giovedì 22 febbraio 2018

Inps, nel 2017 le assunzioni stabili crollano al 23,2%.

Meno di un contratto su quattro è a tempo indeterminato. Rispetto ai picchi del 2015 la quota si è quasi dimezzata. E senza più voucher è boom del lavoro a chiamata: +120%.

Risultati immagini per inpsL'incidenza dei contratti a tempo indeterminato sul totale delle assunzioni si è fermata nel 2017 al 23,2%. Un vero e proprio crollo rispetto al 42% del 2015, quando entrò in vigore l'esonero contributivo triennale varato dal governo Renzi con la legge di Stabilità
LAVORO STABILE QUASI DIMEZZATO. La fotografia, impietosa, del mercato del lavoro italiano nell'ultimo anno in cui le aziende hanno potuto beneficiare degli incentivi contro il precariato è stata scattata dall'Inps. Nel 2017 meno di un'assunzione su quattro è stata a tempo indeterminato. E rispetto ai picchi toccati nel 2015, la quota di lavoro stabile si è quasi dimezzata.

A questo dato se ne aggiunge un altro: il boom del lavoro a chiamata. I relativi contratti, infatti, sono passati da 199 mila a 438 mila, segnando un incremento del 120%. Un balzo che, secondo l'Inps, va messo in relazione alla «necessità» per le aziende di ricorrere a strumenti sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a marzo 2017 per disinnescare il referendum promosso dalla Cgil. Parallelamente sono cresciuti i contratti a tempo determinato (+27,3%), quelli di apprendistato (+21,7%) e quelli di somministrazione (+21,5%).

TEMPO DETERMINATO +537 MILA UNITÀ. Con riferimento al settore privato nel suo complesso, l'Inps registra comunque un saldo positivo fra assunzioni e cessazioni dei rapporti di lavoro, pari a 488 mila unità. Ma entrando nei dettagli si "scopre" che i contratti a tempo indeterminato sono calati di 117 mila unità, mentre quelli a tempo determinato sono cresciuti di 537 mila unità.
AUMENTANO LE DOMANDE DI DISOCCUPAZIONE. Nel corso dell'intero 2017, inoltre, si segnala un aumento del 3,3% delle domande di disoccupazione. Per la precisione sono state 1.912.799, contro le 1.851.358 del 2016.

La storia recente degli esoneri contributivi

Nel 2015 è entrato in vigore un esonero contributivo al 100% sui contratti a tempo indeterminato, che ha consentito ai datori di lavoro un risparmio sui contributi previdenziali nella misura massima di 8.060 euro all’anno per tre anni.
NEL 2016 RIDOTTI AL 40%. Nel 2016 l'esonero contributivo è stato ridotto al 40%, consentendo un risparmio fino a 3.250 euro ma per soli due anni. La misura, tuttavia, era ancora rivolta a tutte le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nell'anno 2015 e nell’anno 2016, indipendentemente dall'età del lavoratore.
NEL 2017 SOLO PER STUDENTI. Infine, nel 2017, il governo ha ridotto drasticamente la platea dei beneficiari dell'esonero contributivo, includendo solo gli studenti e riconoscendo per la loro assunzione un incentivo di portata ridotta.
GLI INCENTIVI PER IL SUD. Fanno eccezione le regioni del Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), destinatarie nel 2017 di una nuova agevolazione fino a 8.060 euro annui per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato (anche part-time o in somministrazione) di giovani tra i 16 e i 24 anni e per le assunzioni di lavoratori di almeno 25 anni d'età privi di un impiego retribuito da almeno sei mesi.

Nessun commento:

Posta un commento