A Roma l'acqua non manca, quelle che mancano
sono le strutture per portarla, a cominciare da quelle che doovrebbero
attingere al Peschiera che da solo sarebbe in grado di servire tutta
Roma senza bisogno di altri prelievi. E' un po' che tra gli esperti si
discute di questo. E la Uil di Roma e Lazio ha deciso di uscire allo
scoperto segnalando a Regione e Comune di Roma che alla fine si tratta
di mettere in campo investimenti concreti.
controlacrisi.org
In occasione della
conferenza stampa sono stati forniti anche i numeri di quella che sembra
una vera e propria debacle: una rete, quella storica di Roma e
Fiumicino, che si snoda per 7mila km ed eroga a 2,9 milioni di abitanti
264 milioni di metri cubi di acqua. Di questi, il 45% si disperde a
causa di infiltrazioni ma soprattutto a causa dell'usura delle
cosiddette saracinesche, i punti che fanno da cerniera tra le tubature.
Il 45% di dispersione idrica fa di Roma la seconda citta' italiana per
perdita d'acqua (peggio solo Bari con il 51%). Infatti, sottolinea la
Uil, dal Peschiera si prelevano 9mila litri d'acqua al secondo, di cui
il 45%, che sono 3.600, viene disperso: a Bracciano si prelevano 1.200
litri, questo vuol dire che il concorre solamente a ridurre di un terzo
la dispersione e a mettere contro romani e braccianesi.
Poi c'e'
il tema dei centri operativi: "Acea ne aveva in tutta la citta' con un
personale che conosceva il territorio e il sistema, oggi invece le
squadre girano per tutta Roma, magari intervengono anche prontamente ma
non sanno esattamente dove mettere le mani, cosi' i tempi si dilatano-
mette in guardia il segretario della Uil romana Alberto Civica - Acea ha
fatto un grande investimento su Sap, ben 50 milioni, per poter sopperire
nel piu' breve tempo possibile dove ci sono i guasti, ma poi c'e' un
problema di organici e ci si limita a transennare. In questi anni
l'azienda ha investito solo sulla fatturazione per aumentare gli utili
ma non ha investito ne' sulle risorse umane ne' sulla rete, mentre a
fronte di questo teoricamente dovrebbero aumentare gli interventi,
perche' abbiamo una rete idrica che butta via il 45% dell'acqua: una
dispersione che viene da saracinesche e punti di svolta e che se si
facesse um intervento programmato si potrebbe ridurre di molto".
A
tutto questo si aggiunge nell'ultimo quinquennio, spiegano dalla Uil
citando dati Eures e dell'Agenzia servizi pubblici di Roma Capitale, una
forte diminuzione dei volumi erogati per abitante e,
contemporaneamente, un incremento del 37% della spesa per ogni famiglia.
Di contro, nello stesso periodo, I'incremento per gli investimenti
sulla rete storica e' stato pari al 3% e a livello regionale "nulla e'
stato fatto sul recupero delle acque di depurazione. Se il piano
regionale non e' stato messo in pratica- conclude Civica- in quello
industriale 2016-2020 di Acea non c'e' traccia di investimenti dedicati
alla manutenzione delle tubature. Cosa indispensabile per una corretta
distribuzione idrica ma anche per contribuire a far ripartire
I'economia.
Uno studio dell'Epa americano stima che un
investimento di 188 miliardi di dollari nelle infrastrutture idriche
degli Stati Uniti creerebbe 1,3 milioni di posti di lavoro, tra diretti e
indiretti, e produrrebbe 250 miliardi di dollari. Noi siamo in Italia e
simili cifre sono ovviamente un'utopia, ma una regolamentazione delle
tubature e degli impianti idrici, unitamente a dei bacini di raccolta di
acqua piovana e a dei sistemi di irrigazione naturali, porterebbero
benefici immediati non solo sulla distnbuzione dell acqua, ma anche
sull'economia cittadina.
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venerdì 28 luglio 2017
Acqua semi pubblica- Roma. Siccità a Roma, bollette astronomiche, dispersione al 45% e investimenti zero. E' il capolavoro di Acea e del Comune di Roma
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