domenica 7 luglio 2013

Viterbo. Acqua, Talete dichiara guerra ai morosi Ma dai rubinetti esce ancora l'arsenico

VITERBO - Se non paghi te la chiudono, ma se non la chiudi te la fanno pagare. E così i rubinetti li hanno chiusi davvero. Non per arsenico: per morosità. Talete ha tagliato l’acqua a un migliaio di imprese non in regola col pagamento delle bollette, poi toccherà alle utenze domestiche. Intanto però piovono sanzioni a chi eroga acqua con arsenico, nonostante le ordinanze. E il sindaco di Corchiano Bengasi Battisti attacca: «Ognuno cerca di tutelarsi in attesa che le procure aprano fascicoli».

ilmessaggero.it di Massimo Chiaravalli 
Marco Fedele, presidente TaleteMorosi e arsenico, che coppia: con l’emergenza, in sei mesi i primi sono raddoppiati, arrivando a 11-14 mila. Circa 1.500 lettere di sollecito sono già partite nei 28 Comuni gestiti, ottomila seguiranno ad agosto.

«L’attività di recupero – dice il presidente di Talete, Marco Fedele – va avanti da una ventina di giorni con cento controlli al giorno: metà utenze vengono staccate, l’altra metà invece salda». Azione inevitabile? «La morosità è alle stelle e una buona gestione aziendale prevede il recupero: la bolletta è l’unica entrata - dice -. Siamo partiti dalle aziende per lanciare un messaggio, ma dal 1 settembre si va sulle utenze domestiche: il cittadino deve sapere che non si può non saldare la bolletta, come le tasse. Lo facciamo perché ce lo impone la carta servizi e il senso di equità verso chi paga».

E poi c’è chi invece, come la stessa Talete e i sindaci, deve pagare da 10 a 60 mila euro perché l’acqua non la chiude causa arsenico. Il ministero ha accolto la richiesta della Regione di estendere di 90 giorni le limitazioni d’uso di acqua destinata al consumo umano. Ma Battisti non ci sta. «Se la Regione ha chiesto di poter rinnovare le ordinanze di limitazione d’uso, perché poi dice alla Ausl di farci le multe?».

Carta canta: è stata la Regione a ordinare all’azienda sanitaria di «applicare le sanzioni nonostante le ordinanze» e di «attenersi alle disposizioni».

C’è una lettera dell’11 febbraio, la Ausl si è attenuta. Il paradosso è che la sanzione viene elevata perché si eroga acqua con arsenico, per cui l’alternativa è solo chiudere i rubinetti. Al che Battisti rilancia: «Dobbiamo erogare o no? Ascoltare il ministero o la Regione? Se i funzionari dicono alla Ausl di procedere contro chi rispetta le indicazioni del ministero, il presidente Zingaretti dovrebbe intervenire».

Del problema saranno investiti anche i forum dell’acqua nell’incontro nazionale di giovedì prossimo sul monte Amiata. «Siamo di fronte alla più grande emergenza umanitaria della nostra nazione – conclude Battisti - e ancora si vaga nel buio con la sensazione che ognuno cerchi di tutelare le proprie posizioni in una sorta di strategia difensiva, in attesa che le procure aprino fascicoli. E intanto ti mettono addosso tutte le responsabilità».

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