L'esponente del governo Renzi è intercettato, ma non indagato, nell'ambito di un'inchiesta su alcune nomine alla Asl di Benevento. In quelle conversazioni con la compagna Ida Ferraro (dirigente dell'ospedale sannita Rummo) il politico appare un grande conoscitore dei meccanismi che regolano le carriere nella sanità pubblica.
L’attuale sottosegretario renziano Umberto Del Basso De Caro, 62 anni, era stato eletto da poche ore deputato del Pd quando la mattina del 27 febbraio 2013 squilla il telefono. È Nicola Boccalone, già vicesindaco di Benevento di An e dal 2011 direttore generale dell’ospedale Rummo. Non si sentono da anni e vuole fare una chiamata “distensiva” all’avversario politico. Del Basso De Caro però non è disteso per niente. Il fatto è che all’ospedale Rummo lavora la sua compagna Ida Ferraro, 50 anni, e i suoi capi la “perseguitano”, a suo dire. Appena due settimane prima Ida Ferraro (If), direttore degli affari legali del Rummo, aveva manifestato l’intenzione di cambiare aria a Del Basso De Caro (Dbdc).If: Voglio fare qualche esperienza nuova tesò…
Dbdc: Ah va bene
If: Sai non è escluso che io tre giorni alla settimana me ne voglio andare comunque
Dbdc: Eh vediamo come fare. Vediamo come fare
If: Per poggiare il mio culo sulla stessa sedia per tre giorni hai capito?
Dbdc: Va bene… va bene
If: La mattina arrivo alle otto e guardo l’orologio ottocento milioni di volte, non esiste.
Del Basso De Caro non sopporta che una simile risorsa sia trascurata. Al direttore Boccalone l’onorevole chiede la testa di un paio di dirigenti dell’ospedale. Uno in particolare è la sua bestia nera. Lo insulta (“accoppatura di fagioli”) senza nominarlo, e intima a Boccalone di rimuoverlo.
“Diversamente…” dice l’attuale sottosegretario renziano ai Trasporti e alle Infrastrutture partirà una “guerra nucleare” contro l’amministrazione dell’ospedale.
Del Basso non è mai stato indagato. La telefonata non è stata ritenuta penalmente rilevante dai pm Luigi Landolfi e Giovanni Tartaglia Polcini. Il Fatto Quotidiano gli ha chiesto se non abbia usato il suo potere pubblico per fini privati. Il sottosegretario ha risposto: “No. Io non parlavo come deputato ma come avvocato penalista che mantiene carte conservate e che era in grado di dimostrare le vessazioni a cui era stata assoggettata la mia compagna”. Vale la pena riportare i passaggi salienti della conversazione perché i lettori possano giudicare.
Dbdc: Il tema sai quale è? Tu sei circondato da qualche stronzo del quale faresti bene a liberarti rapidamente perché ti porta danno e non beneficio (… ) Senti a me. Sai perché? Io non temo nessuno. Io se incontro il diavolo… il diavolo si mette paura di me. Io appartengo a una razza in via di estinzione: quella dei capitani coraggiosi. Non mi metto paura nemmeno del Padre Eterno (…) ti dico che tieni un paio di stronzi che stanno segnati “malamente”… quindi… prima te ne liberi (…) questi qua … sai quale è il problema? Poiché non sono neanche all’altezza di pulirmi le scarpe… quando vogliono fare la guerra… mi invitano a ‘carne e maccheroni’. Sai come me li mangio io? Quindi… quando decido di passare all’attacco… io te lo farò sapere un minuto prima perché quando lo decido poi si farà la guerra nucleare. Per intanto le cose vanno decisamente male. La responsabilità è di altri ma tu la consenti questa è la verità. (…) Ci sono persone che prima te le togli da davanti e meglio è per tutto…
Boccalone Nicola: Lo so
Dbdc: Diversamente… diversamente io sono costretto a fare la guerra (…) con gli strumenti che ho io a disposizione… che sono nucleari… (…) la mia compagna, Ida, da quella amministrazione se ne deve andare perché noi non possiamo fare la guerra non la vogliamo fare. Hai capito qual è il tema? (…) se ne deve andare, assolutamente perchè no. È possibile, lei non può stare oggetto di persecuzioni quotidiane, assolutamente. Ogni giorno c’è una persecuzione, no, piccoli dispetti, lettere, controlettere, fatemi sapere… Né ma chi cazzo sono questi morti di fame che si permettono? Chi cazzo sono? Hai capito? Ma chi cazzo sono? Con chi pensano di avere a che fare? Ma tu veramente fai, Nicò? La lettera, fammi sapere, scrivi, rispondi… uè, ma tu veramente fai? Quelli parlano con me, mica parlano con lei ma veramente… ma veramente stiamo scherzando? Allora, lei, il mese entrante (…) allora, ti dico questo, il mese entrante lei andrà via, questo è certo, te lo anticipo già da ora (…)
A dicembre del 2014 Boccalone finisce il mandato e non viene confermato dalla Giunta Caldoro. In realtà Ida Ferraro non va via dal Rummo. Il 16 gennaio 2015 la Regione nomina commissario Giampiero Berruti e lei diventa direttore amministrativo facente funzioni. Ad aprile 2015 il direttore regionale Mario Vasco però scrive al commissario del Rummo di non delegare quella funzione e “auspica l’immediato intervento per l’eliminazione delle suddette anomalie”. Nel frattempo Ida Ferraro, non più soggetta a persecuzione evidentemente, ha guadagnato di più. “O lo rimuovi oppure non c’è niente da fare” diceva allora il sottosegretario del dirigente in questione. Chissà se è al suo posto come Ida Ferraro. “L’unico dirigente del quale parlo nella telefonata – si difende il sottosegretario con Il Fatto – è la mia compagna Ida Ferraro. Io dico che se ne deve andare dal Rummo perché così posso riacquistare la mia libertà di azione politica”.
Dalla trascrizione della telefonata però è chiaro che parla di due dirigenti diversi. Uno andrà via volontariamente per colpa della persecuzione ed è Ida Ferraro. L’altro è il dirigente che invece Del Basso De Caro ordina di rimuovere a Boccalone che, mentre cerca di trattenere disperatamente la Ferraro, alla fine della telefonata cede sulla rimozione del secondo dirigente: “Sì ma arriverà, arriverà anche questo momento, stai tranquillo”.
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