martedì 22 ottobre 2019

“Fermare il sistema degli appalti nel mercato del lavoro, basta cooperative spurie”.


Gli attori centrali di questo fenomeno sono le forme di somministrazione del lavoro e le cooperative spurie, ormai divenute maggioranza nel movimento cooperativo, che sempre più sono protagoniste di truffe ai danni dei lavoratori e dello Stato.
Le notizie di reato vanno di pari passo con la loro “notevole resistenza alle difficoltà della crisi” (fonte Unioncamere).
In Italia parliamo di 150.000 soggetti con una presenza pari al 45% nel sud del paese ed una maggiore capacità occupazionale al nord (si tratta del 2,1 % delle imprese con 1 milione e 400.000 addetti), ma dietro tale vivacità imprenditoriale si cela un uso distorto della forma cooperativa.

Nel 2017 l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha infatti eseguito controlli su 3317 cooperative; di queste 1826 (55%) sono risultate fuori norma con un numero di lavoratori irregolari pari a 16838 di cui 1444 completamente in nero.
Il ricorso al lavoro irregolare (che ne abbassa il costo del 50%) genera un’evasione contributiva che si calcola in oltre 10 miliardi di € (fonte Vita).
I mutamenti intervenuti nel diritto societario ed in quello del lavoro hanno trasformato profondamente il sistema cooperativo rendendolo sempre più strumentale a meccanismi economici di sfruttamento ed aggiramento delle normative sul lavoro.
Ne esce assolutamente mortificato l’art. 45 della nostra Costituzione in quel dettato che sancisce: “La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.
Un mercato del lavoro che ruba salari ai lavoratori, che sottrae risorse allo Stato, che produce un’ulteriore degenerazione della capacità imprenditoriale del paese, che alimenta l’economia della malavita organizzata è una mostruosità che va debellata senza se, senza ma, senza nessuna ipocrita titubanza.
Basta appalti, basta illegalità.

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