Una ricerca, pubblicata su "NeuroImage", rimette in discussione il collegamento tra consumo di marijuana e perdita di memoria.
Gli studiosi della University of Pittsburgh dicono di averne le prove: i fumatori di cannabis che si sono offerti volontari hanno ottenuto risultati migliori nei test di memoria rispetto a coloro i quali, invece, non avevano mai fumato cannabis in vita loro.
I ricercatori si sono concentrati poi sul fattore età: quanti anni avevano questi volontari quando hanno iniziato a fumare marijuana? Quanto spesso fanno ricorso alla droga? Su 75 persone, 60 hanno ammesso di averla provata, 46 hanno affermato di farne uso ripetuto e di aver iniziato a consumarla intorno all'età di 15 anni.
Il risultato più sorprendente dello studio si è avuto quando gli studiosi hanno confrontato i risultati ottenuti nel test di memoria dal gruppo di consumatori di marijuana con quelli ottenuti da chi non l'aveva mai consumata. È emerso che i consumatori di cannabis avevano ottenuto risultati migliori e, in alcuni casi, erano sembrati nettamente superiori in termini di velocità e accuratezza rispetto al gruppo di non fumatori. Questo - secondo i ricercatori - dimostra che non c'è un collegamento diretto tra l'uso della cannabis in adolescenza e il declino delle funzioni cognitive in età adulta. Se quest'ultimo si verifica, evidentemente, possono essere altre le cause, magari anche preesistenti rispetto all'inizio del consumo di cannabis.
Il consumo della cannabis in adolescenza può essere giudicato "colpevole" del futuro declino delle capacità cognitive in età adulta solo se viene visto come un fattore di rischio per la dipendenza da sostanze stupefacenti. Ma non costituisce, di per sé, un pericolo. "Ciò che stiamo facendo è escludere che l'uso di cannabis in adolescenza sia nocivo per il cervello - ha affermato Tervo-Clemmens -. C'è ancora molto, però, da lavorare e da dimostrare".
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