mercoledì 21 febbraio 2018

Potere al popolo: una campagna che mette al centro chi si organizza e lotta

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Sui social Potere al Popolo sta lanciando un nuovo modo per presentare i propri candidati, rovesciando il personalismo della politica e mettendo al centro le voci dei lavoratori e dei cittadini che si sono organizzati, e con la lotta hanno vinto.
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#lalottapaga #unitisivince
La propaganda di televisioni e giornali ci vuole isolare dalle altre persone: ci spiegano che è inutile confrontarsi con gli altri, pericoloso organizzarsi, impossibile vincere. CI hanno insegnato che dobbiamo restare soli di fronte alle imposizioni dei potenti, muti di fronte ai padroni che ci minacciano, spaventati da chi è diverso e sconosciuto.
Tutto ciò è una menzogna e la storia lo dimostra! Dietro ad ogni diritto conquistato per tutti, c’è una storia di lotta. Dietro ad ogni conquista di diritti e di welfare, c’è una storia di gente che si è organizzata e ha lottato per i propri interessi e bisogni. La nostra arma più potente siamo noi che camminiamo insieme.
Potere al Popolo è ricominciare a percorrere quella strada, quel percorso collettivo che si organizza per i propri interessi e che di fronte alla precarietà, allo sfruttamento e alla paura, ricostruisca la storia di classe e il potere popolare.
La campagna elettorale di Potere al Popolo non stringe le mani ai banchieri e agli industriali, e nemmeno ai potenti di Bruxelles. Non promette rose senza spine, ma un alternativa di liberazione. La campagna elettorale di Potere al Popolo racconta le storie del popolo che ha lottato per vincere!
Tanti racconti che vogliono unirsi in uno solo, grande e potente, che sia fondamento per la storia collettiva del nostro futuro.

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Questa storia è quella dei lavoratori della Perini, azienda all’avanguardia del packaging bolognese, che in blocco hanno lasciato la FIOM per passare a lottare insieme all’USB. Gli scioperi per il miglioramento del contratto di lavoro hanno poi contagiato altre grandi aziende come le GD e la Toyota. Mentre i sindacati confederali negli ultimi venti anni hanno fatto da tappo, impedendo agli operai di alzare la testa, la crescita del sindacalismo di base ci ricorda che soltanto rompendo le regole del gioco si possono tornare a riacquisire i diritti sul lavoro, come successo nel 2004 per i lavoratori di Melfi e pochi anni dopo per quelli di Fincantieri.
Storia di classe, per ricordarci che solo unendosi per lottare si vinceCi hanno insegnato che siamo soli, soli di fronti al potere, di fronte al capo che ti minaccia, soli spaventati da lingue che parlano parole diverse, o anche solo dal nostro vicino di casa; la propaganda di televisioni e giornali ci vuole isolare dalle altre persone: ci spiegano che è inutile confrontarsi con gli altri, pericoloso organizzarsi, impossibile vincere. Ma la nostra storia ci ricorda che quei diritti e quel welfare che ora ci vengono strappati a colpi di decreti legge non sono stati regali dall'alto di governi più buoni, bensì sono stati strappati a forza dalle lotte dei lavoratori organizzati, sono state difficili e faticose conquiste dal basso. Dietro a ogni diritto conquistato per tutti, c’è una storia di lotta. Potere al Popolo non stringe le mani ai banchieri, agli industriali, o ai potenti di Bruxelles, ma vuole ricominciare a percorrere quella strada, un percorso collettivo che prima di tutto metta insieme le persone per dire che di fronte alla precarietà, allo sfruttamento e alla paura, la nostra arma più potente siamo noi che camminiamo insieme. Ricostruiamo questa storia di classe fatta da tante storie e resistenze collettive del passato remoto, di quello recente e dell’oggi… Tanti racconti che vogliono unirsi in uno solo, grande e potente, che sia fondamento per la storia collettiva del nostro futuro.Questa storia è quella dei lavoratori della Perini, azienda all’avanguardia del packaging bolognese, che in blocco hanno lasciato la FIOM per passare a lottare insieme all’USB. Gli scioperi per il miglioramento del contratto di lavoro hanno poi contagiato altre grandi aziende come le GD e la Toyota. Mentre i sindacati confederali negli ultimi venti anni hanno fatto da tappo, impedendo agli operai di alzare la testa, la crescita del sindacalismo di base ci ricorda che soltanto rompendo le regole del gioco si possono tornare a riacquisire i diritti sul lavoro, come successo nel 2004 per i lavoratori di Melfi e pochi anni dopo per quelli di Fincantieri.#lalottapaga #unitisivince#poterealpopolo #bologna
Pubblicato da Potere al Popolo Bologna e provincia su martedì 20 febbraio 2018
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Questa storia è quella di Ernesta, un’insegnante e attivista sindacale che ci racconta come nel 2013 più di 50.000 bolognesi hanno difeso i diritti delle famiglie e dei bambini grazie al referendum che chiedeva di interrompere o meno il finanziamento pubblico alle scuole paritarie private. Un tentativo di reale partecipazione alla cosa pubblica che è stato completamente disatteso dalla giunta Merola di fronte alle esigenze ‘imposte’ dalla crisi.
Organizzarsi è fondamentale ma non è più sufficiente un NO al referendum, bisogna andare oltre così come è stato per il referendum costituzionale dove il NO SOCIALE ha unito i settori sociali in un fronte unitario e indipendente che si è spinto verso una lotta complessiva ed è arrivato fino ad oggi a #PoterealPopolo.
#lalottapaga #unitisivince
Storia di classe, per ricordarci che solo unendosi per lottare si vinceCi hanno insegnato che siamo soli, soli di fronti al potere, di fronte al capo che ti minaccia, soli spaventati da lingue che parlano parole diverse, o anche solo dal nostro vicino di casa; la propaganda di televisioni e giornali ci vuole isolare dalle altre persone: ci spiegano che è inutile confrontarsi con gli altri, pericoloso organizzarsi, impossibile vincere. Ma la nostra storia ci ricorda che quei diritti e quel welfare che ora ci vengono strappati a colpi di decreti legge non sono stati regali dall'alto di governi più buoni, bensì sono stati strappati a forza dalle lotte dei lavoratori organizzati, sono state difficili e faticose conquiste dal basso. Dietro a ogni diritto conquistato per tutti, c’è una storia di lotta. Potere al Popolo non stringe le mani ai banchieri, agli industriali, o ai potenti di Bruxelles, ma vuole ricominciare a percorrere quella strada, un percorso collettivo che prima di tutto metta insieme le persone per dire che di fronte alla precarietà, allo sfruttamento e alla paura, la nostra arma più potente siamo noi che camminiamo insieme. Ricostruiamo questa storia di classe fatta da tante storie e resistenze collettive del passato remoto, di quello recente e dell’oggi… Tanti racconti che vogliono unirsi in uno solo, grande e potente, che sia fondamento per la storia collettiva del nostro futuro.Questa storia è quella di Ernesta, un’insegnante e attivista sindacale che ci racconta come nel 2013 più di 50.000 bolognesi hanno difeso i diritti delle famiglie e dei bambini grazie al referendum che chiedeva di interrompere o meno il finanziamento pubblico alle scuole paritarie private. Un tentativo di reale partecipazione alla cosa pubblica che è stato completamente disatteso dalla giunta Merola di fronte alle esigenze ‘imposte’ dalla crisi. Organizzarsi è fondamentale ma non è più sufficiente un NO al referendum, bisogna andare oltre così come è stato per il referendum costituzionale dove il NO SOCIALE ha unito i settori sociali in un fronte unitario e indipendente che si è spinto verso una lotta complessiva ed è arrivato fino ad oggi a #PoterealPopolo.#lalottapaga #unitisivince
Pubblicato da Potere al Popolo Bologna e provincia su lunedì 19 febbraio 2018
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La prima storia è quella di Kaba, uno dei protagonisti della Marcia della Dignità, che l’autunno scorso ha visto centinaia di migranti dire basta alle condizioni disumane del campo di Cona.
In centinaia si sono organizzati per andare col prefetto di Venezia. Prefetto e Questore, che da mesi assicuravano l’impossibilità di trovare altri luoghi per queste persone, in soli 3 giorni garantirono a oltre 300 persone nuovi e dignitosi alloggi.
Chi ha osato sfidare il potere, si è conquistato la sua dignità.
Kaba #lalottapaga
Storia di classe, per ricordarci che solo unendosi per lottare si vinceCi hanno insegnato che siamo soli, soli di fronti al potere, di fronte al capo che ti minaccia, soli spaventati da lingue che parlano parole diverse, o anche solo dal nostro vicino di casa; la propaganda di televisioni e giornali ci vuole isolare dalle altre persone: ci spiegano che è inutile confrontarsi con gli altri, pericoloso organizzarsi, impossibile vincere.Ma la nostra storia ci ricorda che quei diritti e quel welfare che ora ci vengono strappati a colpi di decreti legge non sono stati regali dall'alto di governi più buoni, bensì sono stati strappati a forza dalle lotte dei lavoratori organizzati, sono state difficili e faticose conquiste dal basso. Dietro a ogni diritto conquistato per tutti, c’è una storia di lotta. Potere al Popolo non stringe le mani ai banchieri, agli industriali, o ai potenti di Bruxelles, ma vuole ricominciare a percorrere quella strada, un percorso collettivo che prima di tutto metta insieme le persone per dire che di fronte alla precarietà, allo sfruttamento e alla paura, la nostra arma più potente siamo noi che camminiamo insieme.Ricostruiamo questa storia di classe fatta da tante storie e resistenze collettive del passato remoto, di quello recente e dell’oggi… Tanti racconti che vogliono unirsi in uno solo, grande e potente, che sia fondamento per la storia collettiva del nostro futuro.La prima storia è quella di Kaba, uno dei protagonisti della Marcia della Dignità, che l’autunno scorso ha visto centinaia di migranti dire basta alle condizioni disumane del campo di Cona.In centinaia si sono organizzati per andare col prefetto di Venezia. Prefetto e Questore, che da mesi assicuravano l’impossibilità di trovare altri luoghi per queste persone, in soli 3 giorni garantirono a oltre 300 persone nuovi e dignitosi alloggi.Chi ha osato sfidare il potere, si è conquistato la sua dignità.#lalottapaga #unitisivince#poterealpopolo #bologna

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