lunedì 30 novembre 2015

Deep web e dark web

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Le zone nascoste della Rete costituiscono oltre il 90% del web


deep dark webIl World Wide Web corrisponde in pieno al suo nome. È mondiale (worldwide) ed estremamente vasto, ma se ci limitassimo a considerarne le pagine web che i motori di ricerca indicizzano ci limiteremmo a considerarne soltanto una parte, quella più visibile.
La realtà è che possiamo immaginare il web come costituito da diversi strati. Il primo, quello più superficiale, è anche quello più frequentato. Chiamato per l'appunto Surface Web o Visibile Web (web di superficie o visibile) consta di tutte le pagine raggiunte dai motori di ricerca, che non sono poche.
Si può dare credito alla stima di World Wide Web Size, secondo la quale le pagine indicizzate sono oltre 4,73 miliardi (ma secondo altre stime una cifra più realistica sarebbe di 8 miliardi di pagine): un numero enorme, difficile da immaginare, ma che tuttavia corrisponde soltanto a una parte dell'intero web. Quella, appunto, più superficiale.
Seguendo l'abusata immagine dell'iceberg, potremmo dire che il Surface Web corrisponde alla parte dell'iceberg che si vede al di sopra della superficie del mare. Ciò che sta sotto detta superficie, però, è anche più vasto.
È questo il deep web, ossia tutto ciò che i motori di ricerca non riescono a raggiungere. Potremmo dire che è tutto ciò che si trova dietro a un firewall - pensiamo per esempio alle reti interne delle aziende, ai siti protetti da password e via di seguito - e che pertanto non è raggiungibile dai bot di Google e soci.
Esistono stime secondo le quali questo "web sommerso" è addirittura tra le 400 e le 500 volte più grande del "web di superficie" e, sebbene spesso all'espressione deep web si associ la sensazione che si stia parlando di qualcosa di illegale, ciò non è vero: semplicemente, è qualcosa che resta nascosto alla prima occhiata.
Diverso è il dark web. In questo caso stiamo parlando di siti non indicizzati dai normali motori di ricerca, ospitati su server anonimi e accessibili soltanto tramite mezzi che permettano di nascondere la propria identità: per esempio adoperando software come TOR, uno dei più diffusi sistemi di comunicazione anonima.

Usando un browser e TOR (o anche il TOR browser, che permette di evitare le operazioni di configurazione) si riesce ad accedere a una piccola galassia di siti di ogni natura: molto più piccolo del deep web, il dark web comprende davvero di tutto, compresi siti che trattano argomenti - e merci - illegali.
L'esempio forse più famoso è costituito dai marketplace presso i quali si possono acquistare medicinali, droghe e armi che non sarebbero altrimenti ottenibili nel rispetto della legge.
Il nome di Silk Road dovrebbe far suonare un campanello nelle menti di chi ha frequentato il web negli ultimi due anni: chiuso nel 2013 a seguito di un raid dell'FBI dopo due anni di attività, era noto come «l'Amazon della droga» per motivi che dovrebbero essere ovvii.
La caduta di Silk Road non ha certo portato alla chiusura delle attività illegali condotte nel dark web, anzi: siti come Agora, AlphaBay e altri ancora ne hanno preso il posto, generando un volume d'affari giornaliero calcolato da alcuni ricercatori della Carnegie Mellon intorno ai 500.000 dollari.
Non bisogna peraltro pensare che tutti coloro i quali usano TOR siano dediti ad attività illecite: per esempio c'è anche chi semplicemente vuole tutelare la propria riservatezza e chi è costretto a nascondere le proprie simpatie politiche, non in linea con quelle del governo del suo Paese, per paura di ripercussioni sulla sua vita reale e pertanto si affida alla parte nascosta e "oscura" della Rete.


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