Renzi: "No a prove muscolari, sì alla diplomazia". Nella bozza del
summit previsto una sorta di scambio tra gli aiuti per la gestione dei
migranti in arrivo e l'accelerazione dei negoziati sull'adesione.
repubblica.it
BRUXELLES - Ankara mette a
segno un mezzo punto sulla partita dei soldi per i rifugiati, mentre
Renzi detta la linea della politica estera italiana a proposito della
situazioni di crisi che si sono innescate dopo gli attentati di Parigi:
"No a prove muscolari, sì alla diplomazia".
Renzi, "no a prove muscolari". Le grandi crisi
internazionali in atto, ha detto Matteo Renzi arrivando a Bruxelles,
"non si risolvono con qualche dichiarazione verbale muscolare". "Ci
vuole - ha aggiunto - un investimento di natura diplomatica". Occorre
avviare un progetto lungo mesi se non anni e che tenga insieme per ogni
centesimo speso in sicurezza, un centesimo investito in cultura, per
ogni centesimo speso in polizia, uno in identità. Questa è la posizione
italiana. E credo che sulla nostra posizione verranno anche gli altri
Paesi nei prossimi mesi".
"Un errore chiudersi in casa". "Se l'Europa si chiude
in casa - ha ammonito il premier - hanno vinto loro, quelli che vogliono
il terrore". "Non credo che il consumatore italiano debba rinchiudersi
in casa, che sarebbe un modo di darla vinta ai professionisti del
terrore".
Giornalisti arrestati e diritti umani. Il presidente
del Consiglio è intervenuto sul caso dei due giornalisti turchi
arrestati. "Teniamo molto alta l'asticella delle aspettative in termini
di diritti umani". E, replicando alla Lega che ieri, per voce
dell'aeruoparlamentare Mario Borghezio aveva accusato l'Ue di "fare
orecchie da mercanti", "Nessuno di noi - ha ribadito Renzi - intende far
finta di niente". "Porto con me - ha sottolineato - come tutti gli
altri leader, la lettera ricevuta da due giornalisti turchi. Credo che
il mio amico, il primo ministro Ahmet Davutoglu,
sappia perfettamente che questo rapporto con l'Ue tiene insieme anche
la questione di un confronto e di un dialogo che non può venire meno a
nessuna delle attese sulla questione dei diritti umani". Concetto
ribadito in serata dal presidente del consiglio Ue, Donald Tusk: la
Turchia, ha detto Tusk parlando della questione diritti umani, "è uno
stato candidato all'ingresso nell'Ue, abbiamo concordato di
rienergizzare il processo di adesione. Ma una cosa deve essere chiara:
non stiamo riscrivendo la politica sull'allargamento. Abbiamo concordato
di accelerare ma i requisiti e gli standard resteranno gli stessi".
"Sono assolutamente sicuro - ha aggiunto rivolgendosi al premier turco
Davutoglu - che possiamo essere più ottimisti per la vostra e
determinazione" a entrare nell'Ue e, di conseguenza, a rispettare quegli
standard.
Passo avanti gestione flussi. Per il presidente del
Consiglio, il vertice dei 28 leader europei con il capo del governo
turco a Bruxelles "è un passo in avanti nella direzione di rendere
sempre più europea la questione dell'immigrazione: un modo di
affrontarla che noi abbiamo sempre sostenuto, con uno sguardo ampio da
parte dell'Unione europea". "L'iniziativa con i turchi viene dopo
l'iniziativa con gli africani e prima di altre, penso alla Giordania, al
Libano".
Gli stanziamenti. Dal vertice in corso a Bruxelles alla
fine esce un accordo tra l'Unione europea e la Turchia, che va oltre
l'emergenza migranti: i lavori del vertice bilaterale straordinario si
sono conclusi con un'intesa sulla dichiarazione politica che riguarda il
piano d'azione per il controllo dei flussi migratori, i negoziati di
adesione della Turchia all'Ue e la liberalizzazione dei visti, nonché
gli aiuti per 3 miliardi di euro che Bruxelles garantirà ad Ankara e che
potrebbero essere incrementati in seguito. La cifra è infatti definita
'iniziale', lasciando intendere che potrebbero seguire altre somme, ma
condizionate al "bisogno e natura del finanziamento" e "saranno riviste
alla luce dello sviluppo della situazione". "Entrambe le parti, come
concordato e con effetto immediato, rafforzeranno la loro collaborazione
sui migranti che non necessitano di protezione internazionale, evitando
i viaggi in Turchia e Ue, assicurando l'applicazione dei piani di
riamissione bilaterale stabiliti e rimandando velocemente i migranti che
non necessitano di protezione internazionale nei loro Paesi di
origine", si legge nella bozza.
L'obiettivo Ue. "Il nostro principale obiettivo è
contenere il flusso di migranti verso l'Europa. Dopo molte settimane di
duro lavoro e negoziati abbiamo raggiunto un accordo che spero sia
accettato da tutte le parti", ha detto il presidente del consiglio Ue Donald Tusk al suo arrivo al vertice.
I negoziati Ue-Turchia. L'Ue a dicembre aprirà il
prossimo capitolo dei negoziati con la Turchia in relazione ai colloqui
di adesione e preparerà ulteriori capitoli per la discussione nei primi
tre mesi del 2016. L'Ue intende anche eliminare la necessità di visti
per i turchi che si recano nel blocco, nell'ottobre del prossimo anno,
se Ankara rispetterà criteri concordati. Ma la disponibilità della
Turchia a collaborare nella gestiione dei migranti non deve permettere
alla Ue di chiudere gli occhi sulle violazioni dei diritti umani nel
Paese: lo hanno ribadito in una lettera inviata all'Europa dal carcere di Silivri, a Istanbul, dove vengono detenuti da giovedì sera, il direttore Can Dundar e il caporedattore Erdem Gul, direttore e caporedattore di Cumhuriyet, quotidiano di opposizione.
Battaglia di cifre. Proprio sui soldi c'è stato un duro
negoziato, perché la Turchia chiedeva tre miliardi l'anno, mentre l'Ue
proponeva di stanziarne solo tre e su base biennale. Alla fine si è
trovato un compromesso sulla bozza scrivendo una formulazione la più
neutra possibile, che non fissa né modalità, né tempi dell'erogazione ma
lascia aperta l'ipotesi di ulteriori somme.
Il capitolo adesione. Sul fronte del processo di
adesione alla Ue di Ankara, che è candidata dal 1999 e che negozia
l'accesso dal 2005, nelle conclusioni si afferma che entrambe le parti
accolgono favorevolmente "l'annuncio di tenere la Conferenza
intergovernativa il 14 dicembre 2015 per l'apertura del capitolo 17",
quello che riguarda le questioni economiche e monetarie, e sottolineano
"l'impegno della Commissione europea a completare, nel primo trimestre
del 2016, i lavori preparatori per l'apertura di una serie di capitoli",
nel rispetto della posizione degli Stati membri. Grecia e Cipro in
particolare hanno insistito per non perdere il diritto di veto sulla
riunificazione dell'isola di Cipro, la cui parte Nord è occupata dalla
Turchia.Sull'ipotesi di ingresso nella Ue si sofferma anche Alexis
Tsipras: "Sono fiducioso che saremo in grado di fare importanti passi,
ma allo stesso tempo dovremmo essere certi che le autorità turche
facciano tutto quanto necessario per ridurre il flusso di migranti e
rifugiati".
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lunedì 30 novembre 2015
Migranti e Profughi. Ue-Turchia, ad Ankara 3 miliardi per l'emergenza rifugiati.
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