contropiano
I fascisti pescano nel torbido, si sa. E quando il torbido non c’è, se lo inventano. Con quattro soldi, pescando nel lumpenproletariat metropolitano, nella disperazione che nasce da povertà, disoccupazione, tossicodipendenze, esistenze al margine.
La
storia della “madre inferocita con i migranti” ospitati nel centro
d’accoglienza di Tiburtino Terzo, a Roma, che avrebbero lanciato sassi
verso i suoi figli, aggredendo lei stessa, è una completa invenzione.
Era avvenuto lo stesso un paio di anni fa, a Lunghezza, con una autista
d’autobus notoriamente di destra che si era inventata un’aggressione di
“extracomunitari” alla fermata.
Nicht,
non c’è mai stata, una bufala in piena vita reale, non online.
“Leggende metropolitane”, voci incontrollabili, testimonianze
inattendibili… la storia è piena di eventi reali – anche di grande
rilevanza – condizionati da informazioni false, fraintendimenti, fake
news costruite dal potere o da mestatori di professione.
Sta
di fatto che per questa bufala c’è un essere umano, un migrante
ospitato nel centro sotto assalto, all’ospedale per una coltellata.
Sta
di fatto che per questa bufala un pezzo degli abitanti di un quartiere
si è fatto trascinare da qualche pezzo di merda fascista – perfettamente
consapevole di star lavorando sul falso – in una protesta che poteva
essere anche più pericolosa.
Sta di fatto che per questa bufala la
malapianta del conflitto razziale è stata alimentata proprio nel
contesto preferito dal potere, in modo da fomentare la più suicida delle
“guerre tra poveri”.
Va
perciò pubblicizzata al massimo, in ogni settore di movimento e
soprattutto nei quartieri popolari, questa ricostruzione definitiva
della vicenda. E’ tutta in’invenzione.
Ce
ne saranno altre, più numerose ogni volta che si riuscirà a dimostrare
che i migranti sono un pezzo essenziale del “nostro mondo”, tanto quanto
lavoratori, disoccupati, studenti, precari, pensionati, ecc. Ogni
divisione è un regalo al nemico. Per questo usa i fascisti, le spie, gli
infiltrati, i corrotti: per moltiplicarle.
p.s. Nonostante tutto, infatti, i fascisti insistono nel cercare lo scontro su quel territorio: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_settembre_02/croce-rossa-migranti-bloccati-chiesa-fuori-gruppi-estrema-destra-1a93cd00-900b-11e7-90ab-5e72a21f32c7.shtml.
*****
Migrante ferito, indagata la zia del 12enne: «Si è inventata tutto». Blitz di destra, migranti bloccati in chiesa
Pamela
Pistis aveva raccontato di un presunto lancio di pietre contro il
nipote 12enne e di essere stata sequestrata e picchiata dai profughi
dopo averlo difeso, scatenando la rabbia del quartiere. Ora è accusata
di lesioni aggravate. Denuncia della Croce rossa
di Fulvio Fiano – Corriere della Sera
Tutta un’altra storia. Pamela Pistis la 36enne che ha innescato l’assedio al centro della croce rossa al Tiburtino sostenendo di essere stata rapita da un eritreo
dopo essere intervenuta a difesa di suo nipote, si è inventata tutto. E
ora è iscritta nel registro degli indagati della procura di Roma con
l’accusa di lesioni aggravate dall’uso di arma. Nello specifico,si
tratta di un tondino, un pezzo di ferro di quelli usati nell’edilizia,
con il quale ha ferito il 40enne eritreo Yacob, in via del Frantoio.
L’iscrizione è avvenuta sulla base di una informativa dei carabinieri
consegnata sabato al pm Alberto Galanti, nella quale si spiega che non
c’è stato il presunto rapimento e che anche le ferite lamentate dalla
donna sarebbero antecedenti ai fatti. Anzi, l’unico colpo da lei
ricevuto è uno schiaffo del compagno arrivato in un secondo momento per
allontanarla dal luogo della lite. La donna ha precedenti, recenti, per
furto.
Gli accertamenti scientifici
Il
quadro ormai chiaro manca di un’ultima conferma sull’arma che la donna
avrebbe raccattato da terra. Per questo il pm ha conferito un doppio
incarico: al medico legale per accertare la compatibilità col tondino
delle ferite riportate da Yacob, e ai carabinieri del ris per i rilievi
sull’oggetto. Yacob, 40 anni con disturbi mentali, è stato ferito alla
schiena, ed è stato ricoverato in ospedale con una iniziale prognosi di
30 giorni. Ascoltato dai carabinieri, ha negato di aver lanciato sassi contro i bambini
che erano in strada, figli e nipoti della donna ora indagata. Il
ferimento, secondo quanto finora emerso, tra testimonianze discordanti,
sarebbe nato dopo la richiesta di una sigaretta fatta da Pamela
all’eritreo e davanti alla risposta negativa di Yacob, la donna avrebbe
reagito colpendolo (in un’altra testimonianza a ferire l’eritreo sarebbe stato il nipote 12enne di Pamela ndr.). In realtà l’uomo avrebbe solo simulato il lancio di un oggetto per allontanare i ragazzini che lo prendevano in giro.
Il malumore del quartiere
Poi
il parapiglia tra un gruppo di migranti e un gruppo di residenti giunti
a sostegno della donna che lamentava di essere stata «sequestrata»
dagli immigrati. Circostanza, questa, smentita dalla Croce rossa e
da diversi testimoni. Ne è nato comunque un assedio dei residenti alla
struttura del quartiere Tiburtino III, alla periferia est della
Capitale. Il presidio umanitario di via del Frantoio, gestito dalla Cri è
da tempo al centro di proteste da parte dei residenti che mal
sopportano la presenza dei richiedenti asilo.
Nessun commento:
Posta un commento