global project Christian Peverieri
11 / 9 / 2017
A
quasi tre anni dai fatti di Iguala, la “verdad historica” è con le
spalle al muro. Dopo le contro inchieste del GIEI, il Gruppo
Interdisciplinario di Esperti Indipendenti della CIDH (la Comision
Interamericana de Derechos Humanos) e dell’EAAF (Equipo Argentino de
Antropologia Forense), dopo le ripetute richieste del Mecanismo de
Seguimiento alla procura di attenersi alle raccomandazioni del GIEI,
arriva ora la piattaforma digitale interattiva del Forensic Architecture
di Londra a ricostruire la lunga notte del 26 settembre 2014 e a
smontare, una volta in più, le bugie del governo.
L’agenzia
investigativa Forensic Architecture con base a Goldsmiths, università
di Londra, lavora a livello mondiale con organizzazioni e gruppi della
società civile sulle violazioni dei diritti umani ed è composta da
architetti, giornalisti e programmatori. Su invito dell’EAAF e del
Centro de Derechos Humanos Miguel Agustin Pro Juarez, e basandosi sulle
raccomandazioni del GIEI, sui tabulati telefonici, su foto, video e
documenti, il Forensic Architecture ha disegnato una mappa interattiva
che ricostruisce gli eventi che hanno portato alla scomparsa dei 43
studenti di Ayotzinapa. I punti chiave della piattaforma sono:
-
Le diverse forze di polizia presenti nella scena (le polizie municipali
di Iguala, Huitzuco e Cocula, la polizia ministeriale, la polizia
federale e l’esercito) e i membri di organizzazioni criminali erano
presenti durante quella notte: come autori o osservatori della violenza o
ostruendo la giustizia.
- Ci
sono stati, senza alcun dubbio, coordinamento, collusione e omissione:
per esempio, un agente dell'intelligence militare è stato presente per
quasi un’ora agli attacchi contro il gruppo di studenti che
successivamente è stato fatto sparire forzatamente vicino al Palazzo di
Giustizia di Iguala. La piattaforma dimostra inoltre che l’agente in
questione era presente all’attacco e alla detenzione degli studenti che
arrivarono nella scena con l’autobus Estrella Roja 3278, conosciuto
anche come il “quinto autobus”.
-
Lo stesso attacco vicino al Palazzo di Giustizia è stato ripreso dalle
telecamere di sicurezza esterne dell’edificio. Queste riprese sono state
distrutte con la scusa di non essere importanti per il caso ma il
Forensic Architecture ha ricostruito il campo visuale delle telecamere e
ha dimostrato che avrebbero registrato i momenti in cui gli studenti
dell’autobus Estrella de Oro 1531 sono stati fatti prigionieri, così
come la direzione presa dalla polizia che li ha rapiti.
La piattaforma mette
un altro fondamentale tassello nella ricostruzione dei fatti che hanno
portato alla sparizione forzata dei 43 studenti. Soprattutto dà
l’ennesimo scacco matto alla ricostruzione ufficiale degli eventi, la
famosa “verdad historica” ancora ritenuta valida dagli uffici della
procura. Come ricordato dal Mecanismo de Seguimiento, in visita ad
Ayotzinapa per la terza volta a fine agosto, continuare a ritenerla
un’ipotesi valida è un elemento che allontana non solo dalla verità ma
anche il comitato dei genitori dalle istituzioni. Il Mecanismo de
Seguimiento, nel report seguente alla visita alla scuola, ha dichiarato
che è urgente dare un’accelerata alle indagini perché, il dato
principale a tre anni dagli eventi è che la sorte dei 43 studenti è
tutt'ora sconosciuta. La nota prosegue poi elencando alcuni piccoli
avanzamenti prodotti dalla PGR (Procura Generale della Repubblica), come
la formazione di un’equipe di 90 persone dedicata esclusivamente al
caso, l’utilizzo della tecnologia Lidar per le indagini sui telefoni dei
ragazzi e il proseguimento delle indagini sul trasferimento di
stupefacenti dal Messico agli Stati Uniti. Questi timidi avanzamenti si
scontrano tuttavia con la realtà che vede la verità ancora ingabbiata
dalle trame del potere.
È di
pochi giorni fa infatti un’intervista a Tomas Zeron de Lucio, ex membro
della Agencia de Investigacion Criminal sotto la PGR guidata da Murillo
Karam. Tomas Zeron, che nel frattempo è stato promosso a Segretario del
Consiglio di Sicurezza Nazionale è l'autore della fabbricazione e
manomissione delle prove nella discarica di Cocula dove sarebbero stati
cremati i 43 giovani. Nell’intervista, ancora una volta difende il suo
operato e rivendica la “verdad historica” come l’unica ipotesi per il
caso. A queste dichiarazioni non sono seguite smentite o prese di
posizione né da parte del presidente Enrique Peña Nieto, né da parte di
altri rappresentanti istituzionali. La ragione di questo, secondo i
genitori dei ragazzi scomparsi, è che Tomas Zeron è il principale
responsabile delle bugie della cosiddetta "verdad historica". Queste
pesanti dichiarazioni danno il senso di quale sia in realtà la linea
seguita dal governo: nascondere la verità.
Agli
occhi attenti di chi vuol vedere oramai non può più sfuggire la
responsabilità dello stato nei fatti e il sempre più goffo tentativo di
nascondere ciò che è successo. La giustizia, purtroppo è risaputo, non è
una questione di imparzialità ma di potere e solo un contropotere
forte, consapevole, autorevole e moltitudinario può contrapporsi al
potere dei los de arriba, il potere della violenza, delle armi, della
morte. La partita si gioca su questo piano. Fortunatamente, in questi
tre anni il comitato dei genitori di Ayotzinapa ha dimostrato forza,
integrità, dignità e capacità di far nascere un ampio movimento di
solidarietà internazionale che può davvero riuscire a rovesciare la
situazione e costringere i criminali là in alto ad arrendersi e ad
ammettere le proprie responsabilità.
Sta
a tutti noi, dal Messico al resto del mondo, dare la spallata finale a
questo sistema di violenza, omertà e ingiustizia. Mantenendo alta
l'attenzione sul caso, denunciando le sempre più evidenti responsabilità
dello stato nel caso, facendo pressione, come sicuramente faranno i
genitori il 26 settembre per il terzo anniversario della scomparsa dei
loro figli. Per la verità e la giustizia. Ma soprattutto per quei 43
ragazzi colpevoli solamente di voler crescere in un Messico più giusto.
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