Care e cari,
La mia candidatura all’interno della lista di Potere al Popolo non è una casualità ne tantomeno una decisione individuale, è il frutto di un ragionamento politico da parte del mio collettivo di riferimento, il Laboratorio Comunista Casamatta, del gruppo del coordinamento napoletano di Eurostop, del sostegno di amici e compagni dell’associazionismo e della cittadinanza attiva del quartiere in cui vivo e lotto e di alcuni esponenti e dirigenti della USB – Napoli, perché sono un lavoratore dell’azienda partecipata, Arpac Multiservizi.
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I requisiti di comunista e di attivista sindacale nella lotta contro il padronato, il contributo nella costruzione di una alternativa politica alla crisi del sistema capitalista fondato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sono maturati nel corso di anni di lotta con il movimento dei disoccupati organizzati per la conquista del lavoro, che hanno contribuito alla mia formazione politica e ad acquisire la consapevolezza che senza la ripresa di un movimento popolare e senza la costruzione dell’organizzazione politica dei lavoratori non può esistere, oggi, una società fondata sull’uguaglianza e sulla giustizia sociale, ma soltanto un ordine di cose fondato sullo sfruttamento, sulla precarietà, sulla disuguaglianza e sulla repressione perpetrata ai danni dei diritti politici e sociali dei lavoratori dall’attuale classe dominante.
Potere al Popolo non è una semplice lista elettorale: è un movimento politico che nasce dalla popolazione, da quella parte del popolo italiano che in questi anni non si è arresa alle false promesse e agli abusi della politica ufficiale, che ha voluto alzare la testa e combattere per i diritti propri e dei propri figli, per migliori condizioni di vita e di lavoro, per salari più alti e contratti stabili e rispettosi della dignità umana. Il suo programma è stato costruito da centinaia di attivisti, sindacalisti, cittadini, che hanno accolto l’appello dell’ex OPG assieme alle altre forze sociali e politiche che partecipano alla costruzione di questo movimento. Esso può e deve rappresentare uno strumento utile nello sviluppo della lotta in corso contro la crisi e contro la classe dominate per dare fiducia a tanti uomini e donne, giovani, lavoratori, disoccupati che, oggi, soffrono in condizioni disperate.
Le attuali politiche del lavoro, per meglio dire, le riforme del mercato del lavoro e la privatizzazione dei servizi pubblici attuate dai governi nel corso degli ultimi 30 anni hanno spinto i lavoratori sempre di più nel limbo del sacrificio e della disperazione. I tagli ai posti di lavoro e la precarietà contrattuale ed esistenziale delle giovani generazioni, la riduzione all’osso dei servizi fino ad estinguerne la forma pubblica a favore di quella privata, lo sfruttamento legalizzato nelle scuole con la “buona scuola” e “l’alternanza lavoro” favoriscono l’incertezza generale del nostro popolo, di tutti i lavoratori, e alimentano odio, rabbia, depressione, sofferenza, che spesso vengono sfogate nella retorica xenofoba contro i migranti, accusati ingiustamente di essere la causa della crisi del nostro paese, mentre la vera causa è la concentrazione del potere e della ricchezza nelle mani di quegli italiani che da decenni ci governano con politiche sociali ingiuste, con privilegi di casta, e asservendo il nostro paese alle direttive della Germania e dell’Unione Europea.
È in questo scenario, particolarmente grave è la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende partecipate, che vivono l’incertezza sempre maggiore per il proprio futuro e quello delle loro famiglie. Dinanzi agli attacchi ai livelli occupazionali e contro il CCNL, le ipotesi di privatizzazione, accorpamento e riduzione delle aziende partecipate sottoposte ad un drastico taglio dei numeri (da 8000 a 1000 aziende partecipate in tutta Italia) genera una guerra tra poveri che non trova sbocchi.
Potere al Popolo ha, tra i suoi referenti principali, i lavoratori, e come suoi avversari quelle classi politiche che hanno precarizzato il lavoro e aggravato le condizioni di vita di milioni di lavoratori e delle loro famiglie. Come lavoratore di un’azienda partecipata e candidato di questo movimento, quindi, mi sento di invitare i lavoratori tutti, e soprattutto quelli delle aziende partecipate, a manifestare la loro adesione al programma di Potere al Popolo e il sostegno ai nostri candidati, espressione di lotte concrete a favore dei lavoratori, partecipando alle iniziative messe in campo e contribuendo a costruire mobilitazioni che mettano all’ordine del giorno l’abolizione del Job’s Act, l’internalizzazione dei servizi e l’inserimento dei lavoratori delle partecipate nella pianta organica del pubblico impiego attraverso l’assunzione diretta nell’ente di appartenenza.
Soltanto mobilitandosi, con la lotta e con il voto ai propri compagni di lotta, i lavoratori possono ritrovare la strada della speranza, della lotta, dell’organizzazione e della fiducia per la costruzione di un’alternativa possibile e necessaria alla società attuale, per mandare a casa i sindacalisti in combutta con l’azienda e le autorità istituzionali locali che si fanno esecutori materiali delle politiche governative a guida PD come richiesto dell’UE, dalla BCE e della Commissione Europea.
Solo in questo modo rafforzeremo la nostra determinazione, ci daremo forza e rafforzeremo, allo stesso tempo, i sindacalisti onesti e combattivi e le organizzazioni sindacali di base che oggi sono impegnati nella lotta ai tavoli di trattativa per nazionalizzare le grandi aziende salvaguardando posti di lavoro e tutelando l’ambiente, come accade nelle vertenze ILVA, ALITALIA, ALCOA, ecc., una lotta che ai tavoli si traduce nel contrasto della trattativa al ribasso, nella difesa senza condizioni dei lavoratori, e rilancia la negoziazione per riconquistare i diritti, la sicurezza sui luoghi di lavoro e le indennità non riconosciute.
Oggi, gli stessi di ieri, dal PD a Forza Italia, da Salvini alla Meloni, si presentano in campagna elettorale con programmi ipocriti e con promesse che non manterranno mai. I governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, in nome del mercato e della finanza, hanno imposto il Job’s Act quale forma legale della precarietà; hanno tagliato la spesa pubblica a beneficio delle multinazionali, delle banche e della privatizzazione, quindi dei profitti privati a scapito dell’interesse collettivo; hanno tagliato fondi all’istruzione pubblica favorendo le imprese d’istruzione privata; hanno limitato le libertà individuali sottoponendo a provvedimenti restrittivi chi osa alzare la testa e lotta contro precarietà e disoccupazione.
L’invito che faccio alle lavoratrici e i lavoratori nel sostenere Potere al Popolo è soprattutto quello ad essere protagonisti di nuove proposte per rigettare al mittente il torto subito e riprendersi una vita dignitosa per se e per le future generazioni, per ridistribuire la ricchezza prodotta dai lavoratori per costruire l’alternativa politica basata sulla solidarietà e sulla collaborazione reciproca.
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