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Martedì 23 gennaio, a partire dalle ore 16.00, la rete femminista Non una di Meno Roma ha lanciato un appuntamento cittadino al Campidoglio, un appello per la difesa degli spazi femministi nella città di Roma
Nel frattempo la rete femminista nazionale Non una di Meno ha presentato il Piano Femminista contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere, realizzato nel corso di un anno di mobilitazioni e in cui sono riportate proposte concrete per riconoscere e contrastare la violenza, anche istituzionale.
Tra le forme di violenza istituzionale individuate nel piano vi è anche il tentativo di indebolire e neutralizzare i saperi e i luoghi femministi che nel corso del tempo sono diventati spazi di liberazione e di autodeterminazione.
Nella città di Roma è sempre di più in atto un attacco ai luoghi del femminismo che accolgono e sostengono i singoli percorsi di fuoriuscita dalla violenza, intervengono sulla formazione e sulla prevenzione sensibilizzando il territorio.
La Casa delle donne Lucha y Siesta, la Casa Internazionale delle Donne, Il Centrodonna L.I.S.A. e il Centro donne DALIA – hanno consentito a moltissime donne di uscire dalla violenza dando vita a percorsi di autonomia e liberazione. Oggi questi spazi sono minacciati da procedimenti di chiusura o di richiesta di ingenti risorse economiche. Non una di Meno Roma ha lanciato nelle ultime settimane dei momenti assembleari per preparare una campagna in difesa di questi spazi e per immaginarne di altri, ma anche per pensare a realizzare davvero una città femminista oltre ogni confine. Ci vediamo al Campidoglio!
Comunicato di Non una di meno Roma
Roma da troppo tempo ormai vive nel pericolo di perdere luoghi essenziali di autonomia, solidarietà e cultura nella città. In particolare è in atto un chiaro e feroce attacco ai luoghi del femminismo, frutto di battaglie storiche e più recenti.
Questi luoghi – la Casa Internazionale delle Donne, la Casa delle donne Lucha y Siesta, Il Centrodonna L.I.S.A., il Centro donne D.A.L.I.A, lo spazio delle Cagne Sciolte…- hanno consentito a moltissime donne di uscire dalla spirale della violenza e reso possibile la costruzione di percorsi di autonomia e liberazione. Oggi questi spazi, ed altri ancora, sono minacciati da procedimenti di chiusura o di richiesta di risorse economiche esose, conseguenza di un sistema economico e politico che tenta di monetizzare e mettere a profitto ogni aspetto dell’esistente.
E oggi, dopo la Casa Internazionale delle Donne, anche la casa delle donne Lucha y Siesta rischia la chiusura.
Le donne di Roma rischiano di perdere non solo dei luoghi fisici in cui incontrarsi, ma ciò che sono diventati nel tempo: dei punti di riferimento irrinunciabili in città, spazi di condivisione, autotutela e autodeterminazione conquistati con la lotta, nati per modificare un contesto sociale e culturale che era e resta pesantemente segnato dalla violenza maschile sulle donne.
Le sorti della Casa delle Donne Lucha y Siesta vengono legate a quelle di Atac, proprietaria dello stabile, che ne minaccia il futuro. Il piano di risanamento di Atac non devono pagarlo le donne: Lucha y Siesta va salvaguardata e stralciata dalla lista dei beni immobili da svendere, subito!
E’ questa una idea di legalità che non corrisponde ai diritti, ai bisogni e a desideri di vite migliori che una democrazia matura dovrebbe invece garantire. A fronte di questa emergenza per le donne e per tutta la città, la proverbiale trasparenza della Giunta Raggi si fa vera e propria invisibilità: la sindaca scompare, le assessore si smaterializzano, le richieste restano senza risposta, i problemi senza soluzione…
Facciamo vivere i nostri desideri e i nostri bisogni dandogli corpo e dignità, attraversando e ridisegnando la città, riappropriandoci di spazi abbandonati, sostituendo al calcolo finanziario l’inestimabile ricchezza delle relazioni e dei saperi differenti che produciamo quotidianamente.
Da qui non ce ne andiamo. La città femminista non si sgombera!
Martedì 23 gennaio ore 16
Tutte e tutti a Piazza del Campidoglio
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