Il report dell’associazione ambientalista: i due più grandi bacini lacustri del Lazio in molti punti sono risultati «fortemente inquinati». Sufficienti invece Castelgandolfo e Vico, il più pulito è Canterno in Ciociaria.
Bracciano
e Bolsena i peggiori. Sufficienza per Vico e Castelgandolfo. Promosso
Canterno, in Ciociaria: è il lago più pulito del Lazio. La settimana
scorsa la Goletta dei Laghi di Legambiente ha analizzato le acque dei
bacini regionali. Due giorni di prelievi in più punti per misurare il
livello di pulizia. Sia sulle foci, sia sui tratti di costa. E i
risultati non sono buoni: su 19 punti, 11 «presentano cariche batteriche
sopra i limite». Che significa inquinamento batteriologico di origine
fecale per la presenza di scarichi abusivi o per un sistema di
depurazione insufficiente.
I punti sono stati segnalati direttamente dai cittadini per tutto l’anno (all’indirizzo sosgoletta@legambiente.it)
e il giro della Goletta ha riguardato i laghi di Bracciano, Bolsena,
Vico, Albano, Canterno e perfino il laghetto di Villa Ada. I due più
grandi bacini lacustri del Lazio in molti punti sono risultati
«fortemente inquinati»: in 3 prelievi su 5 per Bracciano, a Grotta
Renara, all’imbocco del fiume Arrone ad Anguillara e alla foce di un
canale a Trevignano; sul lago di Bolsena sono «fortemente inquinati» 6
punti su 7, a Montefiascone, a Marta, a San Lorenzo Nuovo, sulla
spiaggia di Capodimonte, a Gradoli.
Un po’ meglio la situazione del lago di Vico -
un risultato negativo su due - e di Albano dove su 3 prelievi, uno è
risultato «inquinato». Non risultano «cariche batteriche ma un’alta
densità di nitriti, principale causa dell’eutrofizzazione dell’acqua»
nel laghetto di Villa Ada, che tradotto significa: l’acqua è costretta a
modificare il suo equilibrio ecologico perché manca di sostanze
nutritive. Nei laghi laziali, dice il presidente di Legambiente Lazio
Roberto Scacchi, «c’è ancora troppo inquinamento da mancata depurazione,
ma noi non diamo patenti di balneabilità, piuttosto vogliamo avviare
percorsi positivi individuando le criticità, per la riqualificazione, la
salvaguardia e il rilancio degli splendidi laghi del Lazio».
Per la prima volta quest’anno è
stato monitorato anche il livello delle microplastiche presenti nelle
acque (ma i risultati si avranno solo in autunno): dai rifiuti
galleggianti a quelli sulle rive, la plastica rappresenta tra l’80 e il
90 per cento dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero. Ma per i
laghi finora è stato fatto molto poco. Perciò Legambiente ha ideato uno
speciale dispositivo chiamato «Manta» con la collaborazione scientifica
di Enea e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: si tratta di una
speciale rete a maglia ultrafine che «filtra» l’acqua e cattura le
microparticelle. «L’Unione europea - fa sapere Andrea Minutolo,
coordinatore scientifico di Legambiente - ha aperto per l’Italia diverse
procedure di infrazione proprio per questo grave deficit del sistema
depurativo, causa principale dell’inquinamento dei bacini lacustri».
Servizi di fognatura e depurazione infatti, spiega Minutolo, «restano
ben lontani dagli standard della normativa ambientale europea».
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