mercoledì 25 novembre 2015

ROMA, TRASPORTI PARALIZZATI: MONTA LA PROTESTA DEGLI AUTISTI SENZA STIPENDIO.

I lavoratori di Roma Tpl fermano 80 lineee di autobus. E intanto la Regione pensa di privatizzare la Roma Lido.
 
osservatorelaziale.it di Chiara Rai
immagineRoma - I trasporti di Roma e del Lazio sono in ginocchio. Sono circa 80 le linee di autobus ferme a Roma da questa mattina a causa dello sciopero degli autisti della Roma Tpl che si occupa delle linee periferiche della città. Il blocco di oggi riguarda il servizio per il quadrante nord Ovest della città.
La Roma Tpl è la seconda azienda di trasporto pubblico di Roma dopo l’Atac. I lavoratori stanno protestando perché da circa due mesi sono senza stipendio e da diversi mesi sono in mobilitazione. I problemi economici della società dipendono da una serie di determine di pagamento rimaste in sospeso presso il dipartimento Mobilità. Non ultima la liquidazione dell'acconto del mese di ottobre e l'impegno di spesa per l'anno 2015 dei corrispettivi relativi al contratto di servizio. Insomma sono circa 180 i milioni di euro che la società deve incassare dal Comune di Roma. Lo sciopero non è stato annunciato e per questo ha letteralmente mandato in tilt i passeggeri che si sono ritrovati in balia di enormi disservizi, soprattutto a Roma nord. Non è chiaro quando verrà interrotta la protesta e quando riprenderà la normale circolazione degli autobus.

Lo sciopero è iniziato lunedì 23 novembre al deposito di Maglianella dove è stato impedito agli autobus non solo di fare rifornimento ma anche di circolare. E mentre si protesta la Regione Lazio pensa a privatizzare per fare cassa e soprattutto per cercare di mettere un freno ai disservizi che ormai sono all’ordine del giorno. Infatti è iniziata la caccia alla ricerca di partner per la gestione della Roma Lido o addirittura di possibili acquirenti che riescano a togliere le caldarroste alla Regione. Secondo la Filt Cgil di Roma e Lazio la soluzione per il trasporto pubblico regionale, martoriato, secondo il sindacato, da "sprechi derivanti da sovrapposizioni, doppioni e conflitti di competenza, da duplicazione di poltrone e cda" consiste nella creazione di un'azienda unica regionale a intero capitale pubblico, che si faccia carico di tutto il trasporto del Lazio, su ferro e su gomma, e che sia in grado di arrivare al 2019 (anno di scadenza del contratto di servizio ) in condizioni di efficienza e solidita.
Nel frattempo continuano a tuonare i sindacati: “Permane purtroppo l’incertezza degli asset delle aziende del TPL di Roma e del Lazio – dicono FILT CGIL, FIT CISL e UIL Trasporti di Roma e del Lazio - e la latitanza delle istituzioni, malgrado una richiesta di convocazione inviata da più di venti giorni”. Interviene sulla questione dei lavoratori senza stipendio anche Michele Baldi, Capogruppo della Lista Civica Nicola Zingaretti al Consiglio Regionale del Lazio: “Piange il cuore – ha detto Baldi - a vedere le condizioni in cui sono costretti autisti e lavoratori della Roma TPL Scarl. Capisco quindi le loro ragioni che peraltro ho sempre sostenuto. Perché su questa vicenda c’è un peccato originale su cui troppi hanno sempre chiuso gli occhi”. Baldi ritiene di essere stato il solo a denunciare “l’appaltone del TPL da 800 milioni”, il più grande bando europeo che vide un solo partecipante. “E a pagare sono stati sempre gli autisti – prosegue il consigliere - alcuni addirittura licenziati per aver protestato. Mi sono sempre battuto finchè ho potuto, per cercare di fare chiarezza su tutta questa vicenda dando dignità ai lavoratori spesso non rappresentati adeguatamente da realtà sindacali non particolarmente incisive. E certamente tutta questa situazione non la possono pagare le migliaia di cittadini che si sono ritrovati in mezzo alla strada”.

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