In uscita anche in Italia il nuovo libro di Philippe
Van Parijs e Yannick Vanderborght dal titolo “Reddito di base. Una
proposta radicale” edito da Il Mulino (ottobre 2017)
Di seguito come da presentazione editoriale:
L’idea, ardita e controversa, di riconoscere un reddito
di base a ogni individuo, ricco o povero, senza chiedere in cambio
contropartite lavorative, non è nuova, risale alla fine del ’700.
Sostenuta in passato da pensatori di diverso orientamento politico, come
Paine, Stuart Mill, Galbraith o Hayek, è tornata alla ribalta con la
crisi del welfare tradizionale ed è oggi la proposta di politica sociale
più dibattuta al mondo. Nella loro appassionata difesa del reddito di
base, gli autori si confrontano con le principali misure alternative di
contrasto della povertà e rispondono alle obiezioni di natura etica,
economica e politica rivolte a tale proposta, per mostrarne la
sostenibilità. Nella convinzione che un’idea così radicale possa essere
la soluzione politica più efficace per affrontare l’insicurezza
economica e l’esclusione sociale del nostro tempo.
Philippe van Parijs è professore
nella Università di Louvain, Hoover Chair di Economic and Social
Ethics.In Italia sono stati pubblicati Il reddito minimo universale (con
Yannick Vanderborght, UBE, 2013) e dal Mulino Quanta disuguaglianza possiamo accettare? (con Christian Arnsperger, 2003).
Yannick Vanderborght è
professore di Scienza politica nell’Università Saint-Louis di Bruxelles
e nell’Università cattolica di Louvain. È autore, con P. Van Parijs, di
«Il reddito minimo universale» (UBE, 2013).
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