Quello che è accaduto negli Stati Uniti dopo l’11 settembre è noto. Con le rivelazioni sulla “sorveglianza di massa” della NSA da parte di Edward Snowden sappiamo come quel paese si sia trasformato in uno dei regimi più oppressivi conosciuti in termini di libertà.
Dopo il 13 novembre parigino, l’Unione
Europea si appresta a fare lo stesso, iniziando una guerra generale e
indistinta a sacrificio di diritti e libertà all’interno.
In una bellissima intervista a l’Espresso
del maggio scorso, il noto giurista e candidato Presidente della
Repubblica per il Movimento 5 Stelle nel 2013, Stefano Rodotà,
anticipava proprio questo, riferendosi alla strage di Charlie Hebdo.
Il professore emerito spiegava questo:
“Sta accadendo, e non è la prima volta, che utilizzando come argomento, o
meglio, come pretesto, fatti riguardanti il terrorismo o la criminalità
organizzata si dice ‘l’unico modo per tutelare la sicurezza è quello di
diminuire le garanzie e di aumentare le possibilità di controllo che le
tecnologie rendono sempre più possibile’.
E questo è sempre avvenuto, è avvenuto in
particolare dopo l’11 settembre, vicenda che ho vissuto in prima
persona perché all’epoca presiedevo i garanti europei e ho avuto una
serie di contatti continui con gli Stati Uniti che chiedevano
un’infinità di informazioni da parte dell’Europa, cui abbiamo in parte
resistito.
E sul pericolo della democrazia: “Questo
momento rappresenta un passaggio istituzionale importante, vi è una
prepotenza governativa, rispetto alla quale i parlamenti non se la
sentono di resistere: tanto in Spagna quanto in Francia, in sostanza c’è
una accettazione sia della maggioranza che dell’opposizione. In Francia
addirittura l’iniziativa è di un governo socialista, anche se sappiamo
chi è Manuel Valls e perché è stato scelto. Tutto questo sta spostando
l’attenzione e le garanzie nella direzione degli organismi di controllo
giurisdizionali, cioè gli organismi che vegliano sulla legittimità di
queste leggi dal punto di vista del rispetto delle garanzie
costituzionali. Che sono le Corti Costituzionali in Europa e negli Stati
Uniti le Corti Federali.
Non vorrei che si dicesse “Eh cari miei
voi la privacy l’avete già perduta perché la tecnologia in ogni momento
vi segue e vi controlla”, perché la verità è che l’attentato ai diritti
fondamentali legati alle informazioni viene dalla politica e questo è il
punto. Non è la tecnologia.
[….]
“La legge spagnola e la legge francese
mettono radicalmente in discussione la libertà di manifestazione del
pensiero. Finora commettere un reato nell’accesso ad un sito era
previsto solo per la pedopornografia. Adesso in Spagna è previsto
“l’indottrinamento passivo”: il semplice fatto che io vada su un certo
sito può essere reato.
D’altro canto, nella norma francese in
discussione si è introdotta la possibilità di mettere in rete strumenti
che consentono di seguire continuamente l’attività delle persone. Nella
legge francese si usa addirittura l’espressione “boîtes noires” per
definire dei congegni che riducono le persone ad oggetti, utilizzando un
apparato tecnologico per verificarne minuto per minuto, il
comportamento. E qui c’è una trasformazione stessa del senso della
persona, della sua autonomia, del suo vivere libero. La Germania ha
stabilito che non è possibile farlo, esiste una privacy dell’apparato
tecnologico che si utilizza, estendendo l’idea di privacy dalla persona
alla strumentazione di cui si serve.
Inoltre, relativamente alla possibilità
di entrare all’interno dell’apparato tecnologico dell’utente, che è una
delle ipotesi al vaglio del legislatore, la Corte costituzionale tedesca
recentemente ed ancor più recentemente la Corte Suprema degli Stati
Uniti hanno affermato che non è legittimo.
Se la Francia porta avanti questa
discussione e la Germania resta ferma sui principi enunciati dalla sua
Corte Costituzionale allora avremo nuovamente un’Europa a due velocità,
dove i cittadini francesi perdono velocità, perdendo diritti”.
Dopo il 13 novembre il carro della democrazia sembra essere partito con tutti i buoi.
Nessun commento:
Posta un commento