venerdì 13 dicembre 2019

Rischia di mettersi male.

Strattona, trama. Vuole andare ad elezioni a tutti i costi, anche con l’inganno. Prima che i giudici lo incastrino, prima che i sondaggi si sgonfino troppo e la Meloni gli strappi lo scettro neofascista.

 
infosannio.wordpress.com (Tommaso Merlo) 
Salvini pur di conquistare il potere compra dei vili traditori. 
Salvini vuole il potere come quello scimmione albino di Boris Johnson.
Lo stesso gelido vento sovranista che soffia in tutto il Continente.
Che primati come Salvini e Johnson siano spuntati nello stesso periodo storico è paradossalmente la dimostrazione che l’Europa politica esiste eccome e respira all’unisono. Gli manca solo la consapevolezza di esistere e lo slancio politico per compiersi.
Ma la fame di potere di Salvini non è l’unico indizio che si stia mettendo male e che prima o poi l’Italia rischi il triste destino inglese.
Questo governo arranca. Il Pd sembra una casa di riposo. Da quando i renziani se ne sono andati hanno smesso di litigare, in compenso è emerso il vuoto cosmico di idee che li contraddistingue e quella distanza dal cuore dei cittadini che sta seppellendo la sinistra in tutta Europa. Esperti poltronisti con ottimi agganci a Bruxelles, nulla più.
Nessun entusiasmo riformatore, nessuna visione alternativa a quel deleterio modello neoliberista di cui sono stati alfieri. Il Pd vive di rendita grazie a quella fetta di elettorato nostalgico che in un paese vecchio come l’Italia abbonda. E le sardine non sono certo un caso. Sono l’ultimo rigurgito di un malessere di sinistra che dura da decenni e che non ha mai trovato risposte partitiche adeguate.
E Salvini applaude e sbuccia banane.

Poi c’è Renzi che ormai è un caso umano più che politico. Un ego megalomane finito fuori controllo. Dopo mesi a piantar zizzania adesso spuntano pure gli scandali e la sua bestiolina social.
Si sta autodistruggendo. Alle prossime elezioni Renzi e i suoi spariranno dalla vita politica. A loro le elezioni non convengono ma con tutto il chiasso che fanno Salvini applaude e sbuccia banane.
Poi c’è il Movimento che governando col Pd ha perso slancio. Il governo gialloverde era nettamente più vivo e fattivo, in pochi mesi il Movimento riuscì a macinare provvedimenti a raffica mentre Salvini si trastullava in giro per la foresta. Col Pd nessuno si aspettava che scoppiasse chissà quale amore dopo anni di risse, ma neanche che l’esperienza governativa del Movimento si afflosciasse in questo modo.
Dopo lo storico taglio dei parlamentari sta venendo alla luce l’unica manovra possibile coi quattro soldi a disposizione. Necessaria, decente ma la rivoluzione green è tutt’altro film.
Per il resto è tutto una snervante attesa. Che non boicottino la prescrizione e il reddito e le cose fatte vadano a regime, che non facciano scherzi col MES e con le concessioni, che le crisi croniche trovino pace, che si degnino di considerare il salario minimo e le altre riforme pentastellate ancora nel cassetto.
Conte si fa vivo solo quando deve menare Salvini.
Di Maio è appartato alla Farnesina e il Movimento sembra intontito.
Cammina mentre la realtà corre. Appesantito da incomprensibili incertezze intestine e da un governo che sembra dondolare tra rassegnazione e inconsapevolezza della tragedia che sarebbe un paese in mano ai tre primati Salvini, Meloni e Berlusconi.
Neofascismo scimmioide con l’aggravante mafiosa.
Conte parla di verifica e rilancio dopo le feste. C’è da augurarsi che non sia troppo tardi e che il panettone porti consiglio.
Se questo governo non avrà un sussulto d’orgoglio, Salvini smetterà di mangiar banane e rischia di mettersi davvero male

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