E nella stragrande maggioranza dei casi non si è trattato di
approfondimenti capaci di aiutare i telespettatori a comprendere
tematiche, problemi e possibilità legate allo sviluppo sostenibile, ma
lanci di cronaca legati a eventi catastrofici. Nel dettaglio – spiega il
rapporto Eco-media – nell’agenda dei Tg prime time si parla per il 46%
di “Cronaca di disastri naturali” (si riferisce alle scosse di terremoto
registrate nell’Italia centrale, 33%, e ai grandi eventi atmosferici,
in particolare la valanga che ha travolto l’Hotel Rivapiana di
Rigopiano, 52%) e, a seguire, per il 26% di “Condizioni meteorologiche”;
la categoria Natura&animali arriva invece all’8% (le principali
tipologie di animali a cui si interessano i telegiornali sono: gli
animali domestici, 18%, gli animali selvatici, 31% lupi, cinghiali, ecc.
vicini a zone appartenenti a centri urbani, gli animali marini per il
23%).
«L’obiettivo del rapporto Eco-media – spiega al proposito il presidente di Osa, Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media, Massimiliano Pontillo – è quello di stimolare la stampa italiana a un diverso approccio nei confronti delle tematiche ambientali, con una conseguente e auspicabile maggiore attenzione da parte del decisore pubblico. Nelle notizie affrontate dai Tg nazionali l’ambiente non è mai reale protagonista ma è lo sfondo su cui si raccontano vicende quasi sempre drammatiche, la causa scatenante improvvisa e imponderabile con cui le vittime devono misurarsi».
I “temi ambientali” più nobilmente intesi rappresentano invece solamente il 20% delle 2.760 notizie a tema ambiente lanciati dai Tg nazionali: ovvero in appena 552 casi, ovvero il 2,24% delle notizie totali. All’interno di questo misero pacchetto, si è parlato per il 32% di clima (accordi sul clima e cambiamenti climatici), per il 24% di tutela ambientale e per un altro 24% di rifiuti, per il 20% di inquinamento.
Non c’è dunque da stupirsi se ad esempio – come documenta l’ultimo report diffuso dall’Eurobarometro – in Svezia la principale preoccupazione dei cittadini (con il 37% delle preferenze) è il cambiamento climatico, mentre in Italia (7%) no. D’altronde a fornire una diversa scala delle priorità sono in primis i principali leader politici italiani: lo stesso Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media documenta che tra gennaio e luglio 2017 Berlusconi, Bersani, Di Maio, Meloni e Salvini nelle loro dichiarazioni non hanno mai parlato di economia verde, Renzi è arrivato all’1% e Gentiloni al 7%. Quote decisamente poco rilevanti: la speranza è che la campagna elettorale che si sta accendendo cambi qualcosa, e l’ingresso dell’ormai ex presidente di Legambiente Rossella Muroni nella formazione di Liberi e Uguali è il primo segnale importante in tal senso.
«L’obiettivo del rapporto Eco-media – spiega al proposito il presidente di Osa, Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media, Massimiliano Pontillo – è quello di stimolare la stampa italiana a un diverso approccio nei confronti delle tematiche ambientali, con una conseguente e auspicabile maggiore attenzione da parte del decisore pubblico. Nelle notizie affrontate dai Tg nazionali l’ambiente non è mai reale protagonista ma è lo sfondo su cui si raccontano vicende quasi sempre drammatiche, la causa scatenante improvvisa e imponderabile con cui le vittime devono misurarsi».
I “temi ambientali” più nobilmente intesi rappresentano invece solamente il 20% delle 2.760 notizie a tema ambiente lanciati dai Tg nazionali: ovvero in appena 552 casi, ovvero il 2,24% delle notizie totali. All’interno di questo misero pacchetto, si è parlato per il 32% di clima (accordi sul clima e cambiamenti climatici), per il 24% di tutela ambientale e per un altro 24% di rifiuti, per il 20% di inquinamento.
Non c’è dunque da stupirsi se ad esempio – come documenta l’ultimo report diffuso dall’Eurobarometro – in Svezia la principale preoccupazione dei cittadini (con il 37% delle preferenze) è il cambiamento climatico, mentre in Italia (7%) no. D’altronde a fornire una diversa scala delle priorità sono in primis i principali leader politici italiani: lo stesso Osservatorio sviluppo sostenibile e ambiente nei media documenta che tra gennaio e luglio 2017 Berlusconi, Bersani, Di Maio, Meloni e Salvini nelle loro dichiarazioni non hanno mai parlato di economia verde, Renzi è arrivato all’1% e Gentiloni al 7%. Quote decisamente poco rilevanti: la speranza è che la campagna elettorale che si sta accendendo cambi qualcosa, e l’ingresso dell’ormai ex presidente di Legambiente Rossella Muroni nella formazione di Liberi e Uguali è il primo segnale importante in tal senso.
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