Si
sono concluse le votazione dell’Aula della Camera sugli emendamenti del
Ddl concorrenza. Il testo quindi è pronto a tornare per la quarta volta
al Senato per l’approvazione definitiva. Le modifiche approvate dalle
commissioni finanza e attività produttive maggiormente sotto la lente
d’ingrandimento riguardano quattro settori in particolare: il mercato
energetico, le assicurazioni, il telemarketing e gli odontoiatri.
Per quanto riguarda il passaggio al mercato libero dell’energia, fissato al primo luglio 2019, sono cancellate le aste per i clienti ‘tutelatì che a quella data non avranno ancora scelto un nuovo fornitore. Torna inoltre la possibilità di rinnovo tacito per le polizze-danni. Via anche le limitazioni introdotte dal Senato nelle chiamate relative a offerte commerciali telefoniche. L’impronta generale, sull’energia, è quella di spingere i consumatori verso un aumento indiscriminato dei consumi elettrici: a danno dell’ambiente, del portafoglio e contro gli obiettivi internazionali di riduzione dei consumi mirata al contenimento dei cambiamenti climatici.
Profonda delusione per il risultato ottenuto a seguito della votazione alla Camera è espresso dal mondo dell’associazionismo consumeristico con l’Unione Nazionale Consumatori che considera il ddl concorrenza “un testo pessimo, oltre che un’occasione perduta”. Il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, afferma: “Sarebbe bastato stare dalla parte dei consumatori invece che delle varie lobby, per ridurre, a costo zero per lo Stato, spese che mandano in rosso i bilanci delle famiglie”.
“Ma quello che è più inaccettabile”, continua Dona, “è che, in alcuni casi, si peggiori addirittura la normativa vigente, come è avvenuto eliminando il mercato tutelato nel settore dell’energia, nonostante, per la luce, i primi cinque operatori detengano l’87,8% del settore domestico e per il gas i primi tre gruppi controllino il 44,8% del mercato”.
Con la riforma delle tariffe il Governo e l’Autorità per l’Energia colpiscono le fasce più deboli della popolazione: in milioni nel 2017 si troveranno a pagare un conto salatissimo. Infatti, per chi consuma 1.000 kWh l'anno e ha 3 kW di potenza impegnata, i costi per la trasmissione, distribuzione e misura di energia elettrica raddoppieranno. Salendo fino a 90,59 euro invece delle 48,50 euro pagate nel 2016. L’aumento degli oneri dipende dalla scelta di cancellare il meccanismo variabile legato ai consumi, trasformandolo invece in un fisso relativo alla potenza impegnata col contatore
Il gruppo M5S Senato ha presentato una mozione per impegnare il Governo a evitare ulteriori aumenti ingiustificati della bolletta elettrica per milioni di pensionati e studenti.
“Ma la mozione dice anche altro: la riforma della tariffa – si legge in una nota del senatore Gianni Girotto - scoraggia la realizzazione di interventi di risparmio, efficientamento e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. In netta contraddizione con i principi contenuti nella direttiva comunitaria”. In buona sostanza, sottolinea Girotto, la riforma aveva l’obiettivo di superare la struttura progressiva della tariffa rispetto ai consumi, non di rendere le tariffe elettriche totalmente indipendenti da questi. Infatti il decreto attuativo dispone che l'adeguamento della struttura tariffaria deve essere tale “da stimolare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, favorendo il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica. Non certo di impattare sulle categorie di utenti con struttura tariffaria non progressiva”. “Nella mozione diciamo inoltre – continua Girotto - che nella segnalazione inviata al Governo, al Parlamento e all'Aeegsi il 26 luglio 2016, l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato (AGCM) ha censurato la mancanza di concorrenza nella distribuzione elettrica e ha chiesto una revisione ed integrazione della disciplina normativa e regolamentare riguardante i sistemi di distribuzione chiusi, volti a consentire la realizzazione di nuovi reti elettriche private. Ma a tale richiesta dell’AGCM purtroppo non è stato dato ancora alcun seguito", continua il senatore”.
Girotto chiede al Governo di intervenire subito per adottare misure idonee a tutelare i consumatori dagli immotivati rincari determinati dalla riforma delle tariffe e dai meccanismi tariffari della distribuzione applicati ai consumatori domestici. “Questi siano conformi ai principi di equità sociale, ragionevolezza dei profitti dei concessionari esclusivi e di salvaguardia dell'efficienza energetica, tenendo conto dei principi di flessibilità e di premio verso i comportamenti responsabili recentemente stabiliti in sede europea. Deve infine consentire, anche attraverso l'adozione di misure di carattere normativo, la realizzazione di sistemi di distribuzione chiusi, al fine di garantire la concorrenza nel settore, così come indicato dall'AGCM”, conclude Girotto.
Per quanto riguarda il passaggio al mercato libero dell’energia, fissato al primo luglio 2019, sono cancellate le aste per i clienti ‘tutelatì che a quella data non avranno ancora scelto un nuovo fornitore. Torna inoltre la possibilità di rinnovo tacito per le polizze-danni. Via anche le limitazioni introdotte dal Senato nelle chiamate relative a offerte commerciali telefoniche. L’impronta generale, sull’energia, è quella di spingere i consumatori verso un aumento indiscriminato dei consumi elettrici: a danno dell’ambiente, del portafoglio e contro gli obiettivi internazionali di riduzione dei consumi mirata al contenimento dei cambiamenti climatici.
Profonda delusione per il risultato ottenuto a seguito della votazione alla Camera è espresso dal mondo dell’associazionismo consumeristico con l’Unione Nazionale Consumatori che considera il ddl concorrenza “un testo pessimo, oltre che un’occasione perduta”. Il presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, afferma: “Sarebbe bastato stare dalla parte dei consumatori invece che delle varie lobby, per ridurre, a costo zero per lo Stato, spese che mandano in rosso i bilanci delle famiglie”.
“Ma quello che è più inaccettabile”, continua Dona, “è che, in alcuni casi, si peggiori addirittura la normativa vigente, come è avvenuto eliminando il mercato tutelato nel settore dell’energia, nonostante, per la luce, i primi cinque operatori detengano l’87,8% del settore domestico e per il gas i primi tre gruppi controllino il 44,8% del mercato”.
Con la riforma delle tariffe il Governo e l’Autorità per l’Energia colpiscono le fasce più deboli della popolazione: in milioni nel 2017 si troveranno a pagare un conto salatissimo. Infatti, per chi consuma 1.000 kWh l'anno e ha 3 kW di potenza impegnata, i costi per la trasmissione, distribuzione e misura di energia elettrica raddoppieranno. Salendo fino a 90,59 euro invece delle 48,50 euro pagate nel 2016. L’aumento degli oneri dipende dalla scelta di cancellare il meccanismo variabile legato ai consumi, trasformandolo invece in un fisso relativo alla potenza impegnata col contatore
Il gruppo M5S Senato ha presentato una mozione per impegnare il Governo a evitare ulteriori aumenti ingiustificati della bolletta elettrica per milioni di pensionati e studenti.
“Ma la mozione dice anche altro: la riforma della tariffa – si legge in una nota del senatore Gianni Girotto - scoraggia la realizzazione di interventi di risparmio, efficientamento e autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. In netta contraddizione con i principi contenuti nella direttiva comunitaria”. In buona sostanza, sottolinea Girotto, la riforma aveva l’obiettivo di superare la struttura progressiva della tariffa rispetto ai consumi, non di rendere le tariffe elettriche totalmente indipendenti da questi. Infatti il decreto attuativo dispone che l'adeguamento della struttura tariffaria deve essere tale “da stimolare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, favorendo il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica. Non certo di impattare sulle categorie di utenti con struttura tariffaria non progressiva”. “Nella mozione diciamo inoltre – continua Girotto - che nella segnalazione inviata al Governo, al Parlamento e all'Aeegsi il 26 luglio 2016, l'Autorità garante per la concorrenza e il mercato (AGCM) ha censurato la mancanza di concorrenza nella distribuzione elettrica e ha chiesto una revisione ed integrazione della disciplina normativa e regolamentare riguardante i sistemi di distribuzione chiusi, volti a consentire la realizzazione di nuovi reti elettriche private. Ma a tale richiesta dell’AGCM purtroppo non è stato dato ancora alcun seguito", continua il senatore”.
Girotto chiede al Governo di intervenire subito per adottare misure idonee a tutelare i consumatori dagli immotivati rincari determinati dalla riforma delle tariffe e dai meccanismi tariffari della distribuzione applicati ai consumatori domestici. “Questi siano conformi ai principi di equità sociale, ragionevolezza dei profitti dei concessionari esclusivi e di salvaguardia dell'efficienza energetica, tenendo conto dei principi di flessibilità e di premio verso i comportamenti responsabili recentemente stabiliti in sede europea. Deve infine consentire, anche attraverso l'adozione di misure di carattere normativo, la realizzazione di sistemi di distribuzione chiusi, al fine di garantire la concorrenza nel settore, così come indicato dall'AGCM”, conclude Girotto.
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