lunedì 30 novembre 2015

Migranti e Profughi. Ue-Turchia, ad Ankara 3 miliardi per l'emergenza rifugiati.

Ue-Turchia, ad Ankara 3 miliardi per l'emergenza rifugiatiRenzi: "No a prove muscolari, sì alla diplomazia". Nella bozza del summit previsto una sorta di scambio tra gli aiuti per la gestione dei migranti in arrivo e l'accelerazione dei negoziati sull'adesione.

repubblica.it

BRUXELLES - Ankara mette a segno un mezzo punto sulla partita dei soldi per i rifugiati, mentre Renzi detta la linea della politica estera italiana a proposito della situazioni di crisi che si sono innescate dopo gli attentati di Parigi: "No a prove muscolari, sì alla diplomazia".

Renzi, "no a prove muscolari".  Le grandi crisi internazionali in atto, ha detto Matteo Renzi arrivando a Bruxelles, "non si risolvono con qualche dichiarazione verbale muscolare". "Ci vuole - ha aggiunto - un investimento di natura diplomatica". Occorre avviare un progetto lungo mesi se non anni e che tenga insieme per ogni centesimo speso in sicurezza, un centesimo investito in cultura, per ogni centesimo speso in polizia, uno in identità. Questa è la posizione italiana. E credo che sulla nostra posizione verranno anche gli altri Paesi nei prossimi mesi".


"Un errore chiudersi in casa". "Se l'Europa si chiude in casa - ha ammonito il premier - hanno vinto loro, quelli che vogliono il terrore". "Non credo che il consumatore italiano debba rinchiudersi in casa, che sarebbe un modo di darla vinta ai professionisti del terrore".

Giornalisti arrestati e diritti umani. Il presidente del Consiglio è intervenuto sul caso dei due giornalisti turchi arrestati. "Teniamo molto alta l'asticella delle aspettative in termini di diritti umani". E, replicando alla Lega che ieri, per voce dell'aeruoparlamentare Mario Borghezio aveva accusato l'Ue di "fare orecchie da mercanti", "Nessuno di noi - ha ribadito Renzi - intende far finta di niente".  "Porto con me - ha sottolineato - come tutti gli altri leader, la lettera ricevuta da due giornalisti turchi. Credo che il mio amico, il primo ministro Ahmet Davutoglu, sappia perfettamente che questo rapporto con l'Ue tiene insieme anche la questione di un confronto e di un dialogo che non può venire meno a nessuna delle attese sulla questione dei diritti umani". Concetto ribadito in serata dal presidente del consiglio Ue, Donald Tusk: la Turchia, ha detto Tusk parlando della questione diritti umani, "è uno stato candidato all'ingresso nell'Ue, abbiamo concordato di rienergizzare il processo di adesione. Ma una cosa deve essere chiara: non stiamo riscrivendo la politica sull'allargamento. Abbiamo concordato di accelerare ma i requisiti e gli standard resteranno gli stessi". "Sono assolutamente sicuro - ha aggiunto rivolgendosi al premier turco Davutoglu - che possiamo essere più ottimisti per la vostra e determinazione" a entrare nell'Ue e, di conseguenza, a rispettare quegli standard.

Passo avanti gestione flussi. Per il presidente del Consiglio, il vertice dei 28 leader europei con il capo del governo turco a Bruxelles "è un passo in avanti nella direzione di rendere sempre più europea la questione dell'immigrazione: un modo di affrontarla che noi abbiamo sempre sostenuto, con uno sguardo ampio da parte dell'Unione europea". "L'iniziativa con i turchi viene dopo l'iniziativa con gli africani e prima di altre, penso alla Giordania, al Libano".

Gli stanziamenti. Dal vertice in corso a Bruxelles alla fine esce un accordo tra l'Unione europea e la Turchia, che va oltre l'emergenza migranti: i lavori del vertice bilaterale straordinario si sono conclusi con un'intesa sulla dichiarazione politica che riguarda il piano d'azione per il controllo dei flussi migratori, i negoziati di adesione della Turchia all'Ue e la liberalizzazione dei visti, nonché gli aiuti per 3 miliardi di euro che Bruxelles garantirà ad Ankara e che potrebbero essere incrementati in seguito. La cifra è infatti definita 'iniziale', lasciando intendere che potrebbero seguire altre somme, ma condizionate al "bisogno e natura del finanziamento" e "saranno riviste alla luce dello sviluppo della situazione".  "Entrambe le parti, come concordato e con effetto immediato, rafforzeranno la loro collaborazione sui migranti che non necessitano di protezione internazionale, evitando i viaggi in Turchia e Ue, assicurando l'applicazione dei piani di riamissione bilaterale stabiliti e rimandando velocemente i migranti che non necessitano di protezione internazionale nei loro Paesi di origine", si legge nella bozza.

L'obiettivo Ue. "Il nostro principale obiettivo è contenere il flusso di migranti verso l'Europa. Dopo molte settimane di duro lavoro e negoziati abbiamo raggiunto un accordo che spero sia accettato da tutte le parti", ha detto il presidente del consiglio Ue Donald Tusk al suo arrivo al vertice.

I negoziati Ue-Turchia. L'Ue a dicembre aprirà il prossimo capitolo dei negoziati con la Turchia in relazione ai colloqui di adesione e preparerà ulteriori capitoli per la discussione nei primi tre mesi del 2016. L'Ue intende anche eliminare la necessità di visti per i turchi che si recano nel blocco, nell'ottobre del prossimo anno, se Ankara rispetterà criteri concordati. Ma la disponibilità della Turchia a collaborare nella gestiione dei migranti non deve permettere alla Ue di chiudere gli occhi sulle violazioni dei diritti umani nel Paese: lo hanno ribadito in una lettera inviata all'Europa dal carcere di Silivri, a Istanbul, dove vengono detenuti da giovedì sera, il direttore Can Dundar e il caporedattore Erdem Gul, direttore e caporedattore di Cumhuriyet, quotidiano di opposizione.

Battaglia di cifre. Proprio sui soldi c'è stato un duro negoziato, perché la Turchia chiedeva tre miliardi l'anno, mentre l'Ue proponeva di stanziarne solo tre e su base biennale. Alla fine si è trovato un compromesso sulla bozza scrivendo una formulazione la più neutra possibile, che non fissa né modalità, né tempi dell'erogazione ma lascia aperta l'ipotesi di ulteriori somme.

Il capitolo adesione. Sul fronte del processo di adesione alla Ue di Ankara, che è candidata dal 1999 e che negozia l'accesso dal 2005, nelle conclusioni si afferma che entrambe le parti accolgono favorevolmente "l'annuncio di tenere la Conferenza intergovernativa il 14 dicembre 2015 per l'apertura del capitolo 17", quello che riguarda le questioni economiche e monetarie, e sottolineano "l'impegno della Commissione europea a completare, nel primo trimestre del 2016, i lavori preparatori per l'apertura di una serie di capitoli", nel rispetto della posizione degli Stati membri. Grecia e Cipro in particolare hanno insistito per non perdere il diritto di veto sulla riunificazione dell'isola di Cipro, la cui parte Nord è occupata dalla Turchia.Sull'ipotesi di ingresso nella Ue si sofferma anche Alexis Tsipras: "Sono fiducioso che saremo in grado di fare importanti passi, ma allo stesso tempo dovremmo essere certi che le autorità turche facciano tutto quanto necessario per ridurre il flusso di migranti e rifugiati".

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