lunedì 25 dicembre 2017

In Argentina divampa la lotta di classe.

Enorme mobilitazione contro la politica di Macri. 

 

www.pclavoratori.it
argentina scontriIl governo reazionario di Mauricio Macri ha avviato una pesante controriforma pensionistica, che riduce il potere d'acquisto delle pensioni, già erose da un'inflazione del 25% annuo. L'obiettivo è “risparmiare” circa 3 miliardi di euro, da usare sia per pagare il debito pubblico al capitale finanziario, sia per foraggiare clientele locali del peronismo “comprando” i relativi parlamentari. Il colpo alle pensioni si combina a sua volta con una riforma del mercato del lavoro all'insegna della massima precarizzazione. “Se facciamo tutto questo, ci assicuriamo la crescita per i prossimi vent'anni” dichiara Macri, circondato dal plauso della borghesia argentina e dei governi imperialisti di Europa ed America.
Ma ha fatto i conti senza l'oste. Contro le misure sulle pensioni si è sviluppata la maggiore mobilitazione popolare dai tempi dell'Argentinazo del 2001. 

Numerose manifestazioni di lavoratori e di popolo hanno marciato sui palazzi del Congresso in occasione delle operazioni di voto, ingaggiando scontri prolungati con le forze repressive della Stato. Nella notte del 19 dicembre si sono riaffacciati nei quartieri di Buenos Aires i 'cacerolazos' contro la repressione poliziesca e le misure del governo. La collisione sociale ha costretto persino il capo del deputati kirchneristi (Augustin Rossi) a minacciare formalmente la continuità della protesta contro Macri. Mentre Cristina Kirchner, tanto idolatrata dalla sinistra “progressista” internazionale, mantiene un silenzio tanto significativo quanto complice.

Non siamo, ad oggi, al ripetersi del 2001. Allora la forza d'urto della sollevazione sociale, al prezzo di 38 morti, costrinse il governo De la Rua a fuggire con l'elicottero dalla Casa Rosada. Oggi Macri è molto più forte di De La Rua. Ha vinto le elezioni legislative, si avvantaggia di una situazione finanziaria più stabile, tuttora preserva il sostegno di un ampio blocco piccolo borghese proprietario, ammaliato dalle sue promesse.

Ma la pace sociale si sta incrinando, e le mobilitazioni di questi giorni ne sono il segno.
In questo quadro è importante il ruolo giocato dalle forze della sinistra rivoluzionaria trotskista argentina del Frente de Izquierda y de los Trabajadores (principalmente Partito Obrero e Partido de los Trabajadores Socialistas). Forze presenti nel Parlamento argentino a partire dal 2013, sull'onda di un'espansione molto significativa del proprio radicamento sociale nelle fabbriche, nei sindacati, tra gli studenti e i giovani. I deputati e le deputate del FIT sono stati e sono in prima fila nella battaglia parlamentare e di piazza, denunciando sia le politiche di classe di Macri, sia la subalternità del fronte peronista borghese “progressista”. La presenza parlamentare di una sinistra classista indipendente, il suo uso rivoluzionario della tribuna istituzionale, fa da preziosa cassa di risonanza delle lotte di strada. La lotta per guadagnare un'altra direzione politica e sindacale del movimento operaio e popolare argentino, per la sua indipendenza di classe dal peronismo, per la prospettiva rivoluzionaria del 'poder obrero', può realizzare un passo avanti nel nuovo clima di scontro sociale.
Partito Comunista dei Lavoratori

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