La società di trasporti
privati lancia una nuova versione del servizio (per ora solo in alcune
città degli Stati Uniti), a metà tra car pooling, taxi e bus.
Mentre in Italia può operare solo Uber Black (unico servizio disponibile, addirittura più costoso dei normali taxi), in parte degli Stati Uniti è da oggi attivo Uber Express Pool, una nuova offerta dell'azienda americana di trasporto automobilistico privato, estremamente conveniente, che sta facendo molto discutere, tra entusiasti e critici.
Il taxi alternativo Uber assomiglia oramai sempre di più a un autobus, nel bene e nel male.
Ma perché? E che cos'è Uber Express Pool? Andiamo con ordine. Le leggi americane, a differenza dell'Italia, permettono a Uber di operare con varie versioni, tutte (molto) meno costose dei taxi. C'è Uber X, praticamente come un taxi, ma più economico e guidato da autisti full o part-time che non hanno bisogno di comprare una ricchissima licenza per lavorare: una corsa di sei chilometri a San Francisco centro costa solo una decina di euro, per esempio. A Roma, al confronto, verrebbe almeno il doppio.
Poi c'è Uber Pool, che costa ancora meno - quasi la metà - ma impiega più tempo (massimo dieci minuti in più di Uber X). Questo perché non si viaggia da soli ma insieme ad altre persone che fanno più o meno la stessa strada: l'autista, come un taxi condiviso, scarica e carica uno a uno i passeggeri nei precisi luoghi richiesti da ogni singolo utente.
Infine, dopo una breve sperimentazione delle pioniere San Francisco e Boston, oggi arriva Uber Pool Express anche a Washington, Miami, Philadelphia, Los Angeles, San Diego e Denver.
La particolarità di questo nuovo servizio sta nel fatto che somiglia al Pool (l'Uber delle corse condivise citato prima) ma l'autista non ti prende e nemmeno ti lascia dove vuoi bensì "vicino" ai luoghi di partenza e arrivo richiesti.
In pratica, per prendere il taxi c'è da fare un po' di strada a piedi, sia alla partenza sia all'arrivo. Uber Pool Express dunque assomiglia a una estemporanea e improvvisata linea di autobus, con tragitto, tempi e fermate estremamente variabili, che cambiano a ogni corsa a seconda degli utenti caricati in macchina.
Questo perché l'algoritmo di Uber accoppia in tempo reale tutte le richieste di passaggio Express Pool in zona e associa i luoghi di partenza e arrivo degli utenti per fare un tragitto il più veloce possibile caricando e scaricando i clienti non nelle loro destinazioni precise ma soltanto nelle vicinanze di esse.
Il vantaggio per il cliente è che così si paga ancora meno di Pool (e il 75% in meno di Uber X) e inoltre si risparmia un po' di tempo nella corsa condivisa.
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Ecco perché Uber Pool Express è stata paragonata a un dinamico autobus cittadino, attirando diverse critiche. C'è chi dice che così si disincentiva l'uso dei mezzi pubblici inquinando e congestionando il traffico sempre di più - e in effetti a San Francisco una corsa Pool Express costa quanto una in metropolitana o su bus "ufficiale" (2 dollari, ndr).
Inoltre, c'è il tema mai sopito dello sfruttamento degli autisti. Adesso potrebbero sottoposti a ulteriore stress perché compensati ancor meno dagli utenti di Uber Pool Express.
Funzionerà? Per ora a San Francisco spopola, soprattutto per i costi molto ridotti. E pazienza se c'è da camminare un po'.
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