Una famiglia con due figli è
stata sottoposta a un monitoraggio. Ripetuto dopo 15 giorni di
alimentazione a base di prodotti senza chimica. E il glifosato crolla.
repubblica.it ANTONIO CIANCIULLO
Giorgio, Marta, Stella e Giacomo: due genitori quarantenni, due bambini in età da elementari. Una famiglia come tante, attenta a quello che mangia ma con i compromessi alimentari tipici di chi vive in una grande città. Con una differenza: ha accettato di sottoporsi a un test per misurare il livello di pesticidi nel corpo e si è trovata di fronte a una doppia sorpresa.
La prima è venuta dall’analisi delle urine: Giacomo e Marta erano tranquilli, convinti delle loro scelte: pensavano di aver evitato, per loro e per i figli, i cibi a rischio.
Il laboratorio ha fornito un quadro diverso della situazione. Ha accertato la presenza di glifosato (nel padre con valori che superano il doppio della media della popolazione di riferimento), di clorpirifos (un insetticida che provoca problemi di apprendimento: nelle analisi di Giacomo, il bambino di 7 anni, ne è stata trovata una concentrazione più che tripla rispetto alla media della popolazione di riferimento), di contaminazione da piretroidi (i valori di uno dei metaboliti, l’m-MPA, nella madre arriva a 3,4 microgrammi per grammo, un picco che la colloca in cima alla classifica).La seconda sorpresa è arrivata con le analisi di controllo, dopo 15 giorni di dieta a base di prodotti provenienti da agricoltura biologica. Nell’80% dei nuovi test il quadro è mutato radicalmente mostrando la rapidità degli effetti del cambio di stile di vita. Su 16 analisi delle urine (quattro per ognuno dei membri della famiglia), ben 13 hanno dato risultati estremamente positivi, con significative differenze tra prima e dopo la dieta, e solo in due non si sono registrati miglioramenti. Ad esempio, nel caso di Giacomo, il clorpirifos – una sostanza associata a deficit di capacità di attenzione e di memoria nei bambini - è sceso da oltre 5 microgrammi per grammo di creatinina a 1,5 microgrammi. Quanto al glifosato, nelle urine di Giorgio è scomparso e anche in quelle dei bambini è sceso da 0,19 microgrammi per litro nel più piccolo e da 0,16 per la sorella di 9 anni sotto i limiti di rilevabilità.
Sono i risultati della campagna del bio monitoraggio #ipesticididentrodinoi promossa da FederBio con Isde-Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu, Wwf e lanciata dal progetto cambialaterra.it sostenuto da un gruppo di aziende del biologico (Aboca, Germinal Bio, NaturaSì, Pizzi Osvaldo, Probios e Rigoni di Asiago). Le analisi sono state effettuate dal Medizinisches Labor Bremen (MLHB), un laboratorio tedesco di biologia medica fondato nel 1961 che aveva già eseguito questo tipo di analisi per le Coop scandinave .
“Quello della famiglia di cui parliamo è solo un test di bio monitoraggio, ma conferma risultati ottenuti con metodi che hanno superato il vaglio della pubblicazione di riviste scientifiche molto qualificate e che dimostrano i risultati che si possono ottenere anche con un breve periodo di alimentazione bio”, precisa Patrizia Gentilini, oncologa dell’Isde.
“Due studi fra gli altri, uno del febbraio 2006 pubblicato su Environmental Health Perspectives e uno del 2013 sul Journal of Urology, sottolineano la riduzione del rischio ipospadia, una malformazione genitale nei bambini, nel caso di alimentazione biologica. Inoltre nel gennaio scorso l’Unione europea ha pubblicato Human health implication of organic food and organic agricolture, una ricerca che documenta i vantaggi di un’alimentazione priva di tracce di pesticidi per problemi come le malattie allergiche, l’obesità e la resistenza agli antibiotici”.
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