Strattona, trama. Vuole andare ad elezioni a tutti i costi,
anche con l’inganno. Prima che i giudici lo incastrino, prima che i
sondaggi si sgonfino troppo e la Meloni gli strappi lo scettro
neofascista.
infosannio.wordpress.com (Tommaso Merlo)
Salvini pur di conquistare il potere compra dei vili
traditori.
Salvini vuole il potere come quello scimmione albino di
Boris Johnson.
Lo stesso gelido vento sovranista che soffia in tutto il
Continente.
Che primati come Salvini e Johnson siano spuntati nello
stesso periodo storico è paradossalmente la dimostrazione che l’Europa
politica esiste eccome e respira all’unisono. Gli manca solo la
consapevolezza di esistere e lo slancio politico per compiersi.
Ma la
fame di potere di Salvini non è l’unico indizio che si stia mettendo
male e che prima o poi l’Italia rischi il triste destino inglese.
Questo
governo arranca. Il Pd sembra una casa di riposo. Da quando i renziani
se ne sono andati hanno smesso di litigare, in compenso è emerso il
vuoto cosmico di idee che li contraddistingue e quella distanza dal
cuore dei cittadini che sta seppellendo la sinistra in tutta Europa.
Esperti poltronisti con ottimi agganci a Bruxelles, nulla più.
Nessun
entusiasmo riformatore, nessuna visione alternativa a quel deleterio
modello neoliberista di cui sono stati alfieri. Il Pd vive di rendita
grazie a quella fetta di elettorato nostalgico che in un paese vecchio
come l’Italia abbonda. E le sardine non sono certo un caso. Sono
l’ultimo rigurgito di un malessere di sinistra che dura da decenni e che
non ha mai trovato risposte partitiche adeguate.
E Salvini applaude e
sbuccia banane.
Poi c’è Renzi che ormai è un caso umano più che
politico. Un ego megalomane finito fuori controllo. Dopo mesi a piantar
zizzania adesso spuntano pure gli scandali e la sua bestiolina social.
Si sta autodistruggendo. Alle prossime elezioni Renzi e i suoi
spariranno dalla vita politica. A loro le elezioni non convengono ma con
tutto il chiasso che fanno Salvini applaude e sbuccia banane.
Poi c’è
il Movimento che governando col Pd ha perso slancio. Il governo
gialloverde era nettamente più vivo e fattivo, in pochi mesi il
Movimento riuscì a macinare provvedimenti a raffica mentre Salvini si
trastullava in giro per la foresta. Col Pd nessuno si aspettava che
scoppiasse chissà quale amore dopo anni di risse, ma neanche che
l’esperienza governativa del Movimento si afflosciasse in questo modo.
Dopo lo storico taglio dei parlamentari sta venendo alla luce l’unica
manovra possibile coi quattro soldi a disposizione. Necessaria, decente
ma la rivoluzione green è tutt’altro film.
Per il resto è tutto una
snervante attesa. Che non boicottino la prescrizione e il reddito e le
cose fatte vadano a regime, che non facciano scherzi col MES e con le
concessioni, che le crisi croniche trovino pace, che si degnino di
considerare il salario minimo e le altre riforme pentastellate ancora
nel cassetto.
Conte si fa vivo solo quando deve menare Salvini.
Di Maio è
appartato alla Farnesina e il Movimento sembra intontito.
Cammina
mentre la realtà corre. Appesantito da incomprensibili incertezze
intestine e da un governo che sembra dondolare tra rassegnazione e
inconsapevolezza della tragedia che sarebbe un paese in mano ai tre
primati Salvini, Meloni e Berlusconi.
Neofascismo scimmioide con
l’aggravante mafiosa.
Conte parla di verifica e rilancio dopo le feste.
C’è da augurarsi che non sia troppo tardi e che il panettone porti
consiglio.
Se questo governo non avrà un sussulto d’orgoglio, Salvini
smetterà di mangiar banane e rischia di mettersi davvero male
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