giovedì 21 dicembre 2017

Gravissimi provvedimenti contro la campagna #FedericoOvunque


 
 dinamopress-Luca Blasi - ACAD

Dopo il successo della campagna #FedericoOvunque lanciata da ACAD – l’associazione contro gli abusi in divisa – arrivano multe e daspo contro chi ha esposto il volto di Federico Aldrovandi. Il Giudice sportivo lo considera “offensivo e provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine”



Purtroppo, avevamo ragione. Quando abbiamo letto come fatto non isolato il divieto imposto il 3 dicembre ai tifosi della Spal di esporre allo stadio Olimpico la bandiera storica col volto di Federico Aldrovandi. Non si trattava della decisione di un “troppo solerte” funzionario della Questura di Roma, ma di una precisa volontà politica.
Abbiamo avuto ancor più ragione nel lanciare la campagna #FedericoOvunque che il 9 e 10 dicembre ha raccolto (e continua a raccogliere) adesioni dalla maggior parte delle tifoserie italiane, molte da altri paesi europei e da una miriade di realtà sociali e singoli cittadini.
La risposta a questa azione di massa non violenta – è bene sottolinearlo – è stata gravissima: non potendo impedire fisicamente l’accesso agli striscioni in tutte le partite delle differenti categorie in questo momento stanno fioccando multe e daspo a chi ha portato striscioni, bandiere o cartelli con l’immagine di Federico.
La LegaPro nel suo comunicato ufficiale addirittura giustifica le sanzioni economiche nei confronti delle società sportive perché “propri sostenitori durante la gara esponevano uno striscione di contenuto provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine”.


Quindi – è nota ufficiale – che il volto di Federico Aldrovandi è considerato offensivo e provocatorio nei confronti delle forze dell’ordine.
È un fatto gravissimo, senza precedenti nella storia.
In queste ore ACAD – l’associazione contro gli abusi in divisa – sta lavorando con i propri legali per capire come rispondere anche sul piano legale a questa limitazione delle libertà personali, del diritto alla memoria e alla libera espressione.
ACAD, nel comunicato che potete leggere qui, chiede a chiunque stia subendo provvedimenti repressivi di comunicarlo tempestivamente, così da poter monitorare e divulgare le informazioni.
In ogni caso, la campagna #FedericoOvunque non finisce qui.
#FedericoOvunque

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