Il ministro
Calenda dopo aver esposto alcune disponibilità aggiuntive a quanto
previsto dal piano ambientale ha nuovamente posto la richiesta di ritiro
immediato del ricorso presentato da Emiliano e dal sindaco di Taranto.
Non
è stata sufficiente la dichiarazione degli stessi di disponibilità a
ritirare la richiesta di sospensiva cautelare del dpcm, ma non il
ricorso, che autorizza il piano presentato da ArcelorMittal, scelta cioè
che consente al provvedimento di proseguire il suo iter, per cancellare
dal tavolo l’inaccettabile ricatto del ministro Calenda.
Alla
conclusione del confronto il ministro dello sviluppo economico ha
infatti nuovamente delineato uno scenario apocalittico difronte al
permanere del ricorso: rischio chiusura impianti e rischio ritiro
dell’offerta ArcelorMittal.
Precisando infine che lo Stato non ha le
risorse sufficienti per le opere di ambientalizzazione e bonifica”.
Uno
scontro che, a questo punto, non pare destinato a una facile
composizione.
USB
da subito ha sostenuto la bontà del ricorso contro l’accoglimento del
piano ambientale. Unica Organizzazione Sindacale che ha avuto il
coraggio di non piegarsi al ricatto che pretende di subordinare la
salute della popolazione e l’ambiente alle disponibilità di
ArcelorMittal.
I
fatti concreti testimoniano che proprio il ricorso ha prodotto impegni
nuovi, a partire dalla anticipazione della copertura dei parchi
minerari. Per queste ragioni abbiamo proposto di calendarizzare una
serie di incontri del neo insediato tavolo istituzionale su Taranto.
È
del tutto evidente che la posizione del ministro Calenda, espressa a
nome dell’intero governo, pesa come un macigno su questo possibile
percorso finalmente inclusivo delle istituzioni locali. Il ritiro del
ricorso, senza la definizione di impegni formali da parte di governo e
ArcelorMittal sarebbe un errore.
Calenda tuttavia tira dritto cancellando subito dall’agenda l’incontro previsto per il prossimo 22 dicembre.
È
SCANDALOSO E INACCETTABILE CHE LA RICHIESTA DI UN PIANO AMBIENTALE PIÙ
RISPETTOSO DEL DIRITTO INALIENABILE E IMMEDIATO ALLA SALUTE SIA VISSUTO
DAL GOVERNO COME INCOMPATIBILE CON IL TAVOLO DI CONFRONTO SULLA CESSIONE
DEL GRUPPO ILVA
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