domenica 10 giugno 2018

Il prof. Deaglio, dopo i disastri fatti da sua moglie Elsa Fornero, propone la resa dell’Italia: dare in pegno l’oro italiano! Se non è nozionismo questo….

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Purtroppo il nozionismo, sebbene necessario ed utile per gli accademici di vecchio stampo in quanto devono seguire programmi precisi, rischia di essere deleterio in quanto permette solo limitatamente di affrontare aspetti correlati ad eventi con caratteristiche di novità assolute: ad esempio Elsa Fornero quando bloccò gli esodati lasciandoli senza stipendio nè pensione – per rispettare astratti principi di bilancio, che per altro fecero accumulare al governo Monti a cui apparteneva tra 140 e 150 miliardi di euro (fino ad Aprile 2013 quando subentrò E. Letta) di debito pubblico supplementare grazie alla nefasta austerità euroimposta -, rappresentò un classico esempio di effetto collaterale del più becero nozionismo professoriale.
Riduci i costi/le uscite ossia riduci il debito“, poi invece ti va tutto storto: appunto, peccato che la cosa nel 2011 andò perfettamente al contrario, aumentò il debito e si andò in recessione, ossia incrementando esponenzialmente il rapporto debito/PIL invece di ridurlo. Peccato che tale “effetto secondario non atteso” abbia causato enormi danni a chi ha subito le conseguenze pratiche di tale quanto meno improvvida decisione.
Ora, visto che Elsa Fornero ed il suo mentore ed amico Mario Monti (che verrebbe da dire è diventato tanto importante sulle scene che contano soprattutto per aver sposato una Mattioli e non per le sue qualità di economista, dai caratteri tipicamente nozionistici anche lui) non possono confutare questi fatti, reali e fattuali, ecco il marito Mario Deaglio re-impostare la stessa linea ma con un approccio diverso.
Monti fece diminuire i tassi italiani ossia abbassò lo spread, ma fece decollare il rapporto debito/PIL:oggi l’EU ci incolpa del fatto che il rapporto debito/PIL è insostenibile… Grazie Monti?
Il prof. Deaglio evidentemente non ricorda che lo stesso J. C. Trichet nel 2009 ammonì sul fatto che l’oro della banca d’Italia non è utilizzabile dai governi in quanto di proprietà degli italiani….
 …Il fatto è che quell’oro non è proprietà dello Stato italiano ma del popolo italiano, tanto che lo stesso Giulio Tremonti, quando nel 2009 voleva tassare le plusvalenze generate dalle riserve di Bankitalia, fu bloccato dal governatore della Bce, Jean-Claude Trichet, che disse in Parlamento «Siamo sicuri che l’oro sia della Banca d’Italia e non del popolo italiano?» e dallo stesso Mario Draghi, all’epoca a capo di Palazzo Koch, secondo cui «le riserve auree appartengono agli italiani e non a via Nazionale».
Appunto, Mario Deaglio, facente parte della cerchia dei Reviglio’s boys, professore torinese di economia caro amico del “si dice” massone Siniscalco (ossia colui che nei fatti e negli eventi ha contribuito a bruciare Sapelli a Palazzo Chigi), ecco che propone un’altra soluzione tipicamente nozionistica per idealmente risolvere i problemi dell’Italia: vendere l’oro ovvero utilizzarlo per farsi prestare denari per ripagare il debito esistente (vedasi l’intervista pubblicata dal ilsussidiario.net di oggi, vedasi LINK). In pratica è come se un commerciante che deve usare l’auto per lavoro mettesse a pegno di un prestito la sua auto, in caso di crisi perde sia il mezzo di trasporto che la possibilità di sostentamento futuro. E dimenticando che la corrente crisi dello spread – sotto certi aspetti simile a quella del 2011 che permise a sua moglie di diventare ministro – è stata innescata da decisioni della BCE di non comprare più BTP ed invece acquistare Bund. Ossia quella del maggio scorso è stata una crisi voluta, per influenzare le scelte e la formazione del nuovo governo Conte.
A me quella dell’oro dato in pegno all’FMI sembra una soluzione veramente suicida, da kamikaze!
Ora, a parte confessarvi che chi scrive farà estrema attenzione a che suo figlio non vada a studiare da professori nozionisti, andiamo alle considerazioni importanti: mentre tutti comprano oro, anche la Turchia in forte crisi finanziaria, ecco che un professore dell’università di Torino suggerisce il più tipico dei harahiri, vendere/impegnare le riserve auree (ossia darle in pegno indebitandosi al FMI, ossia pagandoci anche gli interessi sui prestiti ottenuti, al netto del GOFO spero). Ossia, se tutti rimpatriano l’oro (Germania, Venezuela, Ungheria), se tutti vogliono comprarlo (anche l’INPS svizzera,) mentre il professor Deaglio vuole fare il perfetto contrario, i fatti sono due: o dicono una fesseria coloro che vogliono incrementare le loro riserve auree o la fesseria la dice chi propone di vendere l’oro messo a riserva.
La verità purtroppo non solo temo di conoscerla ma l’ho anche espressamente letta (…). Ossia, so dove il professor Deaglio vuole arrivare visto che il diavolo –  soprattutto a Torino – fa le pentole ma non i coperchi: Deaglio sa benissimo che l’oro italiano sarà lo strumento ultimo per gestire l’uscita dall’euro dell’Italia e, magari opportunamente pilotato nelle sue affermazioni, oggi spinge affinchè l’Italia si privi del suo oro per EVITARE che possa concretizzarsi una rottura dell’euro lato italiano, con uscita simultanea non solo dell’Italia ma anche di numerosi altri Paesi.
E questo lo fa perchè il suo pensiero, il suo schieramento principe – come dimostra più di mille parole la funzione di sua moglie nel governo più europeista e globalista che l’Italia abbia avuto nella sua storia repubblicana – pende per una subalternità dell’Italia vestita da EU ai poteri ex coloniali centro europei, Germania e Francia, superando l’alleanza con gli States.
Il motivo di cotanta attenzione e simpatia allo schieramento franco-tedesco? Lo stesso di 70 anni fa, anche appena prima dell’entrata in guerra a fianco della Germania esistevano due schieramenti in Italia, uno favorevole ed uno contrario all’alleanza con Berlino. Evidentemente tali schieramenti storici sono ancora ancora presenti in Italia ed in EUropa, come ben dimostra la geografia del potere tedesco attuale dove le elites germaniche sono in stragrande maggioranza nipoti di coloro che furono massimamente nazisti 75 anni fa. Per chi non lo avesse capito il globalismo come movimento sovranazionale è incentrato ideologicamente nel progetto di moneta unica, avente come fulcro Berlino assieme a Parigi come contraltare occidentale all’impero USA visto ormai in decadenza. Vedremo chi avrà sbagliato i conti, andiamo a poco…
Vorrei concludere con una riflessione sulla “Conventional Wisdom“: tale termine fu coniato dal geniale e mai subalterno al potere J.K. Galbraith, il fustigatore della grande crisi di Wall Street. La sua definizione nasconde in realtà una nemmeno troppo sottile critica al mondo accademico che pensa in modo convenzionale in quanto detta saggezza appunto convenzionale rappresenta il sunto del nozionismo, del conformismo accademico più becero (troppo spesso interessato “a stare a letto” con il Potere), quello assolutamente non in grado di prevedere conseguenze spesso disastrose proprio come fu per il grande crollo di Wall Street. La Conventional Wisdom si nutre delle certezze derivate dalla ripetizione degli eventi ossia affidandosi a soluzioni da textbook: applicare tali ricette, diciamo “convenzionali”, nel momento in cui tutti riconoscono che stiamo navigando in “uncharted waters” [leggasi ad es. tassi negativi], mi riferisco alla proposta “convenzionale” di usare l’oro per ripagare di fatto il debito nazionale, sembra un azzardo vieppiù illogico se non addirittura masochista.
Consigliamo al prof. Deaglio di riprendere un autore certamente non amato, J.K. Galbraith, in quanto potrebbe essere utile alla società a cui i cattedratici, alla fine, sono comunque tenuti a prestare un servizio educativo.
Chi scrive ha studiato a Torino ma fortunatamente alla fine scelse Duca degli Abruzzi… E proprio perchè ho scelto di essere ingegnere concludo dicendo: giù le mani dall’oro degli Italiani!
Meno male.
MD

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