Accadono fatti molto gravi, ma l’indifferenza
domina veloce la vita democratica del Paese come fossero inezia di
folklore.
Il commissario economico della Ur, il francese Pierre Moscovici
comunica già i risultati elettorali, dicendo chi «deve» uscire vincente
dalle urne e chi sconfitto per il maggior bene della Ue. Segue il capo
del Partito Popolare Europeo, quello che accoglie come salvatore della
Patria Silvio Berlusconi, ineleggibile, pregiudicato e accusato di mafia insieme a Dell’Utri, già in carcere. Il PPE che non si muove senza l’avallo della Merkel,
mette in guardia dai 5Stelle, incensurati, no-ladri, puliti, a che se
pasticcioni. Il FMI con la signora Lagarde (quella che «con la Grecia
abbiamo esagerato») annuncia come una rivoluzione un 1,4% di crescita
per l’Italia purché si voti come si conviene (a loro) e cioè nella linea
dei governi antidemocratici come Monti, Letta, Renzi, Gentiloni.
Se vincono chi sceglie il popolo (si fa per dire perché nessuno sceglie
qualcuno perché sempre nominati restano) saranno dolori perché sono
populisti e appestati sabotatori della loro tirannia ignominiosa. Solo
loro sono democratici e chi sceglie come loro vogliono. Democrazia dittatoriale.
Queste Signore e Signorotti non hanno voluto gli Stati Uniti d’Europa
per mantenere il loro potere personale nei loro singoli Paesi. Sono gli
stessi che hanno «spezzato le reni» alla Grecia, sono quelli che hanno
distrutto l’economia mondiale, il lavoro, i salari, il sistema
democratico per imporre la loro finanza alle loro condizioni…
come si permettono di dire che se gli italiani eleggono un movimento o
un partito che non piace loro avranno conseguenze disastrose?
Dicevano che se avesse vinto il «No» al referendum, avremmo perduto 500 miliardi di euro,
sarebbero aumentati i tumori, sarebbe finita la pace nel mondo, e tutto
con l’accompagnamento di falso bordone della Confindustria che l’Italia
sarebbe scomparsa dalla carta geografica. Per premio Santa Maria dei
Boschi etruschi è ora protettrice di Bolzano, Südtirol-Alto
Adige, adorna di baite e non di banche. Chi ricorda di Renzi che con la
vittoria in tasca del «Sì» aveva promesso un’Italia tutta d’oro e
d’argento, minacciando di ritirarsi dalla politica (non dal governo) se
avesse perso, tanto era sicuro? Infatti, si vede come si è dimesso!
La Merkel e Junker coi loro satrapetti di turno, hanno sdoganato Berlusconi, considerandolo uno statista perché dice di
combattere i 5Stelle
e promette «carcere duro per gli evasori fiscali», parola di frodatore
fiscale condannato in 3° grado e retrocesso dal grado di cavaliere con
strappo della croce del bavero. Possiamo credere a questi fantocci che
si alleano con colui che l’Europa ha fatto dimettere perché era contro
l’Europa e aveva portato l’Italia sull’orlo del baratro infernale
(2011)? Costui, non può essere eletto, imperversa e promette dentiere ai
bambini, cani per tutti, pappagalli obbligatori
sopra i 40 anni,
pensioni, motel e B&B a piacere come 18, 10 e 8 anni fa, quando, al
contrario, aumentò le tasse, tagliò gli enti locali che aumentarono le
tasse anche loro, tanto il popolo bue non si accorge di nulla.
Davanti a questo scenario, immagino un’utopia onirica in bianco e
nero, ambientata in un mondo che non c’è, in uno «Spaese» (Rodari).
Sogno che il Presidente-Ologramma della Repubblica vada in Tv e rivolga
un messaggio allo
Spopolo Beota con queste parole:
«Come Presidente della Repubblica sono garante dell’unità della
Nazione, custode della Costituzione che il popolo ha confermato un anno
fa a larga maggioranza con un
referendum e di conseguenza, a
risultati accertati delle elezioni politiche, devo dare l’incarico di
formare il governo a chi democraticamente ha preso più voti. Sin dalla
prime battute della campagna elettorale, sto assistendo a
un mercimonio indecente e offensivo per tutto il Popolo Italiano.
Ascolto promettere tutto e il contrario di tutto, sapendo che dopo le
elezioni non vi saranno conseguenze. Assisto inorridito che anche un
pregiudicato, condannato in 3° grado per avere rubato al Popolo Italiano
e per questo non può votare né può essere eletto, ha messo il proprio
nome sul simbolo come se nulla fosse. Orde di condannati, figli di
condannati o accusati di gravi delitti o corrotti si ammassano alle
soglie dei partiti per essere nominati, in vista della cuccagna della
casta.
Ebbene, statemi bene a sentire, perché oggi, a due mesi dalle
elezioni, io, il Presidente della Repubblica prendo solennemente questo
impegno: non darò l’incarico di formare il governo a chi fa promesse
come se fossero giochi d’artificio.
A chi non è serio. Non darò l’incarico anche se votato, a chi è stato
condannato o ha processi in corso. Non darò l’incarico a quei partiti
che mettono nelle loro liste nominati inquisiti, processati, condannati o
semplicemente sospettati di essere collusi con mafia e malavita. Non
darò l’incarico a chi non pubblica tutti i finanziamenti per la campagna
elettorale, di partito e dei singoli nominati. Non riceverò mai chi si è
macchiato di un qualsiasi delitto, specialmente evasione fiscale,
corruzione e frode allo Stato. Questo è il mio indirizzo. I partiti
riflettano e agiscano, perché sono guardiano di legalità e lo resto».
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