Rimpallo di responsabilità tra Acea e Pisana ma la soluzione non si vede.
...una rete idrica ridotta a colabrodo con una percentuale di dispersione d'acqua che supera il 40%...
Solo seguendo un filo di logica. ACEA è società mista composta da azionisti privati e pubblici, di cui il Comune di Roma detiene il 51%. A chi tocca l'onere di decidere? Forse al così detto socio di maggioranza, cioè il Comune di Roma. L'attuale Sindaco è, se non sbaglio, un'esponente del Movimento 5 Stelle e una delle stelle significa acqua pubblica. Pertanto a maggior ragione deve prendere posizione e soprattutto spiegare a tutti i cittadini italiani perchè nell'anno di grazie 2017 l'acquedotto gestito da ACEA disperde il 40% dell'acqua. Non dico che sia responsabilità dell'attuale Sindaco, ha avuto un'anno difficile, ma da domani deve rintracciare i responsbili e avviare tutte le procedure previste per la rimozione e le eventuali azioni civili e penali dei soggetti che hanno consentito questo esorbitante spreco di una risorsa pubblica. Nel contempo rinnovare l'acquedotto. La Regione Lazio invece di lanciare anatemi fuori tempo massimo, dovrebbe individuare e definire i nuovu Bacini Idrografici che renderebbero applicabile la legge 5/2014 per ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.
Gli esponenti del PD, Assessori e Consiglieri, la smettano di prendere tempo e prendere in giro i movimenti per i beni comuni, il forum acqua pubblica e tutti i 27 milioni di cittadini che hanno votato al Referendum perchè l'acqua non sia una merce da cui ricavare profitto. Dopodichè continuino pure a disquisire e cavillare su relazioni e documenti che, probabilmente hanno letto, forse, per la prima volta ieri.
"Nella Relazione Generale del Progetto del Nuovo Acquedotto del lago di Bracciano, redatto dalla stessa Acea, si definiva il livello idrometrico minimo concesso per le captazioni, fissandolo a m. 161,90 sopra il livello del mare. Anzi, a tale proposito, si prescriveva quanto segue: 'Verranno inserite le saracinesche di apertura e chiusura ed un sifone idraulico che provveda a disinnescare automaticamente le condotte, non appena il livello dell'acqua scende sotto la quota minima di m 161,90'. Attualmente il livello del lago di Bracciano è al di sotto di questa quota minima prefissata, e ancor più lontano dallo zero idrometrico che corrisponde a quota 163,04".Una situazione simile non si ripeteva da circa dieci anni. Solo qualche settimane fa, con un'ordinanza della sindaca Raggi, è stato vietato l'uso d'acqua per attività non prioritarie (piscine, orti e giardini). Successivamente era stata disposta la chiusura di alcuni "nasoni", le famose fontanelle della città. Ma la siccità non ha dato tregua un giorno: il caldo, unito a una rete idrica ridotta a colabrodo con una percentuale di dispersione d'acqua che supera il 40%, sta mettendo a serio rischio ambientale, secondo la Regione, il bacino di Bracciano.
Polemiche che di certo non rendono la situazione meno "critica", come l'ha definita il ministro dell'Ambiente Galletti. Il Governo ha quindi aperto alla possibilità di dichiarare lo stato d'emergenza andando in soccorso del Governatore Zingaretti: "Da tempo monitoriamo la situazione attraverso l'Osservatorio permanente che proprio nell'ultima riunione ha deciso il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta: ciò permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione civile, su richiesta regionale". Ad oggi, però, di soluzioni neanche l'ombra.
Nessun commento:
Posta un commento