domenica 18 dicembre 2016

"Inquinamento. In cinquanta anni immesse ottantamila nuove sostanze chimiche"



Fonte: greenreportAutore: l.a.
«Tra il 1930 e il 2000 la produzione globale di sostanze chimiche prodotte dall’uomo è aumentata da 1 a 400 milioni di tonnellate l’anno, e negli ultimi 50 anni l’uomo ha immesso nell’ambiente circa 80 mila nuove sostanze chimiche». Questi dati, offerti dal presidente di Sima Onlus (la Società italiana di medicina ambientale) Alessandro Miani alla Camera dei Deputati, hanno rappresentato la fondamentale introduzione al decalogo “Indoor Air Quality” presentato in Parlamento per «proporre un’omogeneità di azioni a livello nazionale, i cui risultati potranno portare ad appropriate strategie di sanità pubblica» diminuendo l’inquinamento atmosferico indoor; ovvero, quello presente all’interno delle nostre case e uffici, del quale non sempre siamo consapevoli ma che (secondo stime Oms) provoca ogni anno 4,3 milioni di decessi prematuri nel mondo. L’aria interna – spiegano dalla Sima – è fondamentalmente la stessa di quella esterna, ma cambiano quantità e tipi di contaminanti. I principali inquinanti dell’aria indoor, agenti chimico-fisici (gas di combustione, particolato atmosferico aerodisperso, composti organici volatili COV, idrocarburi policiclici aromatici, fumo passivo da combustione di tabacco, radon) e biologici (batteri, virus, pollini, acari, residui biologici e composti allergenici) hanno effetti sul sistema respiratorio, provocano allergie e asma, disturbi a livello del sistema immunitario, oltre ad avere effetti nocivi sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso oltre che su cute e mucose esposte.
L’aria indoor può inoltre essere in generale più inquinata rispetto all’aria ambiente perché gli inquinanti esterni vengono intrappolati e si accumulano, oltre che per la presenza di inquinanti propri delle abitazioni, compresi quelli provocati dalla cottura dei cibi, dalla pulizia della casa, ecc. Per questo la qualità dell’aria negli ambienti interni diventa quindi cruciale per la salute e il benessere anche nei Paesi sviluppati, come il nostro: «Si calcola che ogni persona trascorra tra l’80 e il 90% della propria giornata all’interno di edifici, respirando circa 22.000 volte – ha commentato la senatrice Loredana De Petris, capogruppo di Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia e Libertà – È evidente, dunque, come l’ambiente detto indoor rappresenti un elemento centrale nella prevenzione dai danni dovuti all’inquinamento». Un’osservazione ancor più valida per i bambini, che sono i più esposti ai rischi dovuti alla cattiva areazione della casa in quanto hanno una frequenza respiratoria maggiore a quella degli adulti, oltre a un sistema respiratorio in fase di sviluppo che li rende più esposti alle allergie.
Nonostante i rischi, ad oggi dal punto di vista normativo – sottolinea la Sima – manca oggi in Italia una legislazione organica di riferimento, benché esistano leggi specifiche per alcuni inquinanti indoor (amianto, COV, fumo passivo, radon) e riferimenti nazionali quali le Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati (Accordo Stato Regioni del 27settembre 2001) e le Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei rischi indoor per allergia e asma (Accordo del 18 novembre 2010).
Il decalogo redatto dalla Società italiana di medicina ambientale (disponibile in allegato, ndr) suggerisce appunti i principali punti d’intervento su cui poter concentrare con maggiore efficacia gli interventi per combattere l’inquinamento dell’aria interna. «La cultura della prevenzione ambientale, importante e più che mai necessaria, deve accompagnarsi a un nuovo modo di intendere il rapporto con l’ambiente circostante e con gli altri esseri umani. Solo così – conclude Miani – potremo ridurre il rischio ambientale che sempre più spesso è causato dall’inerzia di politica e istituzioni e da malcostume di molti italiani».

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