Contro l’apertura degli esercizi commerciali le domeniche e i giorni festivi.
Il 26 dicembre, gli attivisti e le attiviste di “Potere al Popolo“,
l’unica lista dal basso nel prossimo scenario elettorale, sono fuori
agli esercizi commerciali per opporsi alle aperture domenicali e nei
festivi.
Da Milano a Reggio
Calabria, da Torino a Pescara, Napoli, Roma, Genova, Pavia, Padova,
Bergamo, Molfetta, Mantova, Salerno sono tantissime le città che hanno
aderito all’iniziativa di boicottaggio per mandare un messaggio molto
semplice: “
vogliamo lavorare per vivere, non vivere per lavorare“
“E’ importante
ricominciare a conquistare spazi e tempi per la socialità e gli affetti.
In Italia il processo di liberalizzazione delle attività commerciali
comincia con il decreto Bersani e continua con Berlusconi e Monti. La
chiamano liberalizzazione ma la libertà è solo quella dei proprietari
della grande distribuzione di tenere i centri commerciali aperti più a
lungo, senza nuove assunzioni, senza pagare il lavoro notturno e
tagliando il costo del lavoro.
Chi va a fare la
spesa di notte o nei festivi non lo fa per piacere ma spesso perchè sono
gli unici momenti in cui può farlo, dovendosi barcamenare tra più
lavori, precarietà e flessibilità crescente”
L’invito
di oggi, quindi, è per costruire una campagna di opposizione
consegnando alla cassa il volantino preparato per la giornata per
dimostrare la solidarietà alle migliaia di lavoratori e lavoratrici
costretti sul luogo di lavoro anche in un giorno festivo come questo,
che dovrebbe essere dedicato alla vita, agli affetti, al riposo.
Seguiranno aggiornamenti sull’evoluzione della giornata di mobilitazione.
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Oggi 26 dicembre, mentre
sono ancora in corso le festività natalizie, centinaia di persone hanno
risposto all’appello lanciato dalle attiviste e dagli attivisti di
Potere al Popolo contro l’apertura degli esercizi commerciali le
domeniche e i giorni festivi in sostegno e solidarietà a tutti coloro
che in vacanza, ormai, non ci possono andare.
In venti città (Reggio
Calabria, Cosenza, Lecce, Napoli, Roma, Torino, Pescara, Genova, Pavia,
Padova, Bergamo, Molfetta, Mantova, Salerno, Milano, Livorno, Termoli,
Piombino, Castelli Romani, Grosseto) si sono svolti volantinaggi e
speakeraggi fuori ai maggiori centri commerciali aperti (solo per
nominarne alcuni: Ikea, Carrefour, Auchan, Coop, Conad). Moltissimi
clienti hanno consegnato alla cassa il volantino preparato per la
giornata per dimostrare la solidarietà alle migliaia di lavoratori e
lavoratrici costretti sul luogo di lavoro anche in un giorno festivo
come questo, che dovrebbe essere dedicato alla vita, agli affetti, al
riposo.
“Siamo qui per dire una
cosa banale ma che nell’Italia di oggi sembra straordinaria: non si
possono sfruttare e ricattare le persone, non si possono distruggere i
diritti, i legami familiari e amicali, non si può incentivare un popolo
al consumo in ogni momento, cancellando luoghi d’incontro reali e reti
di quartiere. E’ importante ricominciare a conquistare spazi e tempi per
la socialità e gli affetti. In Italia il processo di liberalizzazione
delle attività commerciali comincia con il decreto Bersani e continua
con Berlusconi e Monti. La chiamano liberalizzazione ma la libertà è
solo quella dei proprietari della grande distribuzione di tenere i
centri commerciali aperti più a lungo, senza nuove assunzioni, senza
pagare il lavoro notturno e tagliando il costo del lavoro. Chi va a fare
la spesa di notte o nei festivi non lo fa per piacere ma spesso perché
sono gli unici momenti in cui può farlo, dovendosi barcamenare tra più
lavori, precarietà e flessibilità crescente”.
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