contropiano alberto fazolo
Tano D’Amico ha appena pubblicato un libro fotografico sulla lotta per la casa a Roma dal titolo “Guerra ai poveri“. Gli scatti sono compresi nel decennio 2009-2019.
Per
forma e rilegatura il libro sembra un quaderno di scuola, di quelli
grandi delle elementari in cui ci si scrivono i primi rudimenti, le cose
più semplici e basilari, ma che restano per tutta la vita. Sfogliando
questo “quadernone” ci si trova un qualcosa di elementare, ma che sempre
in meno trovano il coraggio di dire: che tutti hanno diritto ad una
casa.
La
casa è una delle prime cose che i bambini imparano a disegnare, anche
se poi per tanti non c’è un riscontro concreto nella vita. In molte foto
l’elemento centrale sono proprio i bambini, chiamati fin da subito a
lottare per i propri diritti.
Le
foto hanno una grande eleganza, riescono a narrare dei momenti
particolarmente duri senza scadere in vittimismi o pietismi. In certi
casi sarebbe molto facile adagiarsi sul drammatico, invece Tano D’Amico
riesce a trasmette la dignità e la gioia della lotta. Anche quando non
si vince.
Nelle
foto la polizia appare come vuole apparire, cioè spersonificata. Non
tanto per l’uniforme che omologa (e parimenti neanche per l’annosa
assenza dei numeri identificativi), quanto perché è chiamata a fare
qualcosa di disumano: accanirsi contro i più deboli per tutelare il
capitale. Nessun essere umano può accettare di buon grado di eseguire
certi ordini, le immagini aiutano a rafforzare la convinzione sul perché
la prima causa di morte nelle forze dell’ordine sia il suicidio.
Le
foto di Tano D’Amico trasmettono una strana sensazione, quella di
sentirsi presenti nella scena. Ciò è sicuramente dovuto all’abilità
tecnica e alla sensibilità artistica del fotografo, ma anche ai
soggetti. Quando si è in presenza di un fotografo spesso si finisce per
subire l’attrazione dell’obiettivo, si tende ad assumere un
atteggiamento diverso, anche qualora non ci si metta in posa o non si
tema che il fotografo sia della Questura. Con Tano D’Amico ciò di norma
non accade, perché lui non è solo un fotografo, ma un compagno stimato e
facilmente riconoscibile. Per questo nelle sue foto sono tutti
(manifestanti e forze dell’ordine) presi nella massima naturalezza. Ci
si ritrova catapultati in quelle lotte.
Alcune fotografie sembrano congelare un’istante, molte altre riescono a rendere un dinamismo sbalorditivo.
Tano
D’Amico attraverso le immagini riesce a trasmettere la passione, non
può essere considerato solo come un fotografo che si occupa di
raccontare le lotte sociali. Non è cronaca, è partecipazione, è un
contributo alla causa, è militanza. L’azione militante di questo libro è
anche nel smontare la logica dominante che istiga una “guerra tra
poveri”, dimostrando come quella che si combatte oggi sia una “guerra ai
poveri”. Una guerra nelle nostre città e in cui non si può rimanere
neutrali, perché “chi non sta da una parte o dall’altra della barricata,
è la barricata”.
Tano D’Amico, Guerra ai poveri, Ed. Red Star Press, 2019.
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