domenica 24 dicembre 2017

Ambiente Salute e Lavoro. Ilva: no ai ricatti!

Il ministro Calenda dopo aver esposto alcune disponibilità aggiuntive a quanto previsto dal piano ambientale ha nuovamente posto la richiesta di ritiro immediato del ricorso presentato da Emiliano e dal sindaco di Taranto.
Non è stata sufficiente la dichiarazione degli stessi di disponibilità a ritirare la richiesta di sospensiva cautelare del dpcm, ma non il ricorso, che autorizza il piano presentato da ArcelorMittal, scelta cioè che consente al provvedimento di proseguire il suo iter, per cancellare dal tavolo l’inaccettabile ricatto del ministro Calenda.
Alla conclusione del confronto il ministro dello sviluppo economico ha infatti nuovamente delineato uno scenario apocalittico difronte al permanere del ricorso: rischio chiusura impianti e rischio ritiro dell’offerta ArcelorMittal. 
Precisando infine che lo Stato non ha le risorse sufficienti per le opere di ambientalizzazione e bonifica”

Uno scontro che, a questo punto, non pare destinato a una facile composizione.
USB da subito ha sostenuto la bontà del ricorso contro l’accoglimento del piano ambientale. Unica Organizzazione Sindacale che ha avuto il coraggio di non piegarsi al ricatto che pretende di subordinare la salute della popolazione e l’ambiente alle disponibilità di ArcelorMittal.
I fatti concreti testimoniano che proprio il ricorso ha prodotto impegni nuovi, a partire dalla anticipazione della copertura dei parchi minerari. Per queste ragioni abbiamo proposto di calendarizzare una serie di incontri del neo insediato tavolo istituzionale su Taranto.
È del tutto evidente che la posizione del ministro Calenda, espressa a nome dell’intero governo, pesa come un macigno su questo possibile percorso finalmente inclusivo delle istituzioni locali. Il ritiro del ricorso, senza la definizione di impegni formali da parte di governo e ArcelorMittal sarebbe un errore.
Calenda tuttavia tira dritto cancellando subito dall’agenda l’incontro previsto per il prossimo 22 dicembre.
È SCANDALOSO E INACCETTABILE CHE LA RICHIESTA DI UN PIANO AMBIENTALE PIÙ RISPETTOSO DEL DIRITTO INALIENABILE E IMMEDIATO ALLA SALUTE SIA VISSUTO DAL GOVERNO COME INCOMPATIBILE CON IL TAVOLO DI CONFRONTO SULLA CESSIONE DEL GRUPPO ILVA

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