mercoledì 27 dicembre 2017

Festivi a lavoro? No, grazie!

Contro l’apertura degli esercizi commerciali le domeniche e i giorni festivi.
 
Il 26 dicembre, gli attivisti e le attiviste di “Potere al Popolo“, l’unica lista dal basso nel prossimo scenario elettorale, sono fuori agli esercizi commerciali per opporsi alle aperture domenicali e nei festivi. 
Da Milano a Reggio Calabria, da Torino a Pescara, Napoli, Roma, Genova, Pavia, Padova, Bergamo, Molfetta, Mantova, Salerno sono tantissime le città che hanno aderito all’iniziativa di boicottaggio per mandare un messaggio molto semplice: “
vogliamo lavorare per vivere, non vivere per lavorare
“E’ importante ricominciare a conquistare spazi e tempi per la socialità e gli affetti. In Italia il processo di liberalizzazione delle attività commerciali comincia con il decreto Bersani e continua con Berlusconi e Monti. La chiamano liberalizzazione ma la libertà è solo quella dei proprietari della grande distribuzione di tenere i centri commerciali aperti più a lungo, senza nuove assunzioni, senza pagare il lavoro notturno e tagliando il costo del lavoro. 

Chi va a fare la spesa di notte o nei festivi non lo fa per piacere ma spesso perchè sono gli unici momenti in cui può farlo, dovendosi barcamenare tra più lavori, precarietà e flessibilità crescente”
L’invito di oggi, quindi, è per costruire una campagna di opposizione consegnando alla cassa il volantino preparato per la giornata per dimostrare la solidarietà alle migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti sul luogo di lavoro anche in un giorno festivo come questo, che dovrebbe essere dedicato alla vita, agli affetti, al riposo.
Seguiranno aggiornamenti sull’evoluzione della giornata di mobilitazione.
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Oggi 26 dicembre, mentre sono ancora in corso le festività natalizie, centinaia di persone hanno risposto all’appello lanciato dalle attiviste e dagli attivisti di Potere al Popolo contro l’apertura degli esercizi commerciali le domeniche e i giorni festivi in sostegno e solidarietà a tutti coloro che in vacanza, ormai, non ci possono andare.
In venti città (Reggio Calabria, Cosenza, Lecce, Napoli, Roma, Torino, Pescara, Genova, Pavia, Padova, Bergamo, Molfetta, Mantova, Salerno, Milano, Livorno, Termoli, Piombino, Castelli Romani, Grosseto) si sono svolti volantinaggi e speakeraggi fuori ai maggiori centri commerciali aperti (solo per nominarne alcuni: Ikea, Carrefour, Auchan, Coop, Conad). Moltissimi clienti hanno consegnato alla cassa il volantino preparato per la giornata per dimostrare la solidarietà alle migliaia di lavoratori e lavoratrici costretti sul luogo di lavoro anche in un giorno festivo come questo, che dovrebbe essere dedicato alla vita, agli affetti, al riposo.
“Siamo qui per dire una cosa banale ma che nell’Italia di oggi sembra straordinaria: non si possono sfruttare e ricattare le persone, non si possono distruggere i diritti, i legami familiari e amicali, non si può incentivare un popolo al consumo in ogni momento, cancellando luoghi d’incontro reali e reti di quartiere. E’ importante ricominciare a conquistare spazi e tempi per la socialità e gli affetti. In Italia il processo di liberalizzazione delle attività commerciali comincia con il decreto Bersani e continua con Berlusconi e Monti. La chiamano liberalizzazione ma la libertà è solo quella dei proprietari della grande distribuzione di tenere i centri commerciali aperti più a lungo, senza nuove assunzioni, senza pagare il lavoro notturno e tagliando il costo del lavoro. Chi va a fare la spesa di notte o nei festivi non lo fa per piacere ma spesso perché sono gli unici momenti in cui può farlo, dovendosi barcamenare tra più lavori, precarietà e flessibilità crescente”.

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