermato gli interventi non urgenti e l’ospedale San Raffaele di Milano ha attivato il piano grandi emergenze. Allertato anche anche l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano. Sono state attivate delle linee telefoniche dedicate per i parenti dei viaggiatori presenti sul treno e per gli uffici consolari al fine di raccogliere tutti gli elementi informativi utili e fornire, appena in grado, una restituzione sulle condizioni delle persone a bordo del treno coinvolto. Questi i numeri attivati: 02 77584184 – 02 77584892.

I passeggeri sul treno – I primi racconti dei passeggeri parlano di una forte “vibrazione” prima dell’impatto. “Ho sentito il treno vibrare e dopo qualche secondo l’impatto, sono stato scaraventato a terra e ricevuto un colpo alla spalla”, ha raccontato un uomo di origini nordafricane. “C’era gente che urlava, ho visto tanti feriti, pensavo di morire”. Un’impiegata di 45 anni invece, ha detto che i sassi spaccavano i finestrini: “Sono partita questa mattina alle 6.43, da Treviglio, come faccio tutti i giorni. Improvvisamente ho sentito un grande botto, sono stata scagliata addosso alle persone che erano vicino a me sui sedili, e mentre il treno sembrava frenasse, tutto intorno dei sassi spaccavano i finestrini e entravano nella carrozza e vedevamo delle scintille sui fianchi del treno. La nostra carrozza è rimasta inclinata e faticosamente ci siamo trascinati per terra fino alle uscite che sono state sbloccate dai soccorritori. Non credevamo che fosse così grave, ma quando poi siamo usciti e abbiamo visto gli altri vagoni intraversati abbiamo cominciato a vedere feriti ovunque che urlavano”. Sul posto anche il testimone oculare Maurizio Lanzani, collaboratore di RTL 102.5 che viaggiava da Cremona a Lambrate sul treno. “Ci sembrava che ci fossero dei sassi sotto il treno e poi il convoglio si è fermato. Due carrozze si sono semisquarciate. Una scena agghiacciante e ho avuto fortuna a prendere un altro vagone che non è deragliato. Il treno si è fermato sulla linea ferrata fuori stazione e il luogo è difficilmente raggiungibile”. Polemiche in rete per la comunicazione di Trenord che su Twitter ha parlato genericamente di “un inconveniente tecnico ad un treno”.

Sala: “Invece di sogni sciocchi come il ponte sullo stretto rafforzare le linee con cui la gente va a lavorare”. Legambiente: “Una delle linee peggiori”. Cei: “Non si risparmi sulla sicurezza”
Quando ancora non sono chiare le cause dell’incidente, tanti i politici che sono intervenuti per dare la loro solidarietà alle vittime. Il sindaco di Milano Beppe Sala, arrivato poco dopo sul posto, ha attaccato “la politica nazionale” e quindi i suoi stessi sostenitori del governo: “La politica nazionale deve ripartire dalle infrastrutture, investiamo in infrastrutture”, ha detto. Ma soprattutto ha aggiunto: “La differenza tra alta velocità e linee per i pendolari non può reggere, bisogna investire su solide infrastrutture. Invece di sogni sciocchi come il ponte sullo Stretto dobbiamo rafforzare le linee con cui la gente va a lavorare”. Una stoccata, l’ennesima che arriva nell’ultimo periodo, al segretario dem Matteo Renzi. Un appello è arrivato invece dalla Cei, perché si investa nella sicurezza: “Purtroppo si stanno moltiplicando queste realtà, ma parlare di sicurezza non è uno dei tanti capitoli, è parlare delle persone: quando si risparmia sulla sicurezza si risparmia sulle persone e sulla loro vita. E il risultato è sotto gli occhi di tutti”, ha detto il segretario Cei Nunzio Galantino. “Due i sentimenti: da una parte il dolore di dover sopportare queste cose, dall’altra invitare chi di dovere a metterci la testa e affrontare queste realtà”. Molto critico anche il presidente di Legambiente Lombardia: “La linea Cremona-Milano è stata segnalata come una delle peggiori in Lombardia: conta oltre 10 mila pendolari giornalieri, su treni lenti e sovraffollati dall’età media di 17 anni”. Lo afferma Legambiente Lombardia. Dal rapporto Pendolaria presentato da Legambiente qualche giorno fa emerge che in Lombardia “i convogli che viaggiano quotidianamente, su alcune tratte versano in condizioni inaccettabili, troppo spesso soggetti a guasti, per lo più dovuti all’età dei convogli stessi”.
Garante: “Revocare scioperi del 27 e 28 gennaio” – “Alla luce del disastro ferroviario, in considerazione delle pesanti ripercussioni sulla circolazione anche nei prossimi giorni, si invitano le organizzazioni sindacali a revocare gli scioperi del 27 e 28 gennaio prossimi”: è quanto comunicato ai sindacati in una nota dall’Autorità di garanzia per gli scioperi in merito all’agitazione in programma nel fine settimana in Veneto ed Emilia Romagna. La richiesta del garante prende spunto dall’accordo nazionale del settore ferroviario del 23 novembre 1999, in cui è previsto che ‘gli scioperi di qualsiasi genere, dichiarati o in corso di svolgimento, sono immediatamente sospesi in caso di avvenimenti di particolare gravità o di calamità naturali o di stato di emergenza dichiarato’.

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