venerdì 4 ottobre 2019

“Guerra ai poveri”, di Tano D’Amico


 contropiano alberto fazolo
Tano D’Amico ha appena pubblicato un libro fotografico sulla lotta per la casa a Roma dal titolo “Guerra ai poveri“. Gli scatti sono compresi nel decennio 2009-2019.

Per forma e rilegatura il libro sembra un quaderno di scuola, di quelli grandi delle elementari in cui ci si scrivono i primi rudimenti, le cose più semplici e basilari, ma che restano per tutta la vita. Sfogliando questo “quadernone” ci si trova un qualcosa di elementare, ma che sempre in meno trovano il coraggio di dire: che tutti hanno diritto ad una casa.
La casa è una delle prime cose che i bambini imparano a disegnare, anche se poi per tanti non c’è un riscontro concreto nella vita. In molte foto l’elemento centrale sono proprio i bambini, chiamati fin da subito a lottare per i propri diritti.
Le foto hanno una grande eleganza, riescono a narrare dei momenti particolarmente duri senza scadere in vittimismi o pietismi. In certi casi sarebbe molto facile adagiarsi sul drammatico, invece Tano D’Amico riesce a trasmette la dignità e la gioia della lotta. Anche quando non si vince.
Nelle foto la polizia appare come vuole apparire, cioè spersonificata. Non tanto per l’uniforme che omologa (e parimenti neanche per l’annosa assenza dei numeri identificativi), quanto perché è chiamata a fare qualcosa di disumano: accanirsi contro i più deboli per tutelare il capitale. Nessun essere umano può accettare di buon grado di eseguire certi ordini, le immagini aiutano a rafforzare la convinzione sul perché la prima causa di morte nelle forze dell’ordine sia il suicidio.
Le foto di Tano D’Amico trasmettono una strana sensazione, quella di sentirsi presenti nella scena. Ciò è sicuramente dovuto all’abilità tecnica e alla sensibilità artistica del fotografo, ma anche ai soggetti. Quando si è in presenza di un fotografo spesso si finisce per subire l’attrazione dell’obiettivo, si tende ad assumere un atteggiamento diverso, anche qualora non ci si metta in posa o non si tema che il fotografo sia della Questura. Con Tano D’Amico ciò di norma non accade, perché lui non è solo un fotografo, ma un compagno stimato e facilmente riconoscibile. Per questo nelle sue foto sono tutti (manifestanti e forze dell’ordine) presi nella massima naturalezza. Ci si ritrova catapultati in quelle lotte.
Alcune fotografie sembrano congelare un’istante, molte altre riescono a rendere un dinamismo sbalorditivo.
Tano D’Amico attraverso le immagini riesce a trasmettere la passione, non può essere considerato solo come un fotografo che si occupa di raccontare le lotte sociali. Non è cronaca, è partecipazione, è un contributo alla causa, è militanza. L’azione militante di questo libro è anche nel smontare la logica dominante che istiga una “guerra tra poveri”, dimostrando come quella che si combatte oggi sia una “guerra ai poveri”. Una guerra nelle nostre città e in cui non si può rimanere neutrali, perché “chi non sta da una parte o dall’altra della barricata, è la barricata”.

Tano D’Amico, Guerra ai poveri, Ed. Red Star Press, 2019.

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