La
denuncia viene da Legambiente, che in vista della prossima conferenza di
Parigi sul clima chiede al Governo di “cambiare politica sull’energia e
sbloccare le opportunità di un futuro rinnovabile per l’Italia”.
L’associazione ha presentato il dossier “Stop alle rinnovabili in
Italia”. “Il rischio è un concreto Stop allo sviluppo di un settore
innovativo, che ha contribuito al 40% circa dei consumi elettrici,
garantendo in questi anni la riduzione delle importazioni di fonti
fossili, del prezzo dell’energia elettrica e delle emissioni di gas
serra – dice l’associazione – E ciò risulta ancora più preoccupante in
vista della prossima conferenza sul Clima, che si aprirà il 30 Novembre a
Parigi, per la credibilità di un Paese europeo, che proprio su questi
obiettivi vorrebbe svolgere un ruolo da protagonista per arrivare a un
accordo internazionale sul clima”.
L’associazione contesta le politiche di riduzione degli incentivi attuate dagli ultimi Governi: “Per il solare fotovoltaico sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, il sistema di incentivi per il solare fotovoltaico, (che in Germania invece sono ancora in vigore) togliendoli perfino per le famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto. Per le altre fonti rinnovabili i tagli sono cominciati nel 2012 e si può sostenere, con difficoltà di smentita, che da allora non vi sia stato un solo provvedimento da parte dei Governi italiani che ne abbia aiutato lo sviluppo”. Contesta anche la questione relativa all’impatto in bolletta degli incentivi: “Se dal 2003 ad oggi le bollette sono cresciute del 52%, – dice Legambiente – va segnalato che la vera crescita è avvenuta prima dell’ingresso delle rinnovabili (ossia fino al 2008 e per la crescita della componente energia), e il peso delle vere rinnovabili (non si comprende perché l’Autority conti anche i sussidi a fonti fossili e raffinerie, le cosiddette assimilate) rappresenta solo il 14,7% della spesa delle famiglie e ha portato vantaggi ambientali e di riduzione del prezzo dell’energia”.
“Nel 2014 le fonti rinnovabili hanno garantito oltre il 38% dei consumi elettrici, con un balzo impressionante rispetto a dieci anni prima, quando eravamo al 15,4% – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Nel solare vantiamo addirittura un record mondiale di produzione rispetto ai consumi complessivi. Eppure, invece di esaltare questo successo che testimonia l’affidabilità di queste tecnologie, e di promuoverle in modo da diminuire la nostra dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti, si è scelto di porre un blocco. A motivare questa scelta è l’impatto che le rinnovabili hanno avuto sulla produzione elettrica italiana, che è stato tale da determinare, assieme alla riduzione dei consumi dovuti alla crisi economica e all’aumento dell’efficienza, la crisi delle vecchie e inquinanti centrali termoelettriche, portando alla chiusura di decine di impianti. Invece di sfruttare positivamente questo dato, il Governo Renzi e l’Autorità per l’energia si sono mosse solo per salvare il vecchio sistema, ancorato su alcuni grandi gruppi e centrali da fonti fossili”.
Legambiente chiede al Governo “di prendere in carico sul serio la grande questione climatica con scelte semplici e coerenti con le politiche europee – l’Italia dovrà presentare un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 40% al 2030 -, e urgenti perché la situazione climatica non consente rinvii: occorre bloccare i sussidi alle fossili; liberare l’autoproduzione da rinnovabili; semplificare l’installazione delle fonti rinnovabili e sbloccare l’efficienza energetica”.
L’associazione contesta le politiche di riduzione degli incentivi attuate dagli ultimi Governi: “Per il solare fotovoltaico sono stati cancellati nel 2013 gli incentivi in conto energia, il sistema di incentivi per il solare fotovoltaico, (che in Germania invece sono ancora in vigore) togliendoli perfino per le famiglie e per la sostituzione dei tetti in amianto. Per le altre fonti rinnovabili i tagli sono cominciati nel 2012 e si può sostenere, con difficoltà di smentita, che da allora non vi sia stato un solo provvedimento da parte dei Governi italiani che ne abbia aiutato lo sviluppo”. Contesta anche la questione relativa all’impatto in bolletta degli incentivi: “Se dal 2003 ad oggi le bollette sono cresciute del 52%, – dice Legambiente – va segnalato che la vera crescita è avvenuta prima dell’ingresso delle rinnovabili (ossia fino al 2008 e per la crescita della componente energia), e il peso delle vere rinnovabili (non si comprende perché l’Autority conti anche i sussidi a fonti fossili e raffinerie, le cosiddette assimilate) rappresenta solo il 14,7% della spesa delle famiglie e ha portato vantaggi ambientali e di riduzione del prezzo dell’energia”.
“Nel 2014 le fonti rinnovabili hanno garantito oltre il 38% dei consumi elettrici, con un balzo impressionante rispetto a dieci anni prima, quando eravamo al 15,4% – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini -. Nel solare vantiamo addirittura un record mondiale di produzione rispetto ai consumi complessivi. Eppure, invece di esaltare questo successo che testimonia l’affidabilità di queste tecnologie, e di promuoverle in modo da diminuire la nostra dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti, si è scelto di porre un blocco. A motivare questa scelta è l’impatto che le rinnovabili hanno avuto sulla produzione elettrica italiana, che è stato tale da determinare, assieme alla riduzione dei consumi dovuti alla crisi economica e all’aumento dell’efficienza, la crisi delle vecchie e inquinanti centrali termoelettriche, portando alla chiusura di decine di impianti. Invece di sfruttare positivamente questo dato, il Governo Renzi e l’Autorità per l’energia si sono mosse solo per salvare il vecchio sistema, ancorato su alcuni grandi gruppi e centrali da fonti fossili”.
Legambiente chiede al Governo “di prendere in carico sul serio la grande questione climatica con scelte semplici e coerenti con le politiche europee – l’Italia dovrà presentare un piano per ridurre le emissioni di CO2 del 40% al 2030 -, e urgenti perché la situazione climatica non consente rinvii: occorre bloccare i sussidi alle fossili; liberare l’autoproduzione da rinnovabili; semplificare l’installazione delle fonti rinnovabili e sbloccare l’efficienza energetica”.
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