In Occidente gli italiani sono i più affezionati e numerosi
consumatori di marijuana: secondo l'Onu uno su sette fuma abitualmente
oppure occasionalmente. Ma non sanno di acquistare un'erba che non è naturale né leggera.
Anzi.
Laura Eduati, L'Huffington Post
La cannabis comperata dai pusher lungo le strade o nelle piazze
dello spaccio e del divertimento - per una canna solitaria o una
fumata in compagnia degli amici - , è ormai
una varietà che ha spazzato via l'erba tradizionale per lasciare il posto a una sostanza dopata, ogm e prodotto di una industrializzazione criminale che ha stravolto le caratteristiche originarie della pianta.
Il
mensile per i consumatori "Test Salvagente" ha sguinzagliato i suoi
giornalisti alla ricerca di una bustina di marijuana in sei luoghi
differenti, da Roma a Torino fino a Perugia, per poi chiedere
l'analisi della sostanza a un laboratorio forense .
Il
risultato, in edicola con il numero di dicembre, è stato anticipato
giovedì pomeriggio in una conferenza stampa al Senato organizzata
dall'intergruppo per la depenalizzazione delle droghe leggere, con un
videomessaggio di Roberto Saviano.
Ed è un risultato preoccupante: nella maggioranza assoluta dei casi la
"maria" recuperata illegalmente - l'unico modo possibile - è simile a
una droga pesante. Il
tasso di Thc, la sostanza psicotropa tipica della pianta,
raggiunge quasi sempre il 10%, quando si attestava intorno al 2-3% fino a 15 anni fa.
La seconda caratteristica impressionante è
la quasi totale mancanza del principio terapeutico, il Cannabidiolo,
ossia una delle ragioni per le quali la cannabis viene utilizzata in
medicina. Anche questo è un effetto della modificazione genetica della
pianta e il segno che gli spinelli fumati in Italia, quasi ovunque, a
lungo andare possono essere rischiosi per la salute anche se, avverte un
medico intervistato, è difficile arrivare a conseguenze davvero letali.
L'articolo
cita il parere di Oscar Ghizzoni, ex ufficiale dei Ris che ha
analizzato la marijuana acquistata per l'inchiesta presso i laboratori
Csf:
“Anche questo dato è estremamente indicativo di
come la genetica applicata a queste coltivazioni, abbia fatto passi da
gigante per selezionare piante che contengano solo il principio attivo
commercialmente utile”. A scapito, va detto, degli effetti terapeutici
riconosciuti alla Cannabis: da quelli antiossidanti a quelli
antiinfettivi e perfino antitumorali. Le conseguenze della diminuzione
drastica di cannabidiolo, tra l’altro, rendono ancora più pericolosa un’erba
ad alto contenuto di Thc come questa, dato che proprio il componente
naturale riduceva gli effetti collaterali della sostanza drogante su
frequenza cardiaca, respirazione e temperatura corporea.
Le piazze prese di mira dalla rivista Test sono sei:
Roma Termini, il quartiere Pigneto di Roma, Perugia, Monza, Milano e Torino.
Soltanto nel caso di Monza, garantiscono i ricercatori del Csf, la
marijuana è apparsa anche scientificamente simile a quella che
normalmente i consumatori acquistavano negli anni '90 e nei primi 2000.
Gli
altri campioni presentano le stesse caratteristiche: sono ogm,
contengono un tasso elevato di Thc, pochissimo Cannabidiolo ma nessuna
traccia di materiali tossici come ammoniaca, pesticidi, lacca per
capelli e metalli pesanti. Il motivo è chiaro: le piante predilette
dalle organizzazioni criminali sono state
selezionate proprio per resistere ai parassiti
e non hanno bisogno di essere mescolate a sostanze estranee per
garantire la "forza" dell'erba. Una marijuana che non può essere scelta
dai consumatori ma che viene imposta dalle reti illegali che la
commerciano.
Per i parlamentari che hanno promosso un disegno di legge bipartisan (C. 3328) per la depenalizzazione delle droghe leggere, come i primi firmatari Luigi Manconi (Pd) e Benedetto della Vedova (Gruppo Misto), l'inchiesta della rivista "Test" non è altro che la conferma di come il proibizionismo abbia sostanzialmente fallito.
“Legalizzare
vuol dire aprire a un mercato legale che contrasti quello illegale” ha
spiegato Della Vedova, ricordando che il ddl approda in commissione al
Senato proprio in queste ore e conta su un ampio gruppo
interparlamentare: 220 firmatari alla Camera e 70 in Senato. Manconi
invece sottolinea che “la cannabis diventa tanto più pericolosa quanto
più è illegale”. All'appuntamento erano presenti anche Alberto Airola
(M5S), Rita Bernardini (Radicali Italiani) e il giornalista Riccardo
Iacona.
Roberto Saviano ha inviato un videomessaggio:
“Il tema
della marijuana non è secondario e riguarda la salute dei consumatori,
la coltura e soprattutto l’antimafia. Perché sottrarre denaro alle organizzazioni criminali si può fare semplicemente attraverso la legalizzazione”.
Il disegno di legge per la depenalizzazione della marijuana prevede un radicale cambiamento per
l'Italia, dove il 15% fuma cannabis:
un consumo di massa, solido e inalterato negli ultimi 50 anni, che
l'intergruppo parlamentare vorrebbe sottrarre al narcotraffico
permettendo
la coltivazione in casa delle piante
destinate al consumo privato, la creazione di "cannabis Club" fino a 50
soci e la gestione della rivendita legale di erba da parte dell'Agenzia
dei Monopolii. Se il ddl diventasse legge,
sarebbe comunque vietato fumare cannabis in pubblico o guidare dopo averla consumata.
Le 8 cose da sapere sul disegno di legge
-
1. Il Possesso
Si stabilisce il principio della detenzione
lecita di una certa quantità di cannabis per uso ricreativo – 5 grammi
innalzabili a 15 grammi in privato domicilio – non sottoposta ad alcuna
autorizzazione, né ad alcuna comunicazione a enti o autorità pubbliche.
Rimane comunque illecito e punibile il piccolo spaccio di cannabis,
anche per quantità inferiori ai 5 grammi. È inoltre consentita la
detenzione di cannabis per uso terapeutico entro i limiti contenuti
nella prescrizione medica, anche al di sopra dei limiti previsti per
l’uso ricreativo.
-
2. L'Autocoltivazione
É possibile coltivare piante di cannabis, fino a
un massimo di 5 di sesso femminile, in forma sia individuale, che
associata. È altresì consentita la detenzione del prodotto ottenuto
dalle piante coltivate. Per la coltivazione personale è sufficiente
inviare una comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli competente
per territorio e non è necessaria alcuna autorizzazione. I dati
trasmessi sono inseriti tra i “dati sensibili” del Codice Privacy
(opinioni politiche, tendenze sessuali, stato di salute…), e non possono
essere né acquisiti, né diffusi per finalità diverse da quelle previste
dalla procedura di comunicazione.
-
4. La Vendita
È istituito il regime di monopolio per la
coltivazione delle piante di cannabis, la preparazione dei prodotti da
essa derivati e la loro vendita al dettaglio. Per queste attività sono
autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli anche soggetti
privati. Sono escluse esplicitamente dal regime di monopolio la
coltivazione in forma personale e associata della cannabis, la
coltivazione per la produzione di farmaci, nonché la coltivazione della
canapa esclusivamente per la produzione di fibre o per altri usi
industriali. Per le attività soggette a monopolio sono previsti principi
(tracciabilità del processo produttivo, divieto di importazione e
esportazione di piante di cannabis e prodotti derivati, autorizzazione
per la vendita al dettaglio solo in esercizi dedicati esclusivamente a
tale attività, vigilanza del Ministero della salute sulle tipologie e le
caratteristiche dei prodotti ammessi in commercio e sulle modalità di
confezionamento, ecc. ecc.), la cui attuazione è delegata a tre decreti
ministeriali. La violazione delle norme del monopolio comporta, in ogni
caso, l’applicazione delle norme di contrasto alla produzione e al
traffico illecito di droga.
-
3. I cannabis social club
Per la coltivazione in forma associata, è
necessario costituire una associazione senza fini di lucro, sul modello
deicannabis social club spagnoli, cui possono associarsi solo persone
maggiorenni e residenti in Italia, in numero non superiore a cinquanta.
Ciascun cannabis social club può coltivare fino a 5 piante di cannabis
per ogni associato. È possibile iniziare a coltivare decorsi trenta
giorni dall’invio della comunicazione all’Ufficio regionale dei Monopoli
competente per territorio. Anche in questo caso le comunicazioni sono
protette dalle norme previste per i “dati sensibili” dal Codice Privacy.
-
5. Per curarsi meglio
Sono previste norme per semplificare la modalità
di individuazione delle aree per la coltivazione di cannabis destinata a
preparazioni medicinali e delle aziende farmaceutiche autorizzate a
produrle, in modo da soddisfare il fabbisogno nazionale. Sono inoltre
semplificate le modalità di consegna, prescrizione e dispensazione dei
farmaci contenenti cannabis. L’obiettivo è quello di migliorare una
situazione, come quella attuale, in cui il diritto a curarsi con i
derivati della cannabis è formalmente previsto, ma sostanzialmente
impedito da vincoli burocratici, sia per l’approvvigionamento delle
materie prime per la produzione nazionale, sia per la concreta messa a
disposizione dei preparati per i malati.
-
6. Fuori, no!
Si stabilisce un principio generale di divieto di
fumo di marijuana e hashish in luoghi pubblici, aperti al pubblico e
negli ambienti di lavoro, pubblici e privati. Sarà possibile fumare solo
in spazi privati, sia al chiuso, che all’aperto.
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7. Se fumi, non guidi
Come per l’alcol, la legalizzazione della
cannabis non comporta l’attenuazione delle norme e delle sanzioni
previste dal Codice della strada per la guida in stato di alterazione
psico-fisica. Nel caso della cannabis, rimane aperta comunque la
questione relativa alle tecniche di verifica della positività al
tetroidrocannabinolo che attestino un’alterazione effettivamente in
atto, come per gli alcolici, e non solo un consumo precedente che abbia
esaurito il cosiddetto effetto “drogante”.
-
8. Prevenzione
I proventi derivanti per lo Stato dalla
legalizzazione del mercato della cannabis sono destinati per il 5% del
totale annuo al finanziamento dei progetti del Fondo nazionale di
intervento per la lotta alla droga. Inoltre, i proventi delle sanzioni
amministrative relative alla violazione dei limiti e delle modalità
previste per la coltivazione/detenzione di cannabis, sono interamente
destinati ad interventi informativi, educativi, preventivi, curativi e
riabilitativi, realizzati dalle istituzioni scolastiche e sanitarie e
rivolti a consumatori di droghe e tossicodipendenti.
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