mercoledì 20 luglio 2016

Nord di Roma. Legambiente: «Laghi di Bolsena e Bracciano, grave inquinamento».


Il report dell’associazione ambientalista: i due più grandi bacini lacustri del Lazio in molti punti sono risultati «fortemente inquinati». Sufficienti invece Castelgandolfo e Vico, il più pulito è Canterno in Ciociaria.

Bracciano e Bolsena i peggiori. Sufficienza per Vico e Castelgandolfo. Promosso Canterno, in Ciociaria: è il lago più pulito del Lazio. La settimana scorsa la Goletta dei Laghi di Legambiente ha analizzato le acque dei bacini regionali. Due giorni di prelievi in più punti per misurare il livello di pulizia. Sia sulle foci, sia sui tratti di costa. E i risultati non sono buoni: su 19 punti, 11 «presentano cariche batteriche sopra i limite». Che significa inquinamento batteriologico di origine fecale per la presenza di scarichi abusivi o per un sistema di depurazione insufficiente.
I punti sono stati segnalati direttamente dai cittadini per tutto l’anno (all’indirizzo sosgoletta@legambiente.it) e il giro della Goletta ha riguardato i laghi di Bracciano, Bolsena, Vico, Albano, Canterno e perfino il laghetto di Villa Ada. I due più grandi bacini lacustri del Lazio in molti punti sono risultati «fortemente inquinati»: in 3 prelievi su 5 per Bracciano, a Grotta Renara, all’imbocco del fiume Arrone ad Anguillara e alla foce di un canale a Trevignano; sul lago di Bolsena sono «fortemente inquinati» 6 punti su 7, a Montefiascone, a Marta, a San Lorenzo Nuovo, sulla spiaggia di Capodimonte, a Gradoli.

Un po’ meglio la situazione del lago di Vico - un risultato negativo su due - e di Albano dove su 3 prelievi, uno è risultato «inquinato». Non risultano «cariche batteriche ma un’alta densità di nitriti, principale causa dell’eutrofizzazione dell’acqua» nel laghetto di Villa Ada, che tradotto significa: l’acqua è costretta a modificare il suo equilibrio ecologico perché manca di sostanze nutritive. Nei laghi laziali, dice il presidente di Legambiente Lazio Roberto Scacchi, «c’è ancora troppo inquinamento da mancata depurazione, ma noi non diamo patenti di balneabilità, piuttosto vogliamo avviare percorsi positivi individuando le criticità, per la riqualificazione, la salvaguardia e il rilancio degli splendidi laghi del Lazio».
Per la prima volta quest’anno è stato monitorato anche il livello delle microplastiche presenti nelle acque (ma i risultati si avranno solo in autunno): dai rifiuti galleggianti a quelli sulle rive, la plastica rappresenta tra l’80 e il 90 per cento dei rifiuti dispersi in ambiente marino e costiero. Ma per i laghi finora è stato fatto molto poco. Perciò Legambiente ha ideato uno speciale dispositivo chiamato «Manta» con la collaborazione scientifica di Enea e dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: si tratta di una speciale rete a maglia ultrafine che «filtra» l’acqua e cattura le microparticelle. «L’Unione europea - fa sapere Andrea Minutolo, coordinatore scientifico di Legambiente - ha aperto per l’Italia diverse procedure di infrazione proprio per questo grave deficit del sistema depurativo, causa principale dell’inquinamento dei bacini lacustri». Servizi di fognatura e depurazione infatti, spiega Minutolo, «restano ben lontani dagli standard della normativa ambientale europea».

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