Il Campidoglio aveva chiesto lo stato d'emergenza, il Governo valuterà nei prossimi giorni.
Scongiurato il razionamento dell'acqua, i
problemi sono ancora ben lontani dalla soluzione.
La Regione Lazio ha
emesso una nuova ordinanza che rinvia lo stop alle captazioni dal Lago
di Bracciano, riserva idrica della Capitale a serio rischio di disastro
ambientale a causa dei prelievi e della siccità, al 1° settembre. Per il
momento, Acea Ato2 Spa, controllata della municipalizzata Acea, potrà
continuare a prelevare acqua dal lago ma in misura ridotta.
Se prima era
consentita la captazione di 1100 litri al secondo, fino al 10 agosto
l'azienda potrà prelevarne 400 l/s, e dall'11 fino all'inizio di
settembre 200 l/s. L'accordo raggiunto dalla Regione Lazio e da Acea
consente così di evitare turnazioni di otto ore per circa un milione e
mezzo di cittadini romani.
Dopo i diversi allarmi lanciati dai Comuni della zona e le richieste
di intervento urgente dei Comitati che si battono per la tutela
dell'ecosistema del lago, l'ente guidato da Nicola Zingaretti,
attraverso la Direzione Generale delle risorse idriche, aveva disposto
lo stop alle captazioni a partire da venerdì 28 luglio. I vertici tra le
parti, Regione e Acea, e lo scontro politico con il Comune, azionista
di maggioranza di Acea, alla fine hanno portato all'intesa. Ma non tutti
sono contenti:
"Siamo estremamente critici nei confronti di questo
accordo che è totalmente contraddittorio rispetto alla posizione
iniziale presa dalla Regione Lazio", dice all'HuffPost Francesco
Falconi, avvocato del Comitato per la difesa del Lago di Bracciano. "La
Regione ha smentito se stessa e questa decisione non denota altro che la
mancanza di coraggio istituzionale".
"La Regione è la stessa che costituendosi presso il Tribunale delle
acque aveva detto in modo netto che Acea disponeva di acqua a
sufficienza per i romani anche senza i prelievi da Bracciano", continua
Falconi. "Era la stessa azienda ad aver ammesso, secondo la Regione, di
poter captare 1770 l/s da fonti alternative a Bracciano". Secondo il
Comitato la contraddizione è lampante: "Hanno usato questo dato per
sconfessare in sede giudiziale le pretese di Acea, e ora adottano un
provvedimento che è completamente opposto".
L'emergenza Bracciano è così rinviata a settembre. Perché, stando
all'accordo preso oggi, dall'1/9 ci sarà lo stop ai prelievi dal lago.
"È evidente che si tratta di un provvedimento ponte per traghettare Acea
da qui fino a quando non interverrà il Governo con uno stato
d'emergenza", continua Falconi. "Come se i cittadini di Roma avessero un
privilegio rispetto agli altri. Velletri, per dirne una, in questo
momento sta facendo le turnazioni per l'acqua, e ha un ospedale. E
nessuno ha mai detto nulla". Dal canto suo, il ministro dell'Ambiente
Galletti ha dichiarato di aver preso atto della richiesta dello stato
d'emergenza della Regione: "Stiamo valutando, se ci sono le condizioni
il Governo interverrà".
A Bracciano non sono soddisfatti neanche della riduzione delle
captazioni:
"E chi li controlla? Sono cinque mesi che chiediamo di
nominare qualcuno per controllare la reale entità dei prelievi. In
questo momento il Lago ha bisogno di uno stop alle captazioni a tutela
della riserva idrica e non solo del suo habitat. In un posto normale il
sindaco di una città che vede la sua municipalizzata dell'acqua
disperdere quasi il 50% della sua risorsa l'avrebbe portato in Tribunale
e licenziato i dirigenti", conclude Falconi.
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