Qui governava da cinque anni Bodo Ramelow della Linke
(sinistra tedesca) in una coalizione formata, oltre che dalla sinistra
(Linke) anche da socialdemocratici e verdi.
Il test in Turingia era considerato particolarmente rilevante per diversi motivi. Il primo perché concludeva appunto una serie di consultazioni elettorali che avrebbero potuto mettere in crisi il governo nazionale. Il pericolo appare, momentaneamente, scampato; almeno finché la Sdp non eleggerà una nuova leadership tra fine novembre e i primi dicembre.
Il secondo motivo di interesse era che proprio in Turingia ha governato negli ultimi cinque anni un esponente dell’estrema sinistra (Linke). Si tratta del primo e, fino ad ora, unico caso. La coalizione rosso-rosso-verde è stata a lungo considerata un ardito esperimento politico.
Infine, vi era anche un fattore simbolico.
La Turingia è una regione dalla grande importanza culturale la cui storia è legata a nomi come Goethe, Schiller, Nietzsche e Meister Eckhart.
Ma in Turingia c’è anche Weimar, la città che ha dato il nome alla prima democrazia tedesca spazzata via dal Nazionalsocialismo.
D’altra parte proprio in Turingia iniziò l’ascesa del Partito Nazista che dal 1929 al 1932 passò dall’11 al 42 per cento. Proprio qui, oggi, la destra di Alternative für Deutschland è guidata da uno dei suoi uomini più estremisti: Björn Höcke. Un esponente di estrema destra che in più occasioni ha tentato di mettere in discussione la cultura del ricordo (Auschwitz) su cui si fonda la Repubblica Federale Tedesca e criticato molti dei simboli (tra cui il monumento all’Olocausto vicino alla Porta di Brandeburgo) che ricordano le violenze e gli stermini del regime nazista.
Il risultato elettorale ha premiato il Presidente uscente Bodo Ramelow e la Linke (29.6%), ma ha penalizzato i suoi alleati di governo. La SPD ha perso circa il 4 per cento e si è fermata all’8.7 e i verdi hanno confermato il risultato di cinque anni fa (5.4%). Estremamente deludente il risultato dei cristiano democratici che perdono circa il dieci percento rispetto alle ultime elezioni regionali e si fermano al 22.7%, superati dall’estrema destra di AfD che con il 23.6% prende più del doppio dei voti rispetto alle precedenti elezioni regionali. Nel parlamento entrano anche i liberali della FDP (5%).
Le elezioni in Turingia confermano il trend molto positivo della AfD, così come in Brandeburgo e Sassonia a settembre, imponendo al partito vincitore, in questo caso la Linke, di mettere insieme una coalizione assolutamente inedita. Per Bodo Ramelow, politico molto amato in Turingia, le uniche possibilità sono un’alleanza con i cristiano democratici (CDU) - che tuttavia non ha precedenti in Germania - oppure un governo di minoranza con la sua maggioranza uscente (Linke-SPD-Verdi).
Un’ultima riflessione riguarda il bilancio delle elezioni nelle regioni della ex Germania Est. Erano considerate l’ostacolo maggiore per Angela Merkel e la sua Grande Coalizione. Nonostante i risultati non sono stati brillanti per la CDU e per la SPD, i due partiti sono rimasti alla guida dei due governi che guidavano (la CDU in Sassonia e la SPD in Brandeburgo). Diverso il discorso della Turingia dove hanno dovuto subire una grossa perdita di voti. Non c’è stata, tuttavia, la spallata decisiva delle forze di opposizione al quarto governo Merkel. Ora l’ultima prova, per certi versi decisiva, è il cambio di leadership della SPD. A fine novembre sapremo se e come i socialdemocratici vorranno continuare a governare a Berlino.
Il test in Turingia era considerato particolarmente rilevante per diversi motivi. Il primo perché concludeva appunto una serie di consultazioni elettorali che avrebbero potuto mettere in crisi il governo nazionale. Il pericolo appare, momentaneamente, scampato; almeno finché la Sdp non eleggerà una nuova leadership tra fine novembre e i primi dicembre.
Il secondo motivo di interesse era che proprio in Turingia ha governato negli ultimi cinque anni un esponente dell’estrema sinistra (Linke). Si tratta del primo e, fino ad ora, unico caso. La coalizione rosso-rosso-verde è stata a lungo considerata un ardito esperimento politico.
Infine, vi era anche un fattore simbolico.
La Turingia è una regione dalla grande importanza culturale la cui storia è legata a nomi come Goethe, Schiller, Nietzsche e Meister Eckhart.
Ma in Turingia c’è anche Weimar, la città che ha dato il nome alla prima democrazia tedesca spazzata via dal Nazionalsocialismo.
D’altra parte proprio in Turingia iniziò l’ascesa del Partito Nazista che dal 1929 al 1932 passò dall’11 al 42 per cento. Proprio qui, oggi, la destra di Alternative für Deutschland è guidata da uno dei suoi uomini più estremisti: Björn Höcke. Un esponente di estrema destra che in più occasioni ha tentato di mettere in discussione la cultura del ricordo (Auschwitz) su cui si fonda la Repubblica Federale Tedesca e criticato molti dei simboli (tra cui il monumento all’Olocausto vicino alla Porta di Brandeburgo) che ricordano le violenze e gli stermini del regime nazista.
Il risultato elettorale ha premiato il Presidente uscente Bodo Ramelow e la Linke (29.6%), ma ha penalizzato i suoi alleati di governo. La SPD ha perso circa il 4 per cento e si è fermata all’8.7 e i verdi hanno confermato il risultato di cinque anni fa (5.4%). Estremamente deludente il risultato dei cristiano democratici che perdono circa il dieci percento rispetto alle ultime elezioni regionali e si fermano al 22.7%, superati dall’estrema destra di AfD che con il 23.6% prende più del doppio dei voti rispetto alle precedenti elezioni regionali. Nel parlamento entrano anche i liberali della FDP (5%).
Le elezioni in Turingia confermano il trend molto positivo della AfD, così come in Brandeburgo e Sassonia a settembre, imponendo al partito vincitore, in questo caso la Linke, di mettere insieme una coalizione assolutamente inedita. Per Bodo Ramelow, politico molto amato in Turingia, le uniche possibilità sono un’alleanza con i cristiano democratici (CDU) - che tuttavia non ha precedenti in Germania - oppure un governo di minoranza con la sua maggioranza uscente (Linke-SPD-Verdi).
Un’ultima riflessione riguarda il bilancio delle elezioni nelle regioni della ex Germania Est. Erano considerate l’ostacolo maggiore per Angela Merkel e la sua Grande Coalizione. Nonostante i risultati non sono stati brillanti per la CDU e per la SPD, i due partiti sono rimasti alla guida dei due governi che guidavano (la CDU in Sassonia e la SPD in Brandeburgo). Diverso il discorso della Turingia dove hanno dovuto subire una grossa perdita di voti. Non c’è stata, tuttavia, la spallata decisiva delle forze di opposizione al quarto governo Merkel. Ora l’ultima prova, per certi versi decisiva, è il cambio di leadership della SPD. A fine novembre sapremo se e come i socialdemocratici vorranno continuare a governare a Berlino.
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